Perduto amor .
Recital di
Giancarlo Varagnolo
[ sgabello, leggio; occhio-di-bue; chitarra o pianoforte]
(Canto) Nina, ti ricordi ... ti ricordi, Nina; ma anche se ricordi, tu, dove sei ora, Nina.
(Grido-lamento) Nina, Nina; Nina ...
(Recitato) Nina dagli occhi grandi; Nina i capelli al vento; Nina che corre; Nina ridente; Nina le labbra rosse; Nina le carezze, la voce; Nina presente. Nina: l'amore.
(Canto) Piano piano come un fiore così sboccia l'amore, un sorriso ti ruberò, da uno sguardo io saprò / se m'ami, se m'ami, se m'ami!
(Prosa) Poi tutto finisce, improvviso. Ieri tutto rose e fiori ... M a quale "ieri"? C'è un'ultima goccia, la fatidica ineluttabile determinante ultima goccia, e la coppa, la ciotola, il secchio già pieno di "non t'amo più, non t'amo più, non t'amo più" trabocca.
(Canto) Non è vero; no, non è vero! Ci amiamo ancora. Io ti amo ancora; ti voglio ancora. Resta, ti prego, ancora con me.
(Recitato) Morirò. Capisci? Morirò. Come farò, senza di te. Dimmi perché, perché, perché almeno ch'io sappia perché tutto è finito per te, ma io morirò, morirò senza te. Dimmi dove ho sbagliato con te.
(Prosa) Non c'è una ragione, ovviamente. Non c'è un motivo bello limpido chiaro. C'è un bel coacervo di nuances, ci sono, cioè, le banalissime scempiaggini di tutti i giorni, gli screzi quotidiani miserrimi, le ... le insoddisfazioni per - e non si ha il coraggio di dirlo - la stessa pappa da troppo tempo.
(Grido) Ma Nina, che cosa volevi? Nina!
(Canto) Chiudi i tuoi occhi e pensami come ero; ti ricordi i primi giorni quel che dicevo e che facevo? Bene, scava ancora, Nina, e cerca nel passato, stai rivivendo come io ti ho sempre amato?! Apri gli occhi ora: guardami, dimmi cosa vedi. Non son cambiato io, ti amo più di ieri.
(Poesia) Il ricordo si posa sulle mie labbra.
(Prosa) Il ricordo. Sembrerebbe che un ricordo è lì, ben determinato, fisso, asettico, statico. Magari! Perché anche i ricordi cambiano, non in quanto tali - la foto resta la memoria visiva di quell'attimo, di quell'avvenimento, di quella porzione di spazio-tempo - , quel che trasforma il "sentire" dei ricordi è la disposizione dell'animo del presente o - peggio - le conoscenze che ne abbiamo ora.
(Poesia) Sorridi, / ed io con te, allacciàti / un po' rigidi ma / solo perché s'attende / lo scatto automatico della macchina / fotografica. / Sorridiamo / nella foto ad un / futuro, insieme, / che ora non ha / presente.
(Canto) Tutto quello che desideravo fare era vivere con te, sempre con te, solo con te. Scrivevo poesie d'amore sognando te, ti ho cantato canzoni languide stringendoti a me, ti ho mandato sciocchi bigliettini per farti ridere perché .. Tutto quello che desideravo era vivere con te, solo con te, sempre con te.
(Prosa) Una stanza vuota, una poltrona vuota, un foglio bianco, vuoto; polvere. Un cuore svuotato; una mente, una mente che non smette di girare, a vuoto, sovreccitata da immagini-frasi-emozioni-domande-speranze-malinconie-attese-rimpianti-rancori. Silenzio.
(Poesia) Una sigaretta accesa che / manda il suo fumo al soffitto. / Nuvole di fumo leggero / che corrono verso il bicchiere / vuoto e sporco di schiuma. / Il rumore secco del dito / battuto sul cilindro bianco. / Cenere che cade grigia 7 sul portacenere semipieno. / I pollice che striscia lento / sul sopracciglio, sotto l'occhio / per fermarsi all'attaccatura del naso. / La brace brilla di più ora / mentre mangia la carta nera. / Il fumo che entra silenzioso / fermato dalla lingua che fa male. / Scende nella gola secca / esce denso, diviso, dal naso. / Il gorgoglio del liquido versato / mentre il mozzicone riposa sopra / i resti di quelle che erano. / La lingua, il palato brucia / ad ogni sorso lento. / Le ultime boccate metodiche. / Il dito che si scotta / nel porre fine alla cosa viva. / Le dita che passano fra i capelli / mentre si fatica a deglutire. / E nella penombra della stanza / pensieri che sono fra il fumo.
(Prosa) Una, nessuna, centomila. Facile a dirsi: "Chiodo schiaccia chiodo", anche perché, intimamente, non lo vogliamo scacciare. via.
(Canto) Eri un'abitudine, dolcissima abitudine che vorrei riprendere per sognar, per sognar.
(Poesia) Accovacciati nel sole / due gatti malati / vicino ad un muro / di pietre / segnate dall'umidità. / Nel sole due gatti / dai musi spelacchiati / con gli occhi socchiusi / guardano / le scarpe di chi passa. / Chissà che aspettano / quei due gatti zellosi / nel sole di primavera / uniti / dal loro male. / Non lo pensano proprio / accovacciati come sono / in questo sole tiepido / vivendo / senza troppe domande: / Ed io invece / cammino senza meta / cercando inutilmente / qualcosa / che non sarà più. / Ora nel sole di marzo / tre gatti malati / vicino ad un muro / rossastro / accovacciati sognano.
(Richiamo sottovoce) Nina! Nina ...
(Prosa) I nostri giardini: a chi sono rimasti? E le nostre vacanze: a chi? Le nostre foto ... me le hai lasciate! Anche le montagne sono ancora lì, ma dove sono le nostre passeggiate fra gli alberi? I nostri sogni, Nina, i nostri sogni li hai lasciati qui, tutti, a me.
(Canto) Che cosa farò di te, cosa farò se non ci sei -ei-ei, se non si sei. Dimmi perché ci sono i fiumi, spiegami perché splende il sole, dimmi perché non ho più speranze, perché c'è ancor chi sorride e chi parla ancor d'amor, ma tu dove sei ei-ei, ma dove sei.
(Poesia) Dove posso rifugiarmi / miodio! / quando dalle più piccole cose / i suoi occhi / la sua bocca / i suoi capelli / tutta lei stessa / fa tremare il mio corpo? / Diomio! / dobbiamo pagare in questo modo / con ore di disperazione nella solitudine / pochi attimi di felicità? / Perché, perché / miodio? // Forse è un peccato troppo grave / amarla con tutto me stesso / ancora?
(Poesia) Sono verbi al passato / quelli che uso / mentre raggi di sole / mi accarezzano. / Bottiglie vuote / in riflessi dorati, scuri / e voci in parole lontane / che non riesco a capire / per questi verbi al passato / nell'incessante ritorno. / Fumo di sigarette./ E così anche i più banali / logori verbi / hanno perduto il presente / ed è triste parlare / solo al passato / nel tempo immobile / e noi che andiamo / con passi senza speranza. / Sono verbi al passato / quelli che strappano / un sorriso malinconico / alle mie labbra arse: / Ed è un'altra primavera / senza illusioni.
(Canto) Quando l'amante va alla cosa amata, lì si posa, lì riposa.
(Prosa) L'assenza; la mancanza di qualcosa, qualcuno, che prima c'era. Se non c'era niente e nessuno prima e non c'è nulla neanche adesso, non si nota alcuna differenza. Non c'è problema; né pratico né percettivo, né emotivo. Ma quando qualcosa, una presenza umana, lascia un vuoto ... E' il vuoto, specialmente dentro, nell'animo.
(Poesia) Blanches blanches / parole e giornate / monotonie di attimi che / vanno alla deriva / blanche blanche / l'attesa di sempre / ma ora è senza scopo, con l'estraneità blanche / se pure il sole spende / su colori ravvivati da lacrime / di pioggia. / Blanches blanches / frasi e immagini / su fogli di carta blanche / con le dita che li sfiorano / in carezze strane, inutili / blanches blanches / ed è un chiedersi continuo / se è giusto o stolido / se è vita o vivere / nel ritorno di immagini ma / blanches blanches. / Illusioni nate da piccole cose / per brevi attimi di luce / e le palpebre calano sugli occhi / per poter vedere più lontano / ma la vita futura è / blanche blanche / con la melancolia di sogni spenti / e la mente cerca frasi sussurrate / e la memoria cerca immagini vive / e il cuore cerca vecchi ritorni / con la tristezza che rende ogni cosa / blanche blanche. / Parole nella solitudine / attimi miseramente persi, / biascicando e dicendo melensi / si vortica in un valzer / sventolando un foulard di seta / e si beve discutendo / con le ultime lettere / cose morte, fredde, inerti / e blanches e sue / Blanches blanches / non rimane nulla in noi / ma silhouettes brune su pareti / blanches blanches / con il sangue che non vorrebbe / più scorrere nelle vene / e stroncare la desolata fila di ore / blanches blanches / e così rimane sole / la maschera di Pierrot / e la sua luna / toute blanche si blanches.
(Canto) Nel primo giro di valzer volevo che ti innamorassi di me, nei giri del primo valzer tenendoti stretta a me. Al secondo suonar di valzer la testa mi girava già, al secondo valzer ero io adessere innamora'. E così, gira e rigira mi sentivo al settimo ciel, gira gira, gira gira, come lo spiedo gira gira ero cotto proprio di te. Con il valzer con il valzer la là.
(Prosa) "Non t'amo più!" Peggio: "Mi hai stufato." Grazie, e buonanote ai suonatori! Se il tempo passa e va, è colpa mia!? Nessuno di noi due è quello della prima volta; entrambi ci siamo riprodotti, ripetuti, riciclati, ridimensionati.
(Poesia) Tu, in fondo, chi sei tu lo sai. / Lo sai chi sei! / Ma io chi sono io non lo so / proprio io chi sono.// Tu sei tu. Tutto quello che sei / tu sei tu e sai di essere tu / perché lo sei, e lo sai / (Ti sai di essere proprio tu, Tu). // Ma io? Chi sono io io - me stesso - / questo qui io ME non lo so / io proprio. // Tu sai chi è il tu di te che sei tu. / tu sei tu tu lo sai / Sai veramente tu chi tu sia / (sei tu!) // Però me, io, che io io sono / io proprio io questo io qui che sono io / io non lo so, io! / Io chi sono NON lo SO io, / capisci: io non so chi è me. / Tu sai te chi sei tu: tu sei tu./ Ma io? Io non so chi è me / io. (Non so).
(Prosa) Non può essere che si ami un'abitudine! O, al contrario, che si odii la routine; identificando, personificando entrambe in un essere umano. Anche perché se io sono la tua abitudine, tu sei la mia. E allora, concludendo, perché io, Nina, io ti amo ancora? Io ti amo per lo stesso motivo che tu Non mi ami più! Ti amo per quello che sei; tu ti sei stufata per quello che non sono più, suppongo.
(Canto) Sono un tipo razionale, non mi sorprendo mai di niente, so valutare i giudizi della gente; sono assai euforico se un poco alzo il gomito o se gli azzurri vanno in finale; non mi piace il casino, l'arruffato e il meschino, l'indecente, lo strano e il triviale; voglio tutto bello chiaro, trasparente e duraturo che mi porti senza rogne nel futuro ro-ro-rò.
(Grido) Nina! e adesso? Sei il mio buco-d'ozono!
(Canto) Ti amo ancora, ti voglio ancora, ti amo ancora, ti voglio ancora; ancora, ancora, per sempre ancora ancora; ti amo ancora, ti voglio ancora, ancora ancora.
(Poesia) Momenti / che non si possono cancellare / e che / non si possono rivivere / pesano / schiacciando il / presente e / soffocando il futuro / Questo andare / alla deriva / nella melanconia / d'un sole / che sta tramontando / nel grigio opaca / dell'orizzonte.
(Prosa) Va bene: non ci sei più. Non siamo più noi: due cuori e una capanna. L a capanna è rimasta; e un cuore, uno solo. Il mio di cuore, che batte, pulsa; langue. E tu, forte del tuo esserti "dissociata" vai per le vie del mondo, leggera - pretendi - per non essere più innamorata di me. Non sei più in-amore. Che cosa ti è rimasto dentro al petto, nel tuo cuore?
(Poesia) Potrei anche dirti di restare / ma non servirebbe a nulla. / Potrei anche dirti di credermi / ma non concluderemmo niente. / Potrei anche dirti di andare / ma non sarebbe spontaneo. / Potrei anche dirti di odiarmi / ma tu non ci riusciresti. / Potrei anche dirti di dimenticare / ma i giorni sono lunghi da soli. / Potrei anche dirti di pregare / ma il cielo non c'è qui. / Potrei anche dirti di piangere / ma in te la bambina è morta: / Potrei anche dirti di ritornare / ma abbiamo paura del domani. / Potrei anche dirti di pensarci / ma il vuoto riempie il silenzio. / Potrei anche dirti di mentire / ma la verità è in noi. / Potrei anche dirti di amarmi / ma a te sola non serve. / Potei dirti anche che ... / ma dove sei, ora?
(Canto) Quando vedrete il mio caro amore, ditele quanto m'ha fatto soffrire e che io l'amo ancora ... no, non lo deve sapere, no, mai. Ditele soltanto che c'è un tale a cui ha fatto tanto male, che però l'ama ancora ... no, non lo deve sapere no, mai. Quando vedrete il mio caro amore, guardatelo soltanto e se è felice è quel che sapere vorrò.
(Prosa) Essere stato amato e non esserlo più improvvisamente. Quando il vuoto allo stomaco subitaneo provocato da questa rivelazione si attenua, emerge, accanto allo smarrimento che non abbandonerà l'abbandonato, il senso di colpa, perché per quanto si posa inveire contro la dolce, ormai tossica, metà, la causa della rottura, del disinnamoramento, è di chi ancora ci crede: se io amo - ancora -, che cosa ha fatta sì - ho fatto io - perché l'idillio finisca? Perché l'altra rifiuti me e l'Amore; recida netto il legame affettivo, affettuoso, intimo?
(Poesia) Essere solo non è nulla / Essere vuoto non è brutto / Essere al buio non è insolito / Ma ... / Noi eravamo due nel mondo / Noi eravamo pieni del suo calore / Noi eravamo nella luce del sole insieme / Ed ora ... / Finita ogni cosa / Noi non possiamo neanche / piangere / Essere solo con questi pensieri / essere pieno di questi rimpianti / essere nella luce di questa luna / Ma ... / Io non posso / piangere.
(Canto) Perduto amor, perduto amor; mi lascerai, ti perderò; perduto amor, perduto amor forse domani ti scorderò.
(Poesia) Melancolia / nel sole e i prati / con la polvere del tempo. / Sperduti come foglie / senza illusioni / in brividi di angoscia / disperatamente / ci aggrappiamo al ramo / del nostro albero.
(Canto) Nina, ti ricordi; ti ricordi, Nina, ti ricordi Nina, ti ricordi ancora di me?
Sottomarina, 17 gennaio 2005.
GV(2012)
I couplet sono di melodie già esistenti - che non tutte ricordo ; il testo è completamente mio - le poesie sono state ripescate dai miei "scritti sparsi" :
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