mercoledì 29 agosto 2012

Filippo Neri.

Filippo Neri


quasi un oratorio. di Giancarlo Varagnolo



[Mentre dalle quattro postazioni della chiesa si declama, all'altare c'è la famiglia Neri con il bimbo Filippo. Iniziare con una laude.]

-- È nato in Firenze

-- Lo chiamarono Filippo.

-- Era l'anno del Signore 1515.

-- Il 21 di luglio, in Firenze.

-- Nacque Filippo della famiglia Neri.

-- Il padre è notaio,

-- ma per diletto.

-- Era un bravo bambino, Filippo.

-- Pippo il buono, Pippo buono, così la gente in Firenze lo conosceva,

-- e lo chiamava; il buon Pippo.

-- Fu in Firenze solo nella sua adolescenza, Filippo il buono, e poi ...

-- E poi?

-- E poi?

-- E poi il padre l-inviò dallo zio Bartolomeo, ricco mercante a san Germano nei pressi di Monte Casino.

-- A diciotto anni.

-- Dopo gli studi.

-- Studia dai padri domenicani di san Marco.

Filippo[ragazzo] (dall'altare): Quello che ho avuto di buono, nella mia adolescenza, lo devo ai domenicani di san Marco.

Padre: Porta con te questa pergamena con il tuo albero genealogico.

Filippo (prendendola e strappandola): Padre, non è questa la nobiltà che cerco! Vale meglio essere scritto nel libro di Dio.

-- Va Filippo, ubbidendo al padre, dallo zio; [l'incontro avviene nel corridoio della chiesa]

-- che lo accoglie con gioia,

-- e ben presto s'avvede che è un buon ragazzo

-- che umpara rapidamente

-- l'arte del commercio;

-- ma ...

-- Ma?

-- Ma?

-- Non era questo il mondo che attraeva Filippo.

Filippo [adulto; è entrato in scena dalla porta principale della chiesa]: Che senso dare alla mia vita?

Frate & voce fuori campo: Dimmi ciò che ti preoccupa, Filippo.

-- I frati

-- del monastero

-- di Monte Cassino

-- gli danno buoni consigli per il suo avvenire.

-- Li ascolta, Filippo,

-- li ascolta,

-- ma´è dentro di sé che vuol sentire ...

Filippo [iniziando il giro attorno all'altare]: In principio il Signore attira le anime a sé allettandole con la dolcezza spirituale, ma poi la toglie per vedere se sono forti nello spirito ...

-- e le lascia combattere contro tribolazioni e tentazioni;

-- se le sopportano gli riconcede queste consolazioni duplicate, e non sentono più travaglio ne fastidio alcuno.

-- Medita e prega Filippo

-- andando alla Montagna Spaccata,

-- e lì, alto sul mare, contempla la bellezza del creato e l'amore del suo creatore.

Filippo [dietro l'altare] : Quando sei tentato ricordati delle cose belle che Dio ti ha fatto gustare e così facilmente supererai la tentazione.

-- [canto di una laude di Jacopone da Todi]

Filippo & voci a canone: Occorre perseverare nella preghiera e non curarsi dei fantasmi e delle tentazioni che cercano di interrromperla perché lasciandola si potrebbe perdere un dono che non si è potuto ottenere in decine di anni.

Filippo [di fianco all'altare] : Alcuni iniziano a praticare molte devozioni, ma poi si stancano e non durano; [con voci che fanno eco] è bene prenderne poche e non lasciarle mai. / Ho deciso: mi consacrerò interamente a te, mio Dio ... Solo così sarò felice.

-- Ha deciso:

-- si è consacrato a Dio

-- interamente

-- totalmente

-- eternamente

-- a Dio (a Dio, a Dio).

Filippo: Addio zio Bartolomeo, vo a Roma.

Zio: Filippo, o che tu fai? Non ho figli e avevo pensato di nominarti mio unico erede!

Filippo: Stimo la benevolenza che mi mostrate; ma per seguire liberamente Cristo lascio tutte le ricchezze terrene.

Zio: Porta con te delle vestimenta; prendi questa borsa di denari ...

-- Congedatosi dallo zio

-- il giovane Filippo

-- ha vent'anni!

-- s'incammina, squattrinato, verso ...

Filippo [ad uno spettatore] : Roma, di là? Oh, guarda che mucche strane ci son qui! [ad un altro s.] Vado bene, di qua, per Roma?

-- È il 1535.

-- È papa Clemente VII.

-- Dove vai Filippo?

Filippo: Alla casa del direttore della dogana, Galeotto del Caccia. Mi hanno consigliato di passare a trovarlo.

-- È fiorentino

-- succome egli

-- Filippo

-- era fiorentino, così aveva caro che gli altri sapessero ch'ei fosse.

Galeotto: Perché lasciasto lo zio? Mah! Devi pur mangiare, ti ci vole un tetto .. Credo di aver trovato ciò di cui hai bisogno: ti occuperai dell'istruzione dei miei figli.

-- Michele e Ippolito [arrivano assieme alla madre che esce con il marito].

-- L'impiego che è riuscito a procurarsi permetterà a Filippo di avere un alloggio

-- di avere del pane e delle olive tutti i giorni;

-- gli permette di sopravvivere e

-- e soprattutto gli lascia molta libertà.

Filippo [che nel frattempo su un cartelo ha scritto-mostrato ai ragazzi delle desinenze latine e/o delle operazioni aritmetiche] : Ed ora, dalle Facezie del Pievano Orlotto, "La volpe e l'uva".

Michele & Ippolito : La sappiamo già! L'abbiamo già letta in latino. Sí, sí.

Filippo : Lo so, ma questa è la riscrittura di Arlotto Mainardi. Dunque, come sapete [mima narrando] la volpe arriva alla vigna, una di quelle coltivate alte, e non ce la fa op, op, op a raggiungere l'uva con i suoi balzi. Ma essendo volpe furbona pensa: "Se io vo ad arrampicarmi da quella parte ..."; così fa e in equilibrio sui primi rami un passettino, due passettini ... e addenta un bell'acino grosso, ma patatrac: ti perde l'equilibrio e cade giù. Tac! l'osso del collo rotto. "Che bischerata! la è pure acerba, acerba." dice, e more.

Michele & Ippolito : Porella!

Filippo: Che insegnamento ne traiamo?

Michele :Ch'era meglio se non lo faceva.

Ippolito : Troppo semplice, Miché. Io direi: fidarsi del proprio giudizio; l'aveva pur detto che l'era acerba e a voluto provare.

Michele : Così però voleva far tacere quelli che le dicevano che non ce la faceva a prenderla e trovava scuse.

Filippo : Ben, bene. Io vedo un ulteriore insegnamento: "Non fidatevi mai di voi stessi e non presumete di non cadere in peccato. Piuttosto dite: Signore, non fidarti di me perché sicuramente cadrò se non m'aiuti." Ed ora va'! [prende un pallone e lo lancia ai ragazzi; giocano fino a metà corridoio, poi ritornano giocando ad "acchiappino" e a "saltavite" - esclamazioni a soggetto]

-- Allegro per natura, Filippo amava giocare

-- e scherzare;

-- era un burlevole , cioè di buon umore,

-- nelle vie rumorose e le piazze animate

-- lungo le rive del Tevere o presso le botteghe della Roma vecchia.

Filippo [ritornati all'altare] : Buonanotte Ippolito, buonanotte Michele [che escono].

-- Filippo legge al chiaro di luna

-- non perché sia romantico

-- ma per risparmiare la candela.

-- Frequenta la vicina università di filosofia della Sapienza

-- e quella di teologia di sant'Agostino.

-- Studente di grande intelletto e di sottile ingegno.

Filippo : Per poter raccogliere il frutto della vita dei santi o da altri libri spirituali non bisogna leggerli velocemente, ma profondamente, e se una cosa ci colpisce e ci commuove non bisogna andare avanti, ma fermarsi e lasciarsi guidare dallo Spirito Santo.

-- Così fa Filippo

-- che ben presto ne ha abbastanza degli studi;

-- li abbandona e preferisce girare per le strade di Roma

-- colloquiando con la gente.

Filippo: Allora, quando volemo incomincia' a far bene?

-- E a chi rideva di lui

-- no, era anzi lui a voler far ridere la gente

-- raccontando barzellette {{trovarne una ?!!}} .

Filippo : Fratelli, state allegri, ridete pure, scherzate finc`é volete, ma non fate peccato!

-- Una volta, fuori dalle mura romane, incont´ò un contadino

-- che stava zappando il suo campo.

Filippo : Perché state lavorando?

Contadino : Per poter mangiare.

Filippo : Ma solo per questo?

Contadino : Beh, anche per bere qualcosa, magari un bicchiere di buon vino rosso.

Filippo : Fate bene, è una buona idea: mi raccomando però, che non sia troppo! Ma non c'è anche un'altra ragione?

Contadino : Lo faccio certamente anche per mantenere la mia famiglia!

Filippo : E il Paradiso? Il Paradiso non conta nulla? Va bene lavorare per mangiare e bere, ma il Paradiso non bisogna mai dimenticarlo. Ricordati sempre: pane e Paradiso! Pane e Paradiso!

-- Filippo è come la campana che con i suoi rintocchi invita la gente a recarsi in chiesa, ma essa non si muove dal suo luogo. Così anche Filippo fa abbarcciare al vita religiosa a tanti giovani, ma lui invece resta nel secolo.

Filippo : Non ho mai lasciato il mondo. Dimmi [a Francesco entrato], carissimo, come ti chiami?

Francesco : Sono Francesco Zazzera.

Filippo ; E cosa fai?

Francesco : Studio giurisprudenza.

Filippo : Beato te. Adesso studi, e poi sarai un grande avvocato.

Francesco : Sì, certo.

-- Ambizioso, il ragazzo!

-- ssst!

Filippo : Pieno di soldi.

Francesco : Beh, sì.

Filippo : E poi sarai pieno di affari, guarderai tutti dall'alto in basso. Sarai ... sarai ...

Francesco : Sì, certo, cioé no, sì!

Filippo : E poi? E poi? E poi? [s'allontana]

Francesco ; ... e poi? [medita; via]

-- Questa piccola parola lo tormentò per tutta la notte

-- e fece crollare il fantasioso mondo costruito dai suoi sogni di gloria,

-- lasviò gli studi e le sue ambizioni

-- e fu con Filippo,

-- che, a partire dal 1538, troviamo in vari ospedali.

Filippo : Quando fai servizio ad un malato immagina che quell'infermo sia Cristo e così lo farai con amore.

-- Ovunque Filippo attira facilmente a sé i cuori

-- come la calamita attira il ferro.

-- Giorno dopo giorno si consacra agli altri.

-- Ad alcuni che non sopportavano pazientemente le contrarietà diceva:

-- "Non sei degno che il Signore ti visiti;

-- è una grande grazia sopportare il male per amore di Dio."

Filippo : Senza preghiera mi pare di essere una bestia. È bene levare la mente molte volte al giorno a Dio con qualche piccola preghiera. Le mie parole e le mie azioni sarebbero impotenti se non venissi qui.

-- Qui, nelle catacombe di san Sebastiano.

-- Sono la sua meta preferita questi cubicoli sotterranei che i cristiani avevano costruito al tempo delle persecuzioni.

-- In queste catacombe la preghiera di Filippo prosegue spesso per ore e ore.

Filippo : Ah! Signore, non fidarti di Filippo! Ah! Signore, non fidarti di Filippo!

-- Così, una notte del 1544 ...

Filippo : È nel silenzio che parli al mio cuore, mio Dio ... Cosa vuoi da me? Signore, vedo e sento il tuo amore come un globo di fuoco che mi entra in bocca e invade il mio petto! ... Basta, Signore! Non posso sopportare tanta gioia!

-- Un globo di fuoco penetra nel cuore di Filippo.

-- Il cuore si dilatò in modo tale da rompergli due costole

-- come constatarono i medici alla sua morte.

Filippo : È un gran pericolo desiderare di avere delle visioni: molti che sono andati dietro a questo desiderio sono caduti in rovina.

Persiano Rosa [avvicinandosi] : Perciò devi essere prudente, Filippo. Taluni iniziano bene e finiscono male. Diffida degli eccessi, come quei monaci che si flagellano il corpo e non provano che disprezzo per i peccatori ... questo non è l'amore di Dio.

Filippo : Non desidero né l'eccessiva indipendenza di quei monaci, né la rigidità esagerata dei compagni di Ignazio di Loyola.

Persiano : E non dimenticare: servire l'uomo è servire Dio.

Filippo : Il modo migliore per vincere il diavolo, essendo esso superbissimo, è l'umiltà, confessando i propri peccati e tentazioni al confessore.

Persiano : Da molto tempo voglio farti una domanda, Filippo. Perché non diventi sacerdote?

Filippo : Padre Persiano, veramente non ci ho mai pensato.

Persiano : Eppure potresti fare tanto bene ...

Filippo : Avrei qualche difficoltà ad entrare a far parte di un'istituzione ... avrei apura di essere prigioniero ... Sai bene, Persiano, che io sono come gli uccelli che amano volare liberamente!

Persiano : Ma guarda me! Non ho scelto un servizio regolare nella chiesa di san Gerolamo, questo comporta una certa povertà ... ma sono libero come gli uccelli!

Filippo : Perché no? Ma il mio temperamento potrà adeguarsi all'essre prete? Sicuramente, padre Persiano, non riesco ad immaginarmi come un prete serio e rispettabile! [ridono entrambi]

-- Dopo molte riflessioni e preghiere, Filippo Neri è ordinato sacerdote.

-- È il 23 maggio 1551.

-- Tutte le mattine confessa nella chiesa di san Girolamo.

-- Numerosi giovani sono attirati dalla sua gioia di vivere e dal suo fervore.

Filippo : "Attira più una goccia di miele che un barile di aceto." Non bisogna attaccarsi ai mezzi, ma al fine. Molti si impegnano in mortificazioni corporali, ma non pensano per niente al fine, cioé ad amare Dio.

-- Si trova regolarmente per uscire assieme ai giovani

-- per il pellegrinaggio alle "Sette chiese".

-- Una devozione personale di Filippo

-- che diviene un fatto comunitario [inizia la processione lungo il perimetro della chiesa]

-- [vengono cantate due laude, con sette fermate; il corteo si ingrossa nel percorso!]

Filippo : Beati voi che siete giovani, che potete fare il bene.

-- La sera il grupp si riunisce. [maschi attorno a FN, femmine in due gruppi ai lati]

-- Si commenta un brano,

-- si prega,

-- si canta

-- in una sala che prenderà il nome di oratorio.

Filippo : Cercate di capire ciò che è importante: ciascuno di noi ha ricevuto un dono particolare che deve scoprire e sviluppare ... ma non bisogna voler fare tutto in un giorno, né divenire santi in quattro dí ..

Giovane : Come riconoscere ciò che viene da Dio?

Filippo : Se una cosa vi sembra buona, ma vi rende tristi, significa che non viene da Dio. È un segno inconfondibile! Poiché l'impronta dello Spirito di Dio è sempre la pace interiore e la gioia ... E se volete conservare la gioia, fuggite la menzogna come la peste!

Giovane 2 : Come pregare?

Filippo : Un sistema eccellente per imparare a pregare è leggere quotidianamente in modo familiare la parola di Dio e vederne l'attuazione nella vita dei santi, soffermandosi allorché se ne coglie un beneficio spirituale.

Giovane 3 : Ho parlato con una persona che ha delle rivelazioni divine ...

Filippo : Da Dio, veramente? Non bisogna dare credito alle visioni, alle rivelazioni, è la classica trappola del diavolo.

Giovane 3 : Ma sono convinto che questa persona è sincera!

Filippo : Senza dubbio, ma può essersi sbagliata. Se qualcosa viene veramente da Dio, egli saprà certamente farcelo capire.

-- [laude cantata da tutti]

Filippo : Quando ti confessi accusa sempre per primo il difetto o peccato di cui ti vergogni di più, così confondi il demonio ed ottieni un gran frutto da questo coraggio.

-- La lingua è un piccolo organo che, se usato male, può fare molti danni, così come un piccolo fuoco può bruciare un'intera foresta.

-- Filippo cercava di correggere a suo modo il grave vizio della mormorazione e della maldicenza.

-- Una donna si recava spesso da lui, sempre confessando lo stesso errore.

Donna : Sono così abituata che nemmeno me ne accorgo.

Filippo : Devi fare questa penitenza, va al mercato e compra una gallina e lungo il cammino spennala per bene in modo che non resti neanche una piuma. Poi torna qui.

Donna : Ma che razza di penitenza è mai questa? Padre Filippo se non è mai stato pazzo fino ad oggi, lo è diventato ora.

-- Torna la donna.

Filippo : Va benissimo. Ora ritornerete nelle vie dove siete passata e raccoglierete tutte le piume.

Donna : Ma padre, come farò? Chissà dove il vento le ha portate!

Filippo : Anche le vostre parole velenose sono arrivate ovunque e chissà quanto danno hanno fatto, senza potervi più porre rimedio.

Donna 2 : La mia vita famigliare sta diventando un inferno a causa dei continui litigi con mio marito. Prego sempre il Signore di portare la pace nella mia casa, ma invece la situazione peggiora sempre più.

Filippo : Un sistema per far tornare l'armonia e la serenità ci sarebbe, però devi seguire fedelmente le mie istruzioni. Prendi questa bottiglia d'acqua e quando tuo marito comincia a gridare aprila e bevine un sorso, ma senza inghiottirlo.

Donna 2 : Grazie, padre, farò come voi dite. [via]

Filippo : Una bocca silenziosa ne azzittisce mille.

Uomo : Padre, mi sento stanco e avvilito, e la vota mi diventa ogni giorno più difficile da sopportare. Il demonio mi perseguita con continui dubbi e tentazioni e io non so più come fare.

Filippo : Non preoccuparti ché presto tutto passerà. Quando ti senti così depresso ripeti questa frase: "Scupolie malinconia, fuori di casa mia" e vedrai che ogni male svanirà. [canta alcune allegre canzoni ballando in modo ridicolo - con altro oratoriano?]

-- Filippo Neri era strano, ridanciano.

Filippo : Io sono un cane che rodo un osso / perché la carne roder non posso! / Se verrà tempo che possa baiare / farò pentir chi non mi lascia stare!

-- La vivacità abbastanza eccentrica di Filippo rischiava di scontrarsi con la rigidità della Controriforma.

-- "Bello e cortesia, impazzir per lo Messia"

-- aveva detto Jacopone da Todi in una sua laude,

-- laude che Filippo amava e che farà musicare.

-- Un buffone di Dio era dunque ...

Cardinal Vicario : Voi che tanto parlate di umiltà, siete il più ambizioso di tutti: radunate la gente non per amor di Dio, ma di voi stesso. Voi volete far setta.

Filippo : Per vincere le tentazioni della carne occorre fuggire l'occasione e l'ozio; non nutrire delicatamente il prooprio corpo; pregare, confessarsi e comunicarsi spesso.

Cardinale : Voi avete fatto una processione portandovi dietro sette mule cariche di pasticcini.

Filippo : Sí, è vero, ma è per strappare i giovani dai bagordi del Carnevale.

Cardinale : E voi pure cantate e ballate ...

Filippo : Sí, reverendo cardinale, ma tra una merenda, un gioco onesto e un canto, non manca occasione per la visita al santissimo Sacramento e la preghiera.

Cardinale : Il pellegrinacggio alle sette chiese, nevvero? E le riunioni al vostro cosiddetto oratorio? Vi possono tutti prender parola, ah!?

Filippo : Viviamo riuniti dall'amore di Dio, senza costrizioni. I più grandi danno il buon esempio ai più giovani. Quando si parla di Dio, non occorre fare sermoni. Se c'è qualcosa di odioso è la freddezza. Parliamo semplicemente, concretamente.

Cardinale : Mi dicono di avervi visto danzare, e raccontare barzellete, e vestirvi in modo strano, con la giubba messa a rovescio, il berretto a sghimbescio, le scarpe bianche ...

Filippo : Il diavolo ha paura della gente allegra ...

Cardinale : E questo vi autorizza ad andare in giro con la barba rasata da un solo lato del viso? a portare al guinzagli strani animali?

Filippo : Ma era la mia gatta e ... sarebbe veramente folle colui che cerca onori e gloria per se stesso. Tutto è vanità.

Cardinale : Ed è per questo che Cesare Baronio, ottimo storico della Chiesa, è stato da voi nominato "cuoco perpetuo" del convento? Ed è per questo che uiliate i vostri discepoli con il prendersi cura della gatta e del cane che possedete? Ed è per questo che avete fatto tagliare i capelli in maniera fratesca con larga chierica ad uno e avete imposto ad un aktro di andare in piazza con un cartello appeso al petto ove era scritto "per aver mangiato il salame" ?

Filippo : Erano lezioni pratiche che ...

cardinale : E gli scappellotti che elargite?

Filippo : Non li do a lor, ma al demonio che li vuol tentare.

Cardinale : E il vostro dileggio all'autorità e alle cose sacre?

Filippo : Cosa dite, eminenza?

Cardinale : Non corrisponde al vero che avete chiesto, in pubblica via, all'eccellentissimo cardinale Bonelli la grazia, la grazia di rendere nera la vostra barba ingrigita?

Filippo : Ma si rise entrambi della facezia. Bisogna essere gioiosi e umili ...

Cardinale : E la vostra umiltà e gioia la mostrate buttando per aria il cappello cardinalizio, appena consegnatovi, gridando: "Paradiso, Paradiso!" ?

Filippo : Perché è tutto vanità. Io sono un povero prete; non sono degno di tanto onore, ve ne sono tanti più degni di me.

Cardinale : Lo credo bene! Un prete che va per osterie e s'accompagna per far baccano con tale "fra Deo gratias', e invece di meditare sul santo Evangelo legge ai fedeli ... le facezie del Pievano Arlotto! E prima di dir messa.

Filippo : Ma non c'è niente di mglio di un libro divertente per rallegrare lo spirito. L'Arlotto ha riunito nel suo libro tutte le sciocchezze che ha potuto vedere intorno a sé. Non è per deridere o insultare, ma per correggere benevolmente i fratelli, invitandoli a ridere dei propri difetti.

Cardinale : Bene. E poiché un vostro difetto è nello stringere con i denti il calice, nel celebrare la santa Messa, tanto da lasciarne le impronte, bene, per 15 giorni vi vieto di celebrare messa, e vi proibisco di confessare. [via]

Filippo : Il Signore non manda un travaglio senza inviare poi anche una consolazione. Se arriva una difficoltà state allegri: arriverà anche la consolazione.

-- Filippo ha più di cinquant'anni e questi intrighi non gli tolgono il buonumore.

-- Ma i pellegrinaggi alle 7 chiese furono proibiti e

-- persino l'oratoeio rischiava di essere chiuso.

-- Intervenne allora il vescovo di Milano, Carlo Borromeo.

-- Da parte sua, il popolo di Roma ha sempre avuto fiducia in Filippo.

Popolano : Ha presentimenti.

Vecchio : Ha visioni.

Popolana : Aiuta i malati.

Ragazzo : Ho visto padre Filippo sollevatosi da terra e il pavimento tremare sotto di lui.

Coppi : Ha risuscitato nostro figlio Paolo.

Marito : Ha salvato mio moglie puerpera che stava per morire.

Francesco Tarugi o Agostino Manni (?) : [predica agiografica aulica su F. N.]

Filippo : È molto bello quello che hai detto ...

FToAM : Grazie, padre.

Filippo : Ma nessuno ha capito niente delle tue belle frasi! Dobiamo invece parlare semplicemente: non solo idee, ma fatti ... È la parola di Dio annunciata con convinzione che cambia i cuori, non le nostre belle parole! Per penitenza ridirai sette volte il tuo sermone!

FToAM : [esegue dal pulpito, senza microfono!, mentre l'azione prosegue]

-- Il 15 luglio 1575

-- papa Gregorio XIII

-- ufficialmente riconosce la congregazione dei preti dell'oratorio

-- la cui sede sarà, fino ai nostri giorni, alla vallicella.

Oratoriano 1 : Si vede raramente padre Filippo a tavola, salvo quando ci sono degli invitati.

Orat. 2 : Preferisce stare da solo ...

Orat. 3 : E l'altro giorno è perfino uscito nel bel mezzo del pranzo!

Orat. 4 : È già tanto che sia qui alla Vallicella, all'inizio si ostinava a rimanere a san Girolamo.

Orat. 2 : Perché dice di amare la vita ritirata.

Orat. 3 : Già! Ma non è ammissibile che il fondatore di una confraternita viva da solo, lontano dai suoi confratelli.

Orat. 1 : Padre Filippo mi ha detto sovente che la vita comunitaria gli ispirava una sorta di orrore, lui così socievole!

Orat. 4 : Ah! Eccolo ...

Filippo : Tutte le congregazioni hanno un regolamento ferreo, mo non l'oratorio! Perché questa libertà? Per meglio aiutarci ad essere noi stessi. Ma non parlare bene di te stesso, nemmeno per scherzare. [oratoriani si allontanano, FN al'altare]

-- Con il passare degli anni Filipppo sempre più raramente poté seguire il suo Oratorio.

-- Le stranezze di Filippo provengono da un suo bisogno di restare umile.

-- Gli servono infatti per nascondere il suo fervore,

-- che è straordinario,

-- ma non sempre ci riesce.

Testimone : "Mi ricordo che il Padre salì sul pulpito per predicare, ma fu assalito dalla commozione che non poté dire una parola e discese giù senza dir altro, e mai più ci è salito."

-- Talvolta piange.

-- Le estasi, le lievitazioni

-- arrivano contro la volontà di Filippo

-- che celebrerà solo messe private

-- interminabili.

Filippo : Cosa faccio, Signore? Oggi ero così commosso pensando a te, che non ho potuto dire una parola. Chi desidera assistere a delle estasi si sbaglia di grosso. Signore, non ho mai fatto alcun bene nella mia vita ... L'unico bene che ho fatto, lo debbo a te.

-- "Bisogna morire, figliuoli, bisogna morire."

-- È il maggio 1595.

-- Filippo ha ottant'anni.

-- Con grandissima affabilità riceve tutti coloro che vengono da lui,

-- facendo a tutti accoglienze e carezze più del solito.

-- Celebra la sua ultima Eucarestia il 25 maggio

-- dove ebbe la forza di intonare il Gloria [inizia in sordina; coro e musica]

-- Dopo aver benedetto i suoi discepoli,

-- serenamente diede l'ultimo respiro. [Gloria forte]

{narrazione sintetica di alcuni miracoli post-mortem?}

-- [terminaato il canto] Filippo Neri fu considerato subito santo dal popolo romano.

-- Nel 1622 fu ufficialmente riconosciuto santo anche dalla Chiesa.



gv

19 gennaio 2010

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