QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO (e a braccio)
prendendo in prestito un titolo e cercando autori di possibili storie.
Giancarlo Varagnolo
Attori e non interpreti: [elenco di nomi + o - a caso].
Animatori-manieutici: # maschio, & femmina, % maschio [la cosa migliore sarebbe trovare un attore nel luogo della rappresentazione, che fosse conosciuto da una parte del pubblico] . Sono vestiti in nero come fossero "camerieri in divisa estiva".
Regia gestatoria: [..] La scena (+ o -) vuota; sipario alzato.
#(entrando): Il teatro è finzione, e la finzione, il fingimento, lo chiamiamo teatro. "È un buon teatrante" si dice di un bugiardo infingardo, di una faccia di bronzo, o d'un politico che, per antonimasia, è un racconta & porgitore di fandonie. Conoscete alcun politico non mentitore, non fanfarone, non guitto? Beh, se ve n'è qualcuno, allora è un burattino manovrato da altri e ... sempre in teatro siamo, sempre attore è, però con il ruolo di comparsa. Vedo che qualcuno si agita nella sedia: pririti politici o emorroidi da stitichezza emotiva? Non preoccupatevi: niente politica, siamo già attori. Qui sul palco, intendo. Ci manca la storia da raccontare. Avevamo pensato ad una fiaba, ma quale riproporvi? Su una c'è stato quasi, dico quasi, un accordo fra di noi (gesto indicante altre persone vicino a lui) ohoh (constatando il vuoto) continuo a parlare al plurale, che non è "majestatis", plurale megalomane, ma perché siamo, eh, siamo un gruppo, una compagnia teatrale! Ecco a voi & (che entra però non di lato ma alle spalle di #)!
&: Buonasera; scusate, ma sapete come sono queste cose di trucco, abbigliamento, mise e tutto il resto. Compreso un dieci minuti di rilassamento-yoga, che il signorino qui disdegna di fare. (zittendolo) Incominciamo subito! (al pubblico) E poi dicono che sono le donne ad essere chiacchgierone, pettegole, petulanti. In scena, a teatro, le servette sono tutte ci-ci-ci-ci-cí, mentre il maggiordomo: "Il pranzo è servito", punto. C'è un maggiordomo, qui?
# (ridendo): Che sciocchezza! Come puoi pensare che ci sia un maggiordomo qui, ora, di questi tempi!
&: Ah, perché secondo te non ce ne sono più! E quelli che aprono le portiere delle auto dei ministri [può essere: deputati, faccendieri, ...] ? e quelli che sono nelle ville dei ministri? e quelli che porgono l'asciugamano nelle piscine dei ministri e ex-ministri e amici e amiche di ministri??
#: Avevo, guarda, appena assicurato il pubblico, con problemi gastro-intestinali di natura politica, che non avremmo parlato proprio (..)
& (interrompendolo): Giusto giusto giusto, scusa, proseguiamo, andiamo avanti. Prego.
#: "La lingua batte dove il dente duole", "chi più ne ha più ne metta"; due proverbi, due slogans, se volete; due, comunque, adagi da ponderare, da meditare, ma che dico meditare! da cui iniziare lo spettacolo di oggi. Sì, perché ...
&(facendo ampio cenno che tocca a lei): Spettacolo cos'è? Tutto quello che si mette in mostra, che si fa risaltare, che si sottolinea, a cui si dà rilievo; o importanza.
#: O rilevanza, o peso e valore nel bene o nel male, nel tragico e nel comico, nello yin e nello yang (si ferma interdetto, quasi fra sè:) filosofia cinese, sapete, Tao, Mao, Ciao ... (guarda con occhi contriti &)
&: Il mio collega chiacchierone voleva farvi notare che qualsiasi azione, atto o momento anche piccino-piccí della quotidianità, dell'andazzo d'ogni giorno può essere lo spunto per una azione teatrale.
#: Non "lo spunto", poiché essa già è teatro, letteralmente, altro da sè, cioè fuori dal tran-tran, se solo la si riproduce, ri-propone, ri-fabula.
& (in un finto a-parte): Ô, gente, che sia chiaro: io sto recitando, lui no! Lui è proprio così: un chiacchierone sbrodolone ... (gesticola)
#: Bene, ci faremo (gesto perplesso di &) intendere meglio (gesto d'intesa verso &) con un esempio (cenno a &). (Gesto interrogativo di &) (Gesto assertivo di #)
&: Quand'è che abbiamo deciso che io faccio l'esempio?
#: Si era parlato che avremmo proposto un esempio esplicativo prima di (..)
&: No, s'era deciso di prendere l'esempio direttamente dal pubblico.
#: Direttamente? Súbito, immediatamente?
&: Sì, oco!
# (dopo occhiataccia a &): Bene bene bene, chercez la famme, come dicono in Quebec. (all'occhiata interrogativa di &, quasi a parte) Eh, anche lì parlano francese, ma con una pronuncia (cenno di "così-così" con la mano) quasi come la mia ...(occhiataccia e gesto "va' avanti" di &). Bon lalà, cerchiaiamo cherçons l'exempio. (scuta in platea) La signora lì, in questa fila con [a soggetto], no , più a destra [ib.].
& (intervenedo): Per me il signore lì (ovviamente lato opposto) potrebbe darci un esempio mooolto interessante. Con una faccia così e una pettinatura [o altro] di tal fatta ... Sí, proprio lei. Non si sente! e non è bello né e-du-ca-to gridare.
#: Adesso vengo giù, signora, così chiariamo a chi mi sto rivolgendo.
& (scendendo con #): Un esempio è un esempio.
#: Sì, sì, lo so, ma uno lo possiamo lasciare per dopo.
&: Al solito, neh? L'esempio è uno, il secondo esempio è se son proprio (cenno "idioti")! Insomma, se non è chiaro e sufficiente il primo. [andando verso lo/a spettatore/trice più imbranato/a, e comunque gestire la situazione indirizzandola al punto desiderato]
#: Buonasera, signora! Mi dica, no, non il nome, restiamo nell'anonimato, che-è-meglio! Le è acaduto qualcosa che valga la pena, a suo insindacabile giudizio, di essere raccontato o che magari, guarda caso che fortuna, per tutti noi, ha già narrato poche ore fa a qualcuno? No??
Vediamo ...
&: È stata a fare la spesa.
#: Ha preparato il pranzo.
&: Ha guardato un bel programma alla TV.
#: Chattato abbastanza con l'amica-del-cuore.
&: O l'amico ... del-cuore.
#: Facendo compere ha notato ...(sguardo indagatore)
& (sovrapponendosi) Non è stata soddisfatta del pranzo?
# e & (risalendo): Bene, ecco qui, andiamo a mostrare l'esemplificazione-chiarimento.
& (ad #, "recitando"): Tesoro, mi sa che hanno aumentato il prezzo del tuo bagnoschiuma preferito.
#: Pazienza, amore, vuol dire che mi laverò di meno.
&: Ma che battuta è questa? Ma va'. Signora, niente di personale, neh. Se ha qualcosa da suggerire ... Vede a lasciare alla fantasia ... bacata di questo qua ...
#: Stiamo facendo teatro, o no?
&: Sì, però cerchiamo di non cadere un po' troppo in basso; la spazzatura lasciamola alla TV ... (precipitandosi a tappare la bocca a #) Eh, sì, perché lui ce l'ha a morte con ... non facciamo nomi, né cognomi (occhiataccia e poi libera #).
#: Scusate, m'è venuta spontanea. Lo so che è una battuta da festa parrocchiale, ma è lì che ho incominciato a recitare.
&: Non so se hai fatto un affare a dirlo così, pubblicamente ...
#: Che cosa c'è, da vergognarsi?
&: Niente. Però, immagina su Wikipedia: "Esordì all'età di tre anni nella parrocchia [citare quella ove è il teatro] come pecorella nel presepe" ...
#: No, veramente (..)
& (zittendolo): Lasciamo perdere e andiamo avanti ché alla gente non interessano ... Oddio, che sto dicendo!? Mi sto dando la zappa sui piedi, come si suol dire. Sempre ammettendo che ancora si sappia che cos'è una zappa, con la A, non zuppa, con la U.
# (saccente): Or ora la mia (ironico) brillante collega, s'è ricordata, accidentalmente eheh, dell'assunto del nostro spettacolo: tutto è teatro, teatro è tutto, non per niente i situazionisti (..)
& (interrompendolo): Aaah! Io non ci volevo credere; sapete com'è: leggete che l'attore tale e l'attrice tal'altra sono delle (farfuglia una parolaccia) nella vita, ma bravi, stars, sul palco o set, ma questo qui ... io ... lui ... aaah! (urla di raccapriccio)
# (serafico): Il teatro è vita, la vita è teatro. Shakespeare in Love, eh (sospiro).
& (con rabbia): Hanno aumentato il prezzo del tuo bagnoschiuma, porcamiserialadra!
# ( " " ): Lavoro otto ore al giorno, più due di viaggio, mondocano! Avrò ben il diritto di lavarmi con il mio, MIO, bagnoschiuma preferito?!
&: Quello che t'ha sempre comprato la mammmina, vero?
Non toccare la mamma.
&: Tua madre ... aaah (sprezzante)!
#: Taci, non ti permettere di (farfuglia qualcosa) mia madre!
& (didattica): Chiaramente qui abbiamo già la tragedia; e il complesso d'Edipo.
# ( " ): Ovviamente nella finzione scenica.
& (quasi a-parte): Sarà ...
#: Bisogna reagire, fare qualcosa; mobilitarci.
&: Per chi? Per il complesso d'Edipo? Per te?
#: No, no, per l'aumento del costo dello shampoo.
&: Bagnoschiuma; vero, signora? Bagnoschiuma. Sì, lo so che non ce ne ha parlato ...
#: Scusa: ti ho rubato una battuta. La tua è: "Hanno aumentato etcetera" ed io, zac! Bisogna reagire, fare ....
&: Mi spieghi 'sto fatto? Se stiamo recitando all'improvviso, a braccio, al momento, com'è che tu sai non solo soltanto ma anche?
#: Anche .. che?
&: La mia e la tua battuta.
#: Ma chiaro, ovvio, consequenziale! Se non è zuppa è pan bagnato.
&: Che c'entra?!
#: Spieghiamolo al pubblico invece di litigare fra noi ... O ... Ma guardali: preferiscono il nostro litigio ad un'avvincente - ve la do io, eh - spiegazione!
&: Perché recitiamo bene, molto (fra i denti) realisticamente.
#: Mi sa che credono che facciamo sul serio.
&: Vedono benissimo che stiamo recitando, che i nostri sentimenti sono sotto controllo scenico; tu, piuttosto, datti una calmata.
#: E perché proprio io?
&: Perché sì: mi irriti.
#: Sul serio, perdavvero?!
&: Sì, signor so-tutto-mi.
#: Ma se è vero. Cioè, non proprio tutto ...
& (grudando lamentosa): LO shampoo costa di più!
#: Anche lo shampoo è aumentato di prezzo?! Sventura su di noi!
& (fingendo di non farsi sentire dal pubblico): Volevo dire bagnoschiuma, scu-sa-mi.
# ( ib.): Vedi che adesso viene a proposito la mia battuta di prima. (grida) Bisogna reagire, dobbiamo fare qualcosa, opponiamoci all'aumento dei prezzi! Esproprio pro(..)
& (interrompendolo, canta): Propporopò, proroppoppopopò, popopò [praticamente il jingle della 20 century Fox] .
# (si unisce al huming finale): Domani è un altro giorno e la vita continua.
&(citando): I don't give a dime: ecchí senne fregga.
#: Per qualche centesimo in più. [aggiungere altri titoli , attuali, a piacere]
&: Shrek! Ma è meglio concludere perché siamo a teatro e non al cinema che si può permetteredi proporre il seguito, e il 2 e 3 e 4 e vai, o alla teel in un serial. A teatro, quando la va bene, si fanno repliche. Punto.
#: Okkei, gente. Quel che ci siamo proposti è un divertissement teatrale.
&: Io veramente m'ero proposta qualcosa di più semplice, ma sapete com'è: ognuno ha la propria personalità, cioè voglio dire le sue cose dentro ... e insomma ...
#: Quello che lei vuol dire, cioè voglio dire quel che noi vogliamo dire, vuol dire che la voglia di dire rende le cose dicibili.
&(saputella): Io esisto perché sono detta. No-mi-na-ta.
#: Esatto! (mimando) Amore, questi fiori sono per te, ed il mio cuore, ecco, è tuo.
&: E adesso chi glielo dice a mio marito che hanno aumentato il prezzo del bagnoschiuma? (stentatamente, trascinando i piedi) Dove, troverò , il coraggio, per, dirglielo? Dove? Dove? Dove? (esce)
#: Chi mai? (va verso il punto di uscita di & e poi volta) Chi? Ma naturale: il solito, classico uccellin-del-bosco, il passerottino cinguettante (mima di vederlo e poi di averne una sul palmo della mano), il fringuello ... pettegolo! Sì, sei un bel chiacchierone-impiccione, uccellino mio. (mellifluo) Ma potresti andar dalla mia bella e dirle di tornare, neh, piccino mio?
&(entra tirando una corda orizzontale) E vieni, non mi dire che .. (mima di tiurare con forza)
#(al pubblico e all'uccellino): Ella è già qui. Che dici, uccellino? Un elefante??
&(entrando con il presunto elefante): Oh, eccoci. Buono ora. (dà pacche al pachiderma) Op!
#: Dove ... Ecco, l'hai fatto scappare!
&: Chi? Io? Non ho visto un bel niente .. scappare!
#: Come? Eccolo, eccolo, vedi lì che vola, là!
&: Vedo nulla, vedo.
#: Il passerottino che avevo nella manina. Eccolo là (indicando dove "è" l'elefante).
&: Lì? Lì c'è il mio elefante.
#: Elefante ...?
&: Sì, il mio bel elefante azzurro.
#: Azzurro ... elefante ... azzurro.
&: È! Guarda qui (mima) che tronchi di zampe! Buono, fermo con la proboscide. Tutto muscolo, tutta potenza. Tocca, tocca.
# (titubante, allunga una mano e cammina) Ahm.
&: Ma gli stai passando sotto!
#(abbassandosi rapido e timoroso) Non è che sono ... in pericolo?
&: Ma no, però togliti di lì sotto; gli elefanti azzurri sono bonaccioni.
#(radrizzandosi di scatto) Ma va!?
&: Oddio, gli hai dato una testata sulla pancia! (accarezzando il vuoto) Buono, buono.
#(accucciato si massaggia la testa): È qui sopra? (indica alzando il braccio)
&: No, che gli fai ill solletico! Buono. Oh, no: ecco che vola via. Giù giù, vieni giù! (corda verticale)
#(guarda in alto seguendo lo sguardo di &): Vola? Eh, vola?
&: Certo, tutti gli elefanti azzurri volano, non dirmi che non lo sapevi!
# (fa cenno ripetutamente di sì e di no) Eeh.
& (indicando la corda verticale) Aiutami a tenerlo. Dai, aiutami!!
#(aggrappandosi alla corda-pertica e ponendola orizzontale) Ecco.
&: Ma non così. Così! (verticale)
#: Mi sa che si è rotta ... la ... corda ...
& (pianto di prefica) Uah! Dove vai, dove vai mio elefantino, dove vai, dove dove dove vai?!
%(dalla platea): A comprare il bagnoschiuma!
#: Eh?
&: Ma era lui la confezione di bagnoschiuma per mio (voce spettrale) marito.
#: Bravo, bravo! Venga su che ci dà una mano. Io avevo perso, quasi perso, il filo.
&: Tu, non io; tu e nessun altro. Tu.
#: Sì, io. Ma almeno lo ammetto, io. Io, confesso i miei peccati. Io.
&: Quando ti fa comodo, quando ti fa comodo; per fare scena.
#: Scena! Teatro! Palcoscenico.
%(arrivato in proscenio): Devo recitare?
&(esaltato): Lei sta già recitando.
%(incredulo): Ah, così ... è semplice (pose plastiche) così. (con voce cavernosa e S sibilante, inflessione dialettale) "Essere o non essere, questo è il problema." (con il cellulare si scatta una foto)
#: Teatro nel teatro.
&: Una storia sua, per il nostro teatro-vita; personaggi e storie vere. Ci racconti.
#: Ci narrri.
%(falsamente imbarazzato, atteggiandosi): Ma non saprei ... di cose da raccontare ... qui ... Vediamo ...
(squilla il telefonino che ha in mano) SÍ, sono io, mamma! (lasciare in dubbio se sia o no un'esclamazione) Sto qua su un palco sì sì de teatro, sul palco-e-scenico. Perché ho detto:andiamo a vedere 'sta gente se fanno qualcosa di tosto e ... certo che tutti mi stanno guardando adesso, no, è teatro TEATRO, non è su nessun canale, non è televisione, lo so che è un peccato ... aspetta che mi faccio fare un video ... sì sì dopo te lo mando. (dá a # il telefonino) Mi registri, qua, così che si veda il pubblico. (melodrammatico) "Meglio un ovo oggi, che una gallina domani." Posso cantare?
# e &(assenso sornione; una canzone recente, % prende una stecca): Stop, stop.
%: Va bene così?!
# e &(mentendo sfacciatamente): Ottimo.
&: È venuto da solo qui a teatro o con ...?
%: No, sono con gli amici. Ciao! Ciao! Vieni su Riki! Dai, vieni. Riki Riki, Riki!
#: L'amico Riki è atteso qui sul palcoscenico.
&: Mi sa che non vuole ...
#: Dai Riki! (a %) Ma è timido, il suo amico?
%: No, è solo un poco deprsso. Sa', la fidanzata l'ha piantato da un giorno all'altro.
#: Ma non c'é speranza ...(gesto di rincongiungimento con le mani)?
%: Ormai sono passati mesi , ma lui..., eh, chi lo prende ... censura (risata) fa male. neh!?
#: Che storia! È una tragedia.
&: Sì, penso proprio. Ma la colpa è tutta, tutta, di lei, della ex, o anche il tuo amico ...?
%: No, no. Lui è un ragazzo a posto, onesto. Sono stati fidanzati per ... mi sembra cinque anni o sei. Ô Riki? (fa i numeri con le dita) È tanto, nevvero?
#: Le donne ... tutte uguali!
&: Sarebbe a dire?
#: Sfarfalline, incostanti ... (canticchia)"La donna è mobbbile qual piumma alll vennto".
&: Taci, sciocco. (a %) Facciamo così: io sono la fidanzata e tu il tuo amico. Okkei?
%: Cosa devo fare? Lui (indicando in platea) ?
#: Scusa &, non sarebbe meglio che io faccio lui cioè il suo amico, e lui lui fa il narratore e l'assistente di scena? (vedendo & dubbiosa) Anche perché se fate tutto voi due, io cosa faccio, vado a formi un bagnoschiuma? Eh.
&: Va bene, va bene. Allora 'sta fidanzata com'era: smorfiosa, oca giuliva, pettegola ...
# (a-parte) Tutte parti che sa recitare benissimo: come vere!
&: Dicevi?
#: Io? Ah, che sarebbe meglio che prima si conosca la storia, tragica eh, del Riki, e poi i personaggi si caratterizzano quasi, quasi, da soli. Uhm.?
%: A me sembrano due ragazzi a modo, non so che caratteristiche ... Mi sembrano normali. Anche la storia, cioè come si sono lasciati ...(espressione di incredulità-dubbio).
#: Si è trovata un altro fidanzato?
&: Si è stufato di quello che aveva o lui ha fatto il forbo e ... ?
%: No, niente di ... di questa roba. Che lei sia andata fuori di testa, io penso di sì.
#: Cos'è successo, insomma!? Ha visto gli UFO [o simili]?
%: Quasi.
&: Eh!!
#: Ma va'!
%: Più o meno possiamo fare il paragone.
&: Sarebbe a dire che ha fatto una esperienza extraterrestre? spirituale? mistica?
%: Non so se è stata così, comunque lei, la ex-morosa del mio amico, è andata, per lavoro, è ragioniera o segretaria-ragioniera non so bene, in un'altra città.
#: E lì è successo ..., eh?!
%: Sì, lì ha incontrato, chiaro, ovvio no?! nuovi colleghi, altra gente. ma senbra che qusti tipi fossero molto, come dire, pulitini, educatini, intelligentini, sapete, quelle persone che li vedi nei film americani e ti sono subito antipatici anche se poi diventano amici del protagonista e lo aiutano e ...
&: Dei fighetti figli di mamma con la puzzetta sotto il naso.
#: Veramente il termine tecnico era yuppie. (occhiataccia di &)
%: Non so perché almeno io non li ho mai incontrati, ma sul tipo dei ragazzotti studiati e che giocano a tennis. Comunque, eh, noi del gruppo di Riki e lui compreso, povero cristo, tutti noi diventiamo per Fedrica [o altro nome] (al pubblico, urlando) E diciamolo il nome di 'sta puzzona provinciale di mer(..)
#(bloccandolo): Va bene va bene va ben. Insomma 'sta ragazza, sprovveduta, ha preso una sbandata per un tipo tutto figo, educatino.
%: No no, non si è messa con nessuno: le piacevano tutti, nel senso cioè che stravedeva per quel tipo di gente lì e ha mandato a fa 'n, ok, bip! censura, tutti noi perché buzzurri, zotici, ignoranti, e che ne so che altro. Capito?
&: Beh, con 'sti capelli e 'ste scarpe ... fanno un po' cialtrone.
%: Che cos'hanno che non ti va, eh, bella?!
&: Ehi, calma! Sto entrando nella parte.
%: AHH!
#: Che cos'è che non va in me, tesoro? Che cos'hanno quei leccatini di così ...?
&(tono didattico): Pausa, pausa. Se cominciamo così, è già finita la scena.
#: Giusto giusto giusto. Vedi che quando hai ragione te la do? Giusto giusto giusto.
&: Prendimi in giro, neh! ... Cominciamo che ... Dall'inizio ... cioè io sono strana e tu te ne accorgi.
#: Oh Riki, non è che facciamo uguale-uguale: è teatro, eh. E poi la regia è del tuo amico qua; bom!?
%: Siamo forti, Riki!
& (a #): Perché debbono essere così sguaiati i tuoi amici, Riki?
%: Come come?
&(con un finto a-parte): Sto recitandooo.
#: Ti vedo nervosa, oggi; che cos'hai?
&: Niente, niente; ma 'sto fatto di parlare sempre a voce alta ... gridare. (mette una mano alla fronte)
#: Cosa ci vuoi fare: siamo un po' tutti ... scimmie urlatrici! (risatina)
&(seria e annoiata): Sì, proprio scimmioni senza creanza.
#: Hai mal di testa?
&: Siete voi che me lo fate venire.
#: Noialtri?
&: Eh, sì, sempre a gridare. A berciare; a sghignazzare per fesserie puerili.
#: Ma se parli anche tu ad alta voce e ridi come un cavallo!
&: Grazie del complimento, eh> E poi, se tutti gridano, è logico che per farmi sentire lo debba fare anch'io. Però è da zotici.
#: Ammazza-ò: dove le impari 'ste parole?
&: Che cos'ha di strano? Non l'hai mai sentita?
#: Che io sappia non la usa nessuno.
&: Più di quattro parole i toui amici non sanno usare per parlare e sempre con termini volgari.
#: Come sarebbe a dire? Non ti capisco proprio oggi. Cos'hai?
&: Che si può parlare in modo diverso, migliore e nche di cose diverse, migliori delle solite battute stupide e insipide.
#: Toh, s'è svegliata la principessa sul pisello! (indica vagamente ma innegabilmente il pube)
&: Ecco una delle solite battute del ... ci puntini puntini puntini.
#: Ti sei svegliata di cattivo umore oggi; cos'è: periodo umorale pre-mestruazioni?
&: Non sarebbe neanche il caso di risponderti, caro il mio grezzo! Comunque: né l'una né l'altra; è che molto semplicemente mi son rotta le scatole, per usare un termine che t'è familiare, del comportamento dei tuoi amici, e anche delle loro fidanzate.
#: Come sarebbe, scusa?
&: Non mi va il vostro modo di comportarvi.
%(a # e &): Andiamo bene, neh?! Riki: tutto okkei? Benone.
#: Ahahah, sembra la pausa per uno spot pubblicitario.
&: Si potrebbe anche fare. (a %) Qualche avviso da fare? Qualche annuncio per il pubblico?
%(breve esitazione): Un consiglio d'amico: [pubblicità extemporanea, del momento e luogo].
#: Visto che siamo più o meno in argomento, direi, per rendere il tutto in tempo reale, come si usa dire, pregherei non di spegnere i telefonini, ma di riaccenderli, sì accenderli e tenerli accesi e, visto che la sala è grande, di aumentare il volume di squillo. Grazie. Potete anche chiamare voi, volendo.
&: Non mi va il vostro modo di comportarvi.
#: È per me non per il pubblico la battuta?!
&(teatralmente irata): Non mi va, proprio non mi va! Burini! Sbragati! Ignoranti! (melodiosa) Zotici.
#: E tu, tu, chi credi di essere? Di essere tanto meglio dei miei amici? Ma ti sei mai realmente vista come sei?
&: Può darsi, anzi, guarda, ti do ragione perché siamo cresciuti tutti insieme.
#: Siamo tutti sulla stessa lunghezza d'onda.
&: Però ce ne sono anche di altre, di migliori, e anche se non migliori, comunque diverse, differenti.
#: Cioè, scusa, allora? Che cosa vuoi fare? Mollarci tutti e ...?
&: Perché no?!
#: Come: perché no?!! Perché ci conosciamo da sempre e ... e ...
&: E ... cosa? Se uno pensa che c'è qualcosa che è meglio per lui, la fa; tenta. Se si scopre che c'è qualcosa di diverso e che piace, perché non (gesto di ovvietà).
#: E io, io, in tutto questo dove sono? ... Ci sono, io?
&: Non ... so.
#: Come "non so"? Non sai cosa? Il teaorema di Pitagora?
&: Beh, guarda, quello lo so; ma cosa c'entra?
#(didattico): È per introdurre un elemento di stacco, di non-sense in questo non-sense che è la vita; perché è chiaro che tu lo sai e anch'io comincio a capirlo (..)
&(intromettendosi): Il teorema di Pitagora?
#: Ma no! Quello che sta succedendo fra noi.
&: Sta succedendo qualcosa? Non me n'ero accorta, scusa.
#: Non fare l'oca Godiva! Tutta 'sta puzzetta sotto il naso è perché non ti piaccio più. Mi ami, dimmi, mi ami?
&: Ma quando mai! (vedendo le occhiatacce e i cenni di # e la perplessità di %) No, non credo; non so, non penso. Oh, perdonami, caro, perdonami! ma che ci posso fare se ora, oh, che pena1, se ora mi fai schifo; schifo!
#(come a-parte): &, non esagerare. (Recitando)E quando, la principessina, se ne è accorta del lezzo della gleba? (vedendo il gesto interrogativo di &) Del puzzo di noi scoreggioni proletari; dell'odore dell'uomo che si guadagna il pane con il sudore della fronte?
&: Posso ridere? (assenso) Ahahah! E lavarsi, lavarsi? Niente, vero!?
#: Con quel che costa il bagnoschiuma oggi.
&: Perché il sapone comune, di Marsiglia, non basta?
%: Ragazzi, mi sembra che abbiate sforato, che stiate andando fuori tema.
# e &: Oh sì, scusa, scusa. Sai com'è ... la vita ... il teatro ... lo specchio della vita ...
%(da regista): Lei non vuole più lui, lui ne soffre: fine di un amore. Ciak: scena 2.
#: Stando così le cose, non ci resta che dirci addio.
&: Guarda che questa battuta è più mia che tua. Sì, perché, sono io che non ne posso più di stare con te (occhiata abbacchiata di #), ma nella parte che stiamo recitando! quanto sei stupido. Se sono io ad avere grilli per la testa per aver incontrato i componenti giovani rampanti del Lyon, (verso il pubblico) senza pregiudizi per i rotariani, tutti belli bellini odorosi di acqua di colonia ...; sono io che do a te il benservito e tu te ne stai lì buono e zitto o incazzatissimo e fumigante, ma zitto, o piangente di dentro e, ssst, zitto.
#: Ecché è? Un'ultima battuta me la devi lasciar dire, eh sì!
&: Va bene, una, una sola.
%: Un po' di serietà, neh. Stare nelle parti. Continuate a ... (cenno di proseguire)
&: Guarda che per imbastire una commedia è così che si fa.
#: Mi sa, però, che stiamo mescolando il tutto un po' velocemente.
&: Amore amore amore, lo sai: io ti voglio bene; lo sai, vero? Ma, amore, ho incontrato non uno, ma una mezza dozzina di uomini, tutti in una volta, che mi sono sembrati tutti, (con tristezza) tutti, migliori di te: intelligenti, educati, acculturati, rampanti; fighi. E tu ... No, non è che sei un rospo! Anzi, magari, così potevi anche pensare di diventare un principe!
#: Svergognata!
&: Sì, lo so, lo so, perdo(nami)
#: E fammi finire la battuta!
&: Uffa! Sai cosa faccio? Me-ne-va-do, così puoi dire tutte le battute che vuoi. Adieux! (esce)
%: Ma finiamo prima ... Non finite? Va bene così? Boh.
#: Potremmo proporre un finale classico di tragedia: il coro; il coro che è voce degli dei, che vedono e commentano le vicissitudini umane. Il coro. (vedendo % perplesso) Non dobbiamo cantare, ma dire le cose assieme, in gruppo. Due? Eh, se tutti, guardali lì, preferiscono stare sbragati nelle poltroncine ...
%: Un coro come quello dell'Aida (canta) "Va pensiero sull'ali dorate, va [etc.]".
#: Bravo! Bravo! Un grosso aplauso! Un caloroso applauso! Un supersonico applauso!
%: Grazie, grazie. Devo tutto a mio zio Anacleto che quando (gesto di bere) ...
#: Veramente il coro che io proponevo è così, senza musica (voce stentorea): "Delle umane sventure gli dei possenti non ténian mallevadoria; (fa cenno di ripetere con lui) dell' umana sventura gli dei possenti non son mallevadori.
%(con voce ora roca, ora fessa, ora cavernosa): Delle [etc.].
# (indicando la propria bocca, con voce bassa e profonda): [verso greco antico, con poco senso].
%(vari tentativi di prendere tonalità, timbro e ritmo, oltre che dizione): [ibidem].
& (rientra, vestita casual): È questo sarebbe teatro vita, vita quotidiana! (con voce da coreuta) Il mio numero di telefono fisso è 0415543897, ô dei: chiamatemi ora pasti, ora pasti.
#(seccato): Scusa, avevo capito che te ne andavi.
& (annoiata): Scusa, avevo capito che mi accompagnavi a casa.
#: Oh, scusa! Non ricordavo.
Oh, ben; te lo ricordo. Ora. Si va? Stiamo aspettando Gogogogo. (teatralmente) Andare o non andare, questo ...
#: Non c'è problema! Ma finiamo in maniera decente qui, o che figura ci facciamo con il pubblico, lo spettabile pubblico. (a % in un falso a-parte) Avete pagato per entrare? [Se "no" = sospiro di sollievo; se "sì" = mostrarsi esageratamente preoccupato; se la situazione lo consente: "Ah, vi hanno pagati per assistere? Mooolto beeeene!"] (con tono da banditore) Un finale, dateci un finale!
&: Ma chi vuoi che te lo dia? Guarda lì.
#: Però alla televiosione intervengono! E alla radio, alla radio è tutta una telefonata. "Dedico questo a quello." "Sì, anch'io uso preservativi rosa.""No, no, non sono d'accordo con quello stronzsz ch'ha parlato prima!"
&(cantilenante e sfottente): Sì, lo so, ma lì, con il cosino (mano all'orecchio) ognuno è anonimo, è solamente un vocino che fa "Non sono qua, non sono là, non sono una realtà".Oh vigliaccuzzi! Ve lo do io il bagnoschiuma in testa, nel formato famiglia extracomunitaria da sette litri e mezzo!
%: Fellini! Il barbiere di Sicilia. E ... Gaspar.
&: Che stai a dire?
&: Sto rispondendo al quiz di citazioni nascoste (teatrale) in tra le righe.
# (prendendo la scena): E va beh: se siete abituati col telefonino ... e vamo cor telefonino, a li mortacci sua!
%: Sordi!
#: Macché, muti.
&: Poteici! Sì, pro-te-i-ci; puah.
#: Perché proteici?
&: Perché usano una protesi per comunicare. Un organo artificiale (mima).
#: Ahahah "proteici"! Ahahah. Protesiani, casomai. Diversamente orecchiuti ...
&(gesto di allontanarlo): Bom, allora adesso lui vi dà il suo numero di cellulare e voi chiamate, sì oscurando il numero, così tutto è anonimo, è salvata la privaci e la vostratimidezza timidona timidò può fiorire alla grande. Coraggio (sia al pubblico che a #).
#: Perché proprio il mio numero?
&: Perché sei un maschietto! Se do il mio .. la gente può pensare che do anche qualcos'altro! La gente mormora, sussurra, insinua, mio caro.
#(a %); Non potresti dare il tuo, ché sei di qui ... e ti fai degli amici ... e ...
%: No, no; arrangiatevi. Io torno giù dai miei amici. Ciao. Grazie. 'notte. (va)
& e #(sguardi di intesa, di commiserazione, di dubbio, di rassegnazione): Beh, che sa da fa'? Pazienza. Oddio .. Eh... (finchè si sente il richiamo - da commentare! - del telefoninodi &)
&: È il mio? Sì?! Chi è? Ah! Dimmi, mammma! Sì, sì, ah, no, certo, ma no, ma sì ... Sono ateatro, no, sto la-vo-ran-do. Come "come"? Sto recitando, sul palcoscenico. Sono sul palcoscenico del Teatro [nome]. Ma certo, cerrrrto. (mette la mano sul microfono) Oh gente, mi fate un bel applauso, forte, ché mia mamma lo sente e la facciamo contenta! Grazie! Grazie! (tendendo il cellulavere verso la platea) Sentito, mamma? Tutti per noi. Sìii è una compagnia grande (espressione di disagio), grossa. Ma sì che te ne ho parlato! Beh, mamma, ciao ché debbo lavorare; ciao ciao. Ti richiamo, sì sì, bacio bacio. (spegne) Fìiiu!
#(ironico, verso il pubblico) La mamma, la mamma è sempre la mamma.
&(dandogli una manata sull'omero): La mamma è un genio! Sì, gente, cioè spettabile pubblico, signore e signori: chiamate qualcuno al cellulare e regalategli un minuto di teatro dal vivo! Tutti d'accordo? Digitate il numero e ... pronti? [viene recitato un dialogo tratto da un classico per meno di due minuti] (& fa segno di spegnere ché è finota la recitazione; # applaudendo invita ad applaudire)
&: Grazie, grazie. Molto gentili. Grazie.
#: Beh, direi che finisce qui.
&: Grazie. Buona notte e sogni d'oro.
#: Buon (fine settimana, domenica, ...).
&: Noi restiamo ancora qui un minutino.
#: A disposizione, se qualcuno vuol parlarci
&e#(guardandosi): a quattr'occhi!
Giancarlo Varagnolo
São Paulo, 13 dicembre 2011
[scritto in 3 giorni, a casa di MdS, e finito di copiare il 16 dic.]
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