lunedì 17 dicembre 2012

VAeVIENI

VAeVIENI




(Spostandosi sulla soglia della Porta.)

Questa è l’entrata, questa è l’uscita.

Questa l’entrata, questa l’uscita. Da qui si esce, da qui si entra.

Fatemi entrare!

Voglio uscire!

Fuori!

Dentro!

Fuori; dentro; dentro, fuori. Fuori-dentro, dentro-fuori.

La porta. Si va e si viene, si viene e si va.

La porta. Un vuoto. La cavità; il foro, la breccia, il passaggio che ci porta – la porta –ad essere e non essere: essere fuori, essere dentro, non essere all’interno, non essere di qua ma di là.

Sto uscendo o sto entrando?

Sto entrando o …?

“Uscìa da uno di quegli usci una donna dal cui volto trasparia [vedi Manzoni]”.

Non fatela entrare! Non fatela entrare!

Chi? Perché? Cos’è?

La Morte.

Non lasciatela entrare, non lasciatela entrare!

Non bussa, non suona, non chiama: viene; estote parati!

“La nebbia agl’irti colli … va – o vien?- il cacciator (fischio) su l’uscio a rimirar stormi di uccelli neri come esuli pensieri nel vespero..”.

Sbarrate chiudete serrate la porta!

Che nessuno entri, che nessuno esca: è notte. Là fuori nel buio chissà quali cose … Qua dentro che mai accadere potrà?

Toc toc!

Chi è?

Sono il lupo!

Chi??

Il lupo cattivo. (soffio prolungato)

“Con ‘sta pioggia e co ‘sto vento (soffio), chi è che bussa al moi convento?

E’ una povera verginella che si vuole confessare.

Fatela entrare, fatela entrare che la voglio confessare.”

Pellegrini, viandanti, viaggiatori, commercianti girovaghi, ambulanti, sperduti nel mondo; gipsopatici; vanno e vengono, s’allontanano, s’avvicinano, s’introducono, s’intrufolano …

Un tallero, un grosso, un fiorino, una dracma, una lira, un besso, un scheo … Pagare o non si entra, pagare o non si passa. Ehi, voi!

Podaria darve una verza? Pecuña no tegno, vo ora al mercato, piassa de le erbe, a vendar …

Fate passare, villici immondi! Che? La gabella chiedi a me, servente ignaro malnato, a me chiedi, io che son Fedrigo Bensoni da Rondosco, cavalier sene macula né …

Pace e bene, fratelli nel nome del Signore! Pellegrin che vien da Roma senza averi e senza orpelli in misericordia et providentiae Dei, lasciate passare pro caritas-caritatis.

Entrate entrate; e voi con queste capre capretti, caproni che siete! spicciatevi e lasciate libero il cammino.

Passate passate, andate; pagate.

Che andirivieni d’uomini, d’animali, d’alimenti, di mercanzia, di spezie, speranze, opportunità …

Al ladro! Al ladro!

Non c’è porta che che tenga né inferriata di prigione.

Quante ne hai viste passare di genti, Porte XY? [storia e illustrazione artistica della Porta]



Tutto viene e va, va e viene; entrata e uscita, dal mondo, nel mondo; per il mondo, quello di dentro e quello di fuori – che il fuori sia il dentro e il dentro fuori? Fuori/dentro, dentro/fuori?

Va & veni, vieni e vai: passaggio, transito, attraversamento.

Entriamo o usciamo?

Decidete voi, signore e signori.



Bruxelles, 25 sett. 2010.

*Eva Varagnolo*

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