martedì 3 dicembre 2013

Onda lunga.


O n d a   l u n g a

Commedia in due atti

Giancarlo Varagnolo

 

 

Personaggi (ultrasessantenni, meno il giudice):

Michele Bacu, Giuseppe Stagnin, Pio Dibase, Giovanni Pécori, Maria Madalé in Pécori; un giudice.

Scene: nel 1° atto rappresenta un appartamento con la camera sulla sinistra, sala al centro, cucina sulla destra; paratie perpendicolare al fondo fanno indendere la presenza di pareti divisorie; la porta è a lato del muro sala-cucina. Si suppone una finestra in cucina e le altre immaginate verso la platea. Nel 2°: un telo nero di fondo con la scritta “La Legge è Legge”, quattro sedie sulla sinistra, una in penombra sulla destra, sedia rialzata o “trespolo” al centro.

 

Atto 1°

[Scena buia; rumore di un girarsi & rigirarsi nel letto, con imprecazioni mozzicate; dopo una decina di secondi s’accende la lampada sul comodino]

     Michele Bacu [alzandosi di scatto a sedere]: Porcamiserialadraputtana! Anche ‘sta sera non si dorme. Che ore sono? Le due, appena le due! Nemmeno i frati si sono svegliati nei loro stramaledetti monasteri per le loro masturbazioni orali mattutine.Eccoci qua a non sapere che cavolo fare, ed è notte ed è inverno e fa freddo. [si alza infilandosi una vestaglia pesante, va ciabattando svogliato verso la cucina] Facciamoci un caffè, sveglio per sveglio, tanto vale esserlo completamente. [alla cucina, agendo] E se poi il caffè mi rifà acidità di stomaco? Orzo? Orzo o caffè? Dilemmi del cacchio, ma qui a quest’ora è ben più vitale di “essere o non essere” dell’imbecille di Ambleto. Guarda un po’ come uno ti diventa famoso: ammazzando amici e facendo suicidare la morosa.”Essere o non essere” ... ma va a dar via le chiappe! Toh, che me lo gioco a testa e croce il caffé della Beppina.[canticchiando la canzoncina, lancia ben alto la monetina ch’era sulla dispensa, e ] Oh cazzabubolo! Dove è andata a finire? Dov’è? Dove ho messo gli occhiali ...? Ecco là: come complicarsi la vita e passare il tempo. Vada con l’orzo ché facciamo prima visto ch’è solubile. [mette l’acqua nel bollitore poi va in sala al pc] Vediamo se qualcun altro disgraziato ha gli occhi sbarrati e il prurito in corpo come me. Chattare? Neanche per sogno! Dio me ne guardi e liberi. Inutile che mi chiedi come sto: se sono incollato davanti al computer è perché non ho proprio nulla di meglio da fare, caro il mio internauta! Sempre meglio camminare nel parco che strabuzzare gli occhi qui. Acqua caliente, arrivo! Mangiamo anche un biscotto per accompagnare ‘sta broda. No, non è male; non dovrebbe nemmeno fare male ... Tanto poi va ovviamente a finire che uno lo sbattono sotto un camion con i migliori auguri della dieta equilibrata e dell’ora di jogging al giorno. Ma mi faccino il piacere! Toh, guarda qui: il vetero-bolscevico è in linea. [digitando] “Ehia, ahia, alalà!!!” Tre punti esclamativi, tien’. Beh?! È al gabinetto? Mi prendo un altro biscotto. Meglio star lontani dal pc nel fare la zuppetta .... Guarda, mo’, dov’era la moneta. Croce. Avevo detto ...? Boh, chi si ricorda. Ahahah “Tua zia ha perso la castità!” Dunque, ah: “E allora vieni qua “... Eh, va bene così. “Dai, dai, muovi le chiappe e vieni da me. Acqua già calda per orzo.” Invia, fatto. Ch è? “Compagno! – punto esclamativo – Io l’ho invitata per primo e quindi sei tu che devi muoverti!” Altro punto esclamativo, invia. Che palle! “Non ho le cuffie, niet niet chat: non sono ancora le 3, impunito!” Ah, bon. Il Pio ... forse va con l’ora canonica dei frati [canticchiando] “ora pro nobis dei domene et fiat voluntas mea, oh, yes it’s, meaaaa”. Il Pecoroni ... figuriamoci ... porcavacca! Quello fra poco ci saluta e se ne va; a noi! E la Maria ... “ohi, Maria, ohi Maria” [canticchiando va al lavello, guarda fuori dalla finestra; va a rassettare il letto] Perché cacchio l’ho invitato qui, poi? Tanto per fare dire qualcosa. Talvolta , no, sempre si percepisce la solitudine nostra qundo si è con un altro. La solitudine della non comunicabilità; della lontananza psichica ... Psichica? Psichica: sembra un vocabolo sporco; Psichica va nel riciclo, nell’umido o nel vuoto a perdere? Clinc glong! Cling glong! Arrivo, matriosca!

     Giuseppe Stagnin [iper-imbaccucato, entra]: Son qua, rompipalle.

     Bacu: Potresti anche dire Buon giorno, benché effettivamente sia ancora notte. Levati ‘sta roba: sei di rotono dalla tua adorata Siberia?

     Stagnin: Fa un freddo boia lì fuori!

     Bacu: Ma fammi il piacere! Un isolato. Ah, se il dottor Zivago ti sentisse!

     STA: Sempre voglia di scherzare tu.

     BA: E dovrei stare qui a piangere il morto come fai tu, compagno?

     STA: Chi è morto?

     BA: Nessuno! Sveglia, Giuseppe; non dirmi che ti metti a dormire proprio adesso. Che stavi facendo di bello sveglio già a quest’ora?

     STA: Non riuscivo a dormire, l’asma ...

     BA: Bravo, continua a fumare!

     STA: Senti chi parla.

     BA: Vuoi mettere i miei sigari con le tue puzzolenti sigarette? E poi io non fumo continuamente come te; mi so regolare io. Io fumo per il piacere del fumo, per piacere, non per vizio.

     STA: L’intellettuale solito di mer..

     BA: Ah, incominciamo un po’ presto con le imprecazioni. O devo far conto che tu sei ancora nel giorno di ieri?

     STA: Che rompipalle che sei, Lele!

     BA: Va bene. Ti faccio un orzo?

     STA: Fallo fallo; con la zucchero il mio. Che tempo! E non siamo che all’inizio dell’inverno.

     BA [dalla cucina]: Piove, governo ladro! Chissà se la gente dice ancora così.

     STA: Della pioggia non gliene frega più niente a nessuno.

     BA: E del Governo pure. La gente non si interessa più a niente.

     STA: Lo dici tu perché non hai la tele; se ogni tanto fossi meno snob e più proletario e la guardassi ...

     BA: Per vedere che? Ragazzine sculettanti e scimmioni che s’insultano e giochini da deficienti e ah, sì, le partite di calcio! Ho altro di meglio da ... Tieni l’orzo. Alla salute e Buon giorno.

     STA: La massa ha solo interessi piccoli borghesi imposti dal Capitale.

     BA: Bevi, va, che son teorie vecchie di secoli; possibile che non vi aggiorniate, tu e i tuoi compagni? Altro che rifondare: state semplicemente restaurando le solite vecchie cose muffite che già erano obsolete nel ...

     STA: Le lotte le hai fatte tu, vero?

     BA: Che c’entra!? Una cosa è fare fronte comune, un’altra è avere le idee chiare, chiare, per il dopo.

     STA: Le nostre sono idee scientifiche; se poi gli uomini sono degli approfittatori, se deviano, se fanno i loro sporchi comodi ...

     BA: Errare è umano, ma insistere ... Vediamo ... Tutto tace nell’etere, nel web niente mosche nostrane. Pécori, hai sentito? [gesto di dubbio]

     STA: Un fascista in meno.

     BA: Ti do un pugno in testa! Il nostro democratico ...

     STA: Hai ragione, m’è scappata. Riflesso condizionato, vero, professore? È un amico, niente che dire. La Maria?

     BA: Guarda che è più fascista di lui. [ironico] Se hai progetti su ...

     STA: Ma va al quel paese, impunito!

     BA: E invece, se ci andassimo assieme; non sarebbe una brutta idea.

     STA: Sei proprio fuori di teschio questa notte!

     BA: Diciamo che è l’aurora dalle dita di rosa, comunque pensavo, visto che non riuscivo a dormire, che si poteva andare in qualche posto al caldo a svernare. Lo so che a te piace la Siberia, ma io preferisco il caldo.

     STA: Ti devo mandare di nuovo in ...? Spiegati, e vedi se trovi una brioche ché l’orzo m’ha fatto venire fame.

     BA: Brioche, ehm, il proletario! Ho biscotti integrali, radical-chic; vanno bene uguale?

     STA: Basta che siano umanamente commestibili, oltre che saaani.

     BA: Pensavo: e se andassimo in un villaggio turistico? Calma, calma; lo so, lo so. Sono sempre stato contrario a quelle cose lì, lo so, lo ammetto. Non è che ho cambiato idea, ho solo visto il lato positivo, il nostro lato positivo.

     STA: Qui ci vuole una birra, non un orzo!

     BA: Stai serio e ascolta, questa è un’anteprima assoluta. Pensavo che potremmo andare là a divertirci. Divertirci.

     STA: Scusa, ma perché gli altri comuni mortali borghesi lì cosa ci vanno a fare se non divertirsi?

     BA: Sì, certo; ma noi andremmo lì a divertirci per conto nostro, a modo nostro.

     STA: Potremmo rimandare l’esposizione della tua magnifica fuoriditesta idea a più tardi? Un povero disgraziato con il sonno arretrato per insonnia e asma, senza alcuna medicina a portata di mano, dovrebbe ... No no, mi mancano le ...

     BA: Lo sappiamo, lo sappiamo che eri tu a fornire le bottiglie vuote per fare le molotov!

     STA: Bibita proletaria, e non gli spinelli dei figli di papà.

     BA: Parla per gli altri; noi siamo ancora adesso contro. Il che non vuol dire essere per la penalizzazione; se uno vuol rovinarsi il cervello o il fegato o tutti e due, libero di farlo. La mia libertà finisce dove incomincia la tua.

     STA: Anarchici di mmm.

     BA: Stitico, ‘sta mattina, eh, tavariç?

     STA: Ho due palle ... così.

     BA: Probabilmente come le mie; ed è per questo della mia ideuzza per tirarci fuori di qui e ridurre le sfere ...

     STA: Gli altri cosa dic...? Ah, sì, sono il primo a cui l’hai detto. In pratica ... Ma spiegamelo chiaro semplice limpido in due parole, o più tardi, eh?!

     BA: Ad essere sincero non ho le idee ancora ben chiare neanch’io, però pensavo: 1- qui fa freddo e là, ai Tropici fa caldo; 2- qui ci rompiamo le scatole e là con il caldo, come qui in estate, qualcosa da fare la troviamo, specialmente di notte, che qui con ‘sto freddo...

     STA: Caldo, Tropici, notte ... Cuba, certo, Cuba!

     BA: A Cuba ci vai con il Partito e tua zia! Ho detto che andiamo a divertirci, non a fare gli sporchi capitalisti, da spennare.

     STA: Cosa vorresti dire? I villaggi turisti a Cuba non hanno nulla da invidiare a ...

     BA: A a a ... lo so! Quel che non mi garba è che non c’è libertà, e stai zitto perchè lo abbiamo visto insieme, come la grande grullaggine della doppia moneta. Non ho nulla contro Cuba, ma a me le dittature mi sono indigeste. Chiuso.

     STA: Proprio non se ne parla? Vabbe’.

     BA: Anche perché non è detto che dobbiamo proprio andare a rinchiuderci in un villaggio turistico, se prendiamo un’automobile a noleggio ...

     STA: Ah Miché, a me hanno ritirato la patente!

     BA: Beh? Ci sono io, il Pio , il ... cioé no, sua moglie, ...

     STA: Hai già messo nel conto anche loro? Anche la Maria?

     BA: Sì, si va a fare una scampagnata con gli amici; non ti garba?

     STA: Mi garba; è che ...Beh, ci posso pensare, non è che partiamo domani?

     BA: Magari.

     STA: Matto completo.

     BA: Ma che matto e matto! Siate realisti: chiedete l’impossibile.

     STA: ‘Ste palle! Ok, ok: approvato con riserva.

     BA: Per Maria Madalé?

     STA: No, per motivi di ... di...

     BA: Non mi dire che hai perso ancora al gioco? Devi buttare proprio via i soldi così?

     STA: E ...eh ..è una cosa, sai, noi proletari, un modo per ...Ce l’abbiamo nel sangue: che gli resta all’operaio se non ...?

     BA: Ah Giuse’, codeste cose le vai a raccontare a tua zia Tatiana Kulaciof! Incolpi della tuo smania di giocare tutta una classe sociale! Ma fammi il piacere!

     STA: Sono tare ataviche.

     BA [fragorosa risata]: Ammazza oh, che erudizione. Mi stupisci, Beppe. Vedo con un certo piacere che hai appreso qualcosa all’Anonima Alcolisti!

      STA: Prendi in giro; però è così: l’ambiente ti lascia la sua impronta.

      BA: Guarda che è una teoria deviazionista, se lo sanno al Partito ...[ride] Ed io, allora, dovrei andare a caccia ogni fine settimana, secondo la tua teoria, visto che ci andava mio padre e mio nonno.

     STA: E non ci vai!

     BA: Io a ...? [ride] Ma quella caccia lì la si fa con la lancia in resta! Comunque: non trovare scuse e cerca di smetterla; due soldi di pensione te li mangi così; che testa di ... di sottoproletario! Voglio dire: i problemi sono unicamente di soldi o c’è altro?

     STA: Ho delle visite di controllo; mediche.

     BA: Beh, per quelle ... Ma giocavi anche da giovane?

     STA: Figurati! Chi aveva i soldi? E il tempo. Se uno lavora in fabbrica ...

     BA: Lo immagino; ma il fine settimana? La domenica ...

     STA: So che ... Una gran rottura di scatole, sia prima che dopo sposato, o solo dopo? E delle sbornie che duravano dal sabato a lunedì sera.

     BA: Lunedì? Assenteista!

     STA: Ma che assenteista! Andavo a lavorare, e come veniva veniva, il lavoro.

     BA: La classe operaia va in Paradiso. [suona ilcampanello; sguardi; va al citofono] Wer ist? Was ist da? Sì, buon giorno; vieni su.

     STA: Chi è?

     BA: Lupus in fabula.

     STA: Ancora latino! Parla come mangi.

     BA: Allora dovrei parlare anche giapponese, visto che mi piacciono i sushi. In tesdesco, tedesco, ho chiesto chi era, e in latino ho detto che era il lupo ... Cioè, è un modo di dire, vecchio analfabeta, che sta arrivando la persona di cui si parlava, o accennavamo, visto che tu, figliuolo, andrai in Paradiso.

     PIO DIBASE: Si può? Buon giorno e la pace sia .. Ma c’è anche il nostro amatissimo compagno Giuseppe! Come va , gente? Non sapevo che gli atei avessero ehm incontri di riflessione mattutini.

     STA: È arrivata l’acqua santa.

     BA: Agnostico, non confondiamo.

     Dibase: Come sapevi che ho incominciato a studiare tedesco?

    BA: Avendo il papa germanico, è stata una logica conseguenza ... No, sto scherzando, non lo sapevo. È che certe cose in tedesco suonano ... più dure; benché ormai la gente pensi che sia marocchino o pakistano.

     STA: Il tedesco per fare che?

     DI: Per essere più vicini al Santo Padre.

     STA: Ma va .... dalla santa madre!

     BA: Non dirmi che parli sul serio?

     DI: Ma no, una pura curiosità; cioè uno non sa che cavolo fare, e allora dice: guarda moh, perché non imparo ’sta lingua, visto che ...

     STA: Non dirmi che hai imparato anche il polacco!

     DI: Beh, diciamo che l’ho studiacchiato, ma non , come posso dire, non c’era cultura, interessi culturali, dietro. Il tedesco, ragazzi, qualche scrittore ce l’ha.

     STA: Marx era tedesco.

     BA: Non penso abbia fatto molto per alzare il valore della letteratura germanica.

     DI: Aspetta aspetta... Compagno in tedesco si dice Genosse.

     BA: Corbezzoli! Adesso possiamo ritornare a dormire tranquilli.

     DI: Invece che veniate a messa con me!

     STA: Ma chi l’ha chiamato questo qui qua a quest’ora?

     BA: Io. Ah, avevi risposto; non avevo visto, stavo in chiacchiera con il bolscevico ... Genosse.

     DI: Come mai qui? Problemi? Posso aiutare?

     BA: L’ho chiamato io, visto che stava già sveglio, perché m’è venuta un’idea.

     DI [facendosi il segno della croce]: Libera nos a malo.

     BA: Amen; ascolta, uomo di poca fede.

     DI: A me? Signore, l’hai udito? È essa una rimostranza Tua indiretta ...

     STA: Smettila.

     BA: Fammi parlare, va’. Vuoi un orzo intanto?

     DI: No, grazie, molto gentile, ma ho già preso il mio bel cappuccino con la brioche calda.

     STA: Beato te; qui c’è biscotto di segatura e mangime per canarini e quell’orzo che da surrogato di caffè dei poveri del tempo di guerra, è diventato bevanda alla moda borghese. Il Capitale ci espropria di tutto!

     DI: Grazie del beato, ma c’è ancora tempo per divenirlo. In quanto al resto, il mio accidioso, ... l’accidia è uno dei peccati capitali: è quando uno sta con le mani in mano o con qualcos’altro, mi si capisca, e comunque non fa nulla. Bussate e vi sarà aperto, mai sentita ‘sta frase? Chiedete e vi sarà dato, nemmeno?

    BA: Ma Pio, dovresti sapere che è dopo, dopo la rivoluzione che il proletariato sarà nel paese di Cuccagna.

     DI: E adesso non può sorbirsi un cappuccino? Ma guarda te, credevo che fosse Gesù il Salvatore a dire che “Il mio regno non è di questo mondo”, invece è stato il suo amico, scusa, compagno, Marx. Si vede che di mattina ho il cervello ancora da avviare.

     STA: Prendete in giro; perché voi non avete avuto la mia ..., e miei traumi, ecco.

     DI: Che c’entrano i traumi cranici delle manganellate della polizia! Se uno ha voglia di un cappuccino adesso, va al bar e se lo beve. A nessuno oggigiorno mancano i soldi per un cappuccino. Con la pensione che ti ritrovi, è solo pigrizia, no, anzi peggio, è il solito ipocrita lagnarsi invece di ringraziare il Creatore di un nuovo giorno, freddo, ma nuovo.

     BA: Non per difendere Giuseppe, ma la valle di lacrime l’avete inventata voi cattolici.

     DI: Quali, eh, quali? Più i pastori si allontanavano dal gregge, più gli imponevano sofferenze. E quel becero del tuo amico Lutero! È ricordato per le 69 o quel che è, Tesi che tap tap! Attacca alla porta della chiesa, ma poi non si dice che i soldi delle indulgenze se li voleva mettere in tasca lui e il clero tedesco e i baroni vari e che, questo dovrebbero insegnare nelle scuole, e che ha messo la Buona Novella di Nostro Signore al servizio della repressione contro il popolo!

     STA: Marx lo dice che la religione è l’oppio dei popoli. Potrei avere un caffè che m’è venuto mal di testa con tutti ‘sti ragionamenti.

     BA: Per me una tisana sarebbe meglio, ma contento te ...

     DI: Si fa presto a dire oppio.

     BA: E si fa presto anche a dire religione; il Comunismo è diventato una religione.

     STA: Non esageriamo!

     DI: Guarda che Michele ha ragine, in quanto la religione presuppone una fede e un’ortodossia e regole da seguire o si commette peccato.

     STA: E il Partito Comunista ha questo? Ma va’!

     DI: Beviti il caffè e svegliati. Svegliatevi! Come dice la concorrenza. Ma le porte dell’inferno non prevarranno, ...

     BA: O Pio, lascia le prediche per le pecorelle nell’ovile! Io pensavo di andare in missione.

     DI: Tu? Dove? Quando? A fare che?

     BA: Tutti noi, cioè noi qui più il Giovanni e la Maria.

     DI: Con che organizzazione andiamo?

     STA: Figurati se l’anarchico pensa ad una ONG organizzata.

     DI: Beh, allora?

     BA: Se mi fate parlare ... Intanto smettila con codeste buaggine che gli anarchici non hanno organizzazione: è il potere che ...

     DI: Sì, sono d’accordo che il potere va abolito, lo sappiamo, cioè io lo so, ma va avanti.

     BA: Ad essere sincero non avevo pensato ad appoggiarmi ad una organizzazione; questa può essere una buona idea. Vedete che: più teste, più idee. Pensavo che si poteva tutti noi andare a svernare al caldo, tipo tropici, e fare qualcosa per passare il tempo.

     STA: Hai detto, prima, qualcosa di divertente; non vorrei venir lì per lavorare per quei quattro approfittatori imperialisti.

     DI: Tu proprio non vuoi lavorare! Comunque, vai avanti, Mickey Mouse.

     BA: Pensavo di emigrare stagionalmente ... Mi spiego, il mio problema è questo: qui d’inverno, specialmente d’inverno, mi annoio che metà basta. Mi sembra che sia una scocciatura comune, visto che alle tre del mattino siamo tutti bell’e svegli. O no?

     DI: Beh, io di cose da fare ne ho parecchie; ma, beh, diciamo che dopo la messa vespertina e qualche rara riunione dopocena, non è che ho altro da fare ... il rosario ...

     STA: Ma perché non sei andato prete? Un baciapile come te! Sempre in chiesa.

     DI: Molti sono i chiamati ... Sono loro che non mi hanno voluto.Cosa stai pensando? Niente di scandaloso, per lo meno dal punto di vista morale, anche se ... Io sono di famiglia povera, ... Ma vi interessa? Continuo?

     STA: Sì! Una bella storia è proprio quello che ci vuole, dopo un caffè ... lungo.

     BA: Va bene, andiamo con la narrativa popolare. Un’attività che si potrebbe proporre a ... Comunque sto aspettando che rispondano i Pécori, per parlare di ...

     DI: C’era una volta, inizio classico, un bambino che viveva in un piccolissimo villaggio di campagna, aveva sette fratelli e sette sorelle; no, scherzo, comunque in tutto eravamo otto, io ero il quinto, no, il sesto, dei sopravvissuti. Inutile che aggiunga altri particolari perché conoscete bene le condizioni di miseria materiale e culturale. Lavorare ed essere trattati come bestie, e vivere da bestie ti rende bestia. Io ne ero un classico esempio, a scuola non ero il proverbiale asino, no, ero un bove: davo un minimo nel maggior tempo possibile. Ero calmino, un buon chierichetto, ma se il latino potevo far finta di saperlo imparandolo a memoria, la grammatica e le traduzioni al seminario ... Sì, perchè mi mandarono in seminario: non ero così gnocco, come si diceva lì da me di uno un po’ tonto, ma non ero abbastanza sveglio per la dottrina e le discussioni teologiche.

     STA: E com’è che adesso hai ‘sta parlantina, e ...?

     BA: Non guardare me, ch’io la risposta ce l’ho; fallo continuare.

     DI: È che mi son svegliato col tempo, cioè devo essere stato in ritardo, non un ritardato, perché finito il seminario, cioè il liceo, sono andato all’università e ho scelto (...)

     STA: Filosofia! [diniego] Pedagogia? [ib.] Psicologia!?

     DI: Matematica.

     STA: Ma va’?!

     DI: Guarda che con i numeri c’è mica tanto da ragionare: 2 più 2 fan sempre quattro, non è come spiegare che uno è trino. O ...

     BA: La verginità della Madonna.

     DI: Beh, lascia stare, che lì è ...

     STA: Ma com’è che sei rimasto bigotto? La matematica non è che t’ha svegliato del tutto, o no?

     DI: Guarda chi parla! E la caduta del muro? E i crimini del tuo compagnone baffone?

     STA: Che c’entra; errori umani! La fede (...)

     DI: Bravo, tu l’hai detto: la fede!

     STA: Embé?

     DI: Come “embé”? La fede, la Fede è quella che ti fa credere e non il ragionamento, e non la matematica, il calcolo, la scienza, le prove materiali.

     BA: Oh, finalmente d’amore e d’accordo ... nella fede del non-dimostrato, il mio bel paio di testicoli!

     Sta & Di [all’unisono, indicandosi]: Non mi mischiare con lui!

     BA: Sia mai: il diavolo e l’acqua santa!

     DI: Come se anche tu non avessi una fede.

     STA [a B.]: Eh, sporco borghese decadente.

     BU: Ragazzi, calma, che una cosa è la fede cieca e un’altra è avere dei punti di riferimento, dei presupposti di base. I quali vengono da dati di fatto in continua verifica.

     DI: Ma Dio è in tutto le cose! Dentro di te; nella tua anima!

     STA: E allora perché ci sono i ricchi e i poveri? E i campi di sterminio, e i terremoti?

     BA: Oh Gesù, ci siamo.

     DI: Non nominare il nome di Dio invano.

     BA: Ma (...)

     STA: Da’ una telefonata al tuo dio, to’ il cellulare ... Cioè, daglielo tu, Miche’, che il mio ... è scarico.

     DI: Che ne sappiamo noi dei disegni dell’Altissimo? Noi miseri indegni.

     BA: Parla per te.

     STA: Affabulatori!

     BA: L’hai detta o t’è scappata?

     DI: Cos’ha detto?

     STA: L’ho sentita a un dibattito in TV; suona bene, vero? Afffa-buu-la-tò-ri.

     DI: Ma senti questo!

     BA: Lasciamo perdere, che il tuo Verbum e latinorum vario ...

     STA: Le classi subalterne non possono (...)

     BA: Orzo? Caffè? Panini imbottiti! Biscottini caldi!

     STA: Eh, quasi quasi ...

     DI: Due biscottini ... ma a temperatura ambiente.

     BA: Pio, vedi al pc se il Pécori dà segni di vita, oops!, di risveglio. Orzo, vero?

     STA: Senza latte, ma con due di zucchero. E il panino.

     DI: Beccato! C’è. Che faccio?

     BA: Chiamalo qui.

     DI: Ma che è, un meeting?

     STA: L’intellettuale ha avuto un’idea.

     DI: Che sarebbe?

     BA: Andare tutti in vacanza.

     DI: In inverno?

     STA: Eh!?

     BA: Appunto.

     DI: Guarda che è la moglie al computer, non il Pécori.

     BA: Chiedile se puoi venire lei, o se ci troviamo più tardi da ...

     DI: Viene, viene; perché ... arriva ... l’assistente paramedico per il ... check up.

     STA: Viene Maria, qui?

     DI: Eh.

     STA: Adesso?

     DI: Eh. Perché, ti dà fastidio?

     BA: Ma no! È che il nostro mongolo-proletario s’è preso una cotta per la principessina Mary de Calabash.

     DI: Non ci posso credere! E lei?

     STE: Ma statte zitto!

     BA: Ah Pio, lo sai com’è l’ammmore, no?!

     DI: Non dirmi che ...

     STA: La volemo smettere?!

     BA: Formaggio o cotto nel panino?

     STA: Tutti e d...

     BA: E due di zucchero. Perché quando la luce di dio arriva, arriva, neh?

     DI: Che c’entra Dio in questo?

     BA: La luce, la luce. Anche tu, mio devoto Pio, eri nelle tenebre e zac! S’è fatta luce.

     DI: Ma che vai farneticando, Michele professor de’ citrulli?

     BA [rientra dalla cucina, posa tazze, panino e biscotti; facendo con pollici e indici giunti il segno delle femministe all’altezza della fronte]: La luce, la luce di dio, che rischiara nelle tenebre e attizza l’attizzatoio.

     STA: Ma che stai a dire?

     DI: Dopo dai anche a me un po’ di quella grappa che ti sei scolata di nascosto di là in cucina, eh, Micheluzzo?

     BA: Dai, ragazzi, diciamocelo: non è quanto una donna che possa portar luce nella vita di un uomo!

     STA: Sarà ...

     DI: Luce non è chiarezza, e l’esimio professore mi insegna che ... a lui le donne ... Buio completo!

     BA: Sto ancora cercando, caro Pio; non tutti possono avere la fortuna, come te, di trovare la ... l’interruttore della luce al primo colpo.

     STA: Quando avete finito di parlare come agenti segreti, mi spiegate, eh?

     DI: Il tuo volgare compagno materialista si sta riferendo all’organo sessuale femminile che, secondo lui, è ..., ha poteri ....

     BA: La Grande Madre non l’ho inventata io, ma la concorrenza, e voi, beghini, avete dovuto inventarvi la Vergine Maria bla bla bla!

     DI: Non nominare il nome di Maria ...

     STA: Appunto, lasciamo stare Maria.

     Di & Ba: Quale?

     STA: Tutte, che anche la mi’ mamma ...

     DI: Si chiamava Maria?

     BA: Era ...vergine?

     DI:Ma smettila, e beviti ‘sta brodaglia per ... anziani!

     STA: Se posso avere un caffè, o un bicchiere di ... di ... Per digerire il panino.

     BA: Minerale o gasata?

     DI: Ma vuoi farlo morire? Acqua in una fredda alba invernale al nostro rude lavoratore ... in pensione, ma sempre ... neh, operaio di 1^.

     STA: Ma va’ ... Dammi un goccio di vino che me la vado a fumare fuori, ché con voi ...

     BA: Uno diventa nervoso, neh, a sentir parlare di vergini. Rosso?

     DI: Per tornare al discorso di prima, che t’è venuto in mente?

     BA: Che invece di restare qui a non far nulla, andiamo in comitiva al caldo a divertirci.

     DI: E i miei (...)

     BA: Li molli!

     DI: E le opere (...)

     BA: Ne faremo di migliori al caldo del sole, e della luna, tropicale.

     DI: Tu sei matto,

     Di & Ba: ma chi non lo è? [battono 5”] Benvenuto nel club.

     BA: Quando arriva Maria spiego tutto benino, ma la faccenda è semplice: si sverna lì, dove decideremo democraticamente, e a farsi friggere la nebbia, il freddo, la pioggia e ... e le notti che non passano mai!

     DI: Anche tu hai questo problema di non riuscire a dormire la notte intera? Guarda, io un sistema l’ho trovato: prendi il rosario in mano e (...)

     BA: Ah Pio, se non fossi un amico, sai dove ti direi di metterti il rosario?! Che poi non è che prendi sonno, neh? Fai solo passare il tempo.

     DI: In verità qualche volta funziona da sonnifero.

     STA [rientrando trafelato]: Sta arrivando, sta arrivando!

     BA: Velocissima! Sempre in gamba. [suono del campanello]

     DI: Per chi suona la campana? Ella suona per te, ... [silenzio, B. apre la porta, attesa]

     MARIA MADALÉ [entrando spedita]: Eccoci qua; buongiorno a tutti!

     BA: Benvenuta, bersagliera!

     DI: Salve! Tutto bene?

     STA: Ciao; buongiorno.

     MM: Beh, allora? Che si dice? Di che si confabula ...? Pregare no, eh!?

     DI: Io non c’entro; anche se ...

     BA: Adesso che ci siamo tutti, o quasi – ma penso che Maria abbia la delega del Pécori [ridacchia]- sedete comodi che vi spiego. Mari’: orzo?

     STA: Lamiseria! Ma è ‘na fissa!

     DI: O è una droga ...

     MM: O non sa a chi sbolognare il quintale che gli hanno regalato. Tua figlia?

     BA: Tutta invidia! Comunque ho anche cicoria e camomilla, se (...)

     MM: Dammi un bicchier d’acqua naturale, ché il mio caffè ma seccato la gola.

     STA: Uno anche a me, grazie.

     MM [B. in cucina]: Beh, le novità? ... Non v’ha ancora detto nulla?

     STA: Vuole andare in vacanza, cioè tutti.

     MM: Che?

     DI: Non ho capito, ma adesso ci spiega tutto; per benino!

     BA: Ecco le acque sante. Dunque, a noi.

     MM: Che non c’entri la politica, perché di prima mattina sono piuttosto ...

     DI: Vivace.

     MM: Eh; ben detto.

     STA: Vivace, in che senso?

     BA: O Giuse’! Vivace è vivace: che si muove ...

     MM: Pagliaccio!

     BA: Va bene va bene, scusate. Allora: cominciamo dall’inizio.

     DI: E ben, sì.

     MM: Ma va’? E io che credevo si incominciasse dalla fine!

     BA: Se aveste bevuto orzo invece di (...)

     MM: Palle!

     BA: Signora!?

     STA: La smettiamo? Non ho mica tutto ‘sto tempo da perdere.

     DI: Ah!

     BA: Hai ragione.

     MM: Perché? Cosa devi fare?

     STA: Ho un ... coso lì, con gli amici ...Un ...impegno ...

     BA: Ho capito, capito.

     DI: Stendiamo un pio, pio velo.

     MM: Che pp... Eh!

     BA [rapido]: Poiché qui penso che ci si annoi tutti nell’inverno, pensavo di andare a svernare tutti noi insieme in un posto al caldo al sole; subito.

     MM: Dove?

     DI: A fare che?

     BA: Dove, lo decidiamo assieme tecnicamente, possibilmente democraticamente, cioè nel senso che vediamo che cosa troviamo di oggettivamente che è il meglio per noi e poi si cerca di essere tutti d’accordo.

     DI: D’amore e di accordo.

     STO: Io che ne so se è meglio il Mar Rosso o Santo Domingo?

     DI: Mar Rosso, ehm!?

     MM: Costa Azzurra, no, eh?

     BA: Ho detto sole, caldo e adesso, in inverno.

     MM: Tropici! Tahiti; Away! Maldine ... cioè, Maldive.

     BA: È da vedere perché, e rispondo a Pio, dovremmo cercare una località dove ci sia possibilità di movimento, libertà di espressione e sicurezza personale. Quindi, per esempio, e mi dispiace per Giuseppe, ma lui lo sa perché c’è stato con il partito suo, Cuba è già scartata; Giamaica idem, o ci travestiamo tutti da rastafari ... Away è distantissima e carissima per noi europei. Le Maldive non vanno bene perché sono isolette minutissime che in meno di tre ore la tua la conosci tutta e non c’è come di andar a far casino nelle altre, non certo a nuoto. Perché io pensavo di andar lí e spassarcela come lo facevamo ai bei tempi andando di qua e di là cantando, ballando, gozzovigliando, uhum!

     MM: Me lo vedo mio marito a ...?!

     STA: Piccoli borghesi invecchiati e rinc...

     DI: Invecchiato sarai tu! Non che ti dia completamente torto, ma questi ritorni di fiamma mi lasciano un po’ ...

     MM: Che c’entra la fiamma? Mi sembra giusto sì che ci movimentiamo un po’ di più adesso che non abbiamo più i figli fra i piedi.

     DI [gioviale]: Madre snaturata!

     MM: O Pio, con la madre è finita, adesso c’è la nonna in fuga.

     STA: Nonna? Ma va’.

     BA: Vogliamo lasciare queste chiaccherate quando saremo in riva al mare con un long drink in mano? Eppoi non è nessun ritorno, sia chiaro. Non sono il vecchiaccio rincoglionito come pensa il nostro compagno vetero giocatore di briscola, tipo quelli che si dipingono i capelli o si vestono come le nipoti infestando le balere. Sto parlando di continuare a divertirci. Lo so, lo so che trent’anni fa avevamo gli ormoni i testeroni e i piedoni in ebolizione, ma starmene seduto qui in queste notti del pippio a rigirarmi i pollici, proprio no!

     DI: Quindi ...? Proponi di fare che? Guarda che ci sono almeno due generazioni lì fuori che si danno da fare ... nelle notti buie e fredde.

     BA: Fare che? Sai quanto me ne sbatte ... pardon, madame, di tutti gli altri? Non me ne fregava prima, figuriamoci ora con il senno di poi!

     MM: Bravo, giusto!

     STA: Fammi capire: vorresti che andassimo di nuovo a scrivere con la vernice sui muri. È così?

     BA: Quasi; e perché no?

     MM: Bello! Io non l’ho mai fatto.

     DI: Ah Michelino! Ma chi ce lo fa fare? E perché? S’è tutto afflosciato.

     BA [ridacchiando]: Tu, parla per te, eh Giuseppe? Guarda lui, indomabile, fedele, duro.

     MM: Ma se è comunista?

     STA: Ohé, di nuovo!? E Pio che è un baciapile, eh?, con tutti i crimini che laChiesa ha fatto nel tempo, eh? E i roghi alle streghe.

     MM: Se ce l’hai con me, ti sbagli perché tutto puoi dirmi ma non strega; non credo a quelle cose lì né a queste qui del nostro signor Dibase: tutte scemenze per il popolino.

      DI: Sì brava! Con tutti i grandi teologi e pensatori e (...)

     BA: Smettiamola. Io appoggio Maria e Giuseppe ma non il pio Gesù bambino; perché per me anche il Buddha ha detto delle grullaggini e tutti gli altri unti e bisunti. Parliamo di noi qui adesso, porcamiseria.

     DI: E parla, indemoniato.

     BA: In verità vi dico che chi non è con me è contro di me. Scherzo. Poiché sono pragmatico, direi che si fa così: fra due notti, cioè dopodomani, ci si incontra dopocena in una birreria e vediamo che si fa. Dopo-di-che, cioè dopo alcune uscite e notti bianche, non alla Dostoievski, si parte. Domande?

     DI: Io ho forti dubbi, però ...

     BA: San Tommaso, se non ci metti il naso ...

     MM: E con Giovanni, come si fa?

     BA: È tanto ...?

     MM: Diciamo che va a periodi, per cui non si possono fare pronostici, però ...

     DI: Però è ancora nella grazia di Dio, cioè, scusa, è ancora in gamba quando ha superato la crisi?

     MM: Sì sì, anzi peggio di prima, nel senso che vorrebbe recuperare il tempo perduto dandosi il doppio da fare!

     BA: Bene; nessuna domanda, Beppe?

     STA: Per me ... Vediamo.

     BA: La chitarra ce l’hai? Portala.

     DI: Ottimo: ho imparato nuovi canti (...)

     MM: Di chiesa?

     DI: No no, ecologici; sentirete!

     BA: Bene, tutti per uno ... Aspettate, che qui s’impone un brindisi.

     STA: Oh, finalmente si beve.

     DI: Ma sarà un altro orzo!

     BA[dalla cucina]: Et voila! Venite qui che faccio prima.

     MM: Wow: flutes!

     STA: Spumante.

     DI: Troppa grazia, sant’Antonio!

[più brindisi a soggetto: Alle notti tropicali, Alla luna, Alla Rinnovazione, Alla giovinezza, Alla faccia di ..., A ...]

 

 

Atto 2°

[È illuminato il giudice sul suo trespolo al centro, in penombra quattro seduti a sinistra e in ombra una seduta a destra; vestiti: giudice in giacca ma senza cravatta, occhiali; i 4 uomini sono in bermuda e camicie “floreali”, MM in completo “safari”.]

 

     GIUDICE [finisce di riassettare i molti fogli poggiati sulle ginocchia]: Queste sono le imputazioni, la maggior parte delle quali riguardano gli imputati come gruppo, per cui procederemo da ... “Formazione di gruppo sovversivo”. Chi ne è il capo? ... Ci sarà almeno un portavoce, un referente, no? ... Va bene. Ho visto dalle Vostre dichiarazioni che ... ognuno giustifica gli altri. Molto classico, molto cavalleresco voglio dire, molto cives romanus, (...)

     GIOVANNI PÉCORI [mentre parla luce sul gruppo]: Quelli sì che erano uomini! La grandezza di Roma, l’Impero, [si alza e tenendo sollavato l’avambraccio destro con la mano sinistra, intona:] ”Sole che sorgi libero e giocondo, sui (...)”

     GI: Si calmi, si calmi che non è questo il modo di (...)

     BA [alzandosi]: Giustissimo! Non è questo il modo, non è questa la giusta intonazione! Pécori, mi meraviglio di Voi! Fratello Dibase, può dare la nota corretta? Grazie.

     DI [alzandosi]: Lalalalà. Sole ... Un due tre Sole [i tre in coro] che sorgi libero e giocondo, sui colli nostri i tuoi cavalli doma, tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggior di Roma, maggior di Roma! [G. cerca di fermarli a parole; alla fine del canto i tre applaudono e si congratulano a vicenda]

     GI: Rispetto alla Corte, che cosa sono queste goliardate? Vi rimando tutti e quattro dentro in cella a ripensarci!

     STA [si alza, fa sedere gli altri tre]: Signor giudice, sarebbe una illuminata ingiustizia se mi mandasse con gli altre in prigione perché come Ella Voi ha visto, io non ho partecipato al canto ... reazionario! [fa zittire gli incipit degli altri] Quindi: in piedi! Uno due “È l’Internazionale futura umanità [coro, S. con il pugno levato, gli altri a braccetto, in piedi] Su lottiam, l’Ideale nostro alfine sarà l’Internazionale futura umanità”.

     GI [dopo essersi un po’ sbracciato]: Bene; penso che adesso ...

     DI: Se Vostra Eccellenza permette, evremmo una nuova canzone ecologica (...)

     GI: Alla prossima vi mando via! Vi faccio condurre in cella, capito!?

     PE: Io l’ho cantata, ma sapevo che avrebbe fatto incazzare il giudice! Eh, una canzone comunista!

     GI: Comunista o non comunista, qui non si canta! Si risponde alle domande!

     DI: E le faccia, eccellenza, le faccia. [siedono tutti]

     GI: Siete accusati di formazione di banda sovversiva.

     PE: Io non sono sovversivo, ma per l’ordine e il progresso. Lo può chiedere a mia moglie.

     GI: I famigliari non possono essere testimoni a carico.

     PE: E lo chieda a loro.

     GI: Signor Pécori, loro sono coimputati, quindi ...

     DI: Ma in questo modo, egregio signor giudice, un gruppo di fedeli che cantano le lodi del Signore Nostro Gesù, possono essere quindi accusati di formazione di confraternita rivoluzionaria!

     GI: No, se fanno le loro manifestazioni e il loro linguaggio è nel rispetto della legge e della Costituzione.

     STA: Noi siamo un gruppo di amici ... quattro gatti, che banda!

     GI: Quattro, l’ha detto; quattro , anzi tre secondo l’articolo del codice di sicurezza pubblica, formano (...)

     STA: Sta a vedere che ci tocca giocare a scopa con il morto!

     BA: A tennis va bene perché sono due di qua e due di là, vero giudice?

     GI: C’è poco da fare gli spiritosi. Se il capo non è uno di voi quattro, vuol dire che salterà fuori, e questo peggiora la vostra situazione, in quanto non si sa quali collegamenti, quali agganci internazionali, quali ...Eh.

     DI: Siamo tutti qui, presenti.

     STA: Questo qua pensa ancora alle trame internazionali, alle società segrete, agli intrighi politici nascosti.

     BA: Mai sentito parlare di democrazia diretta?

     DI: Le decisioni vengono prese a maggioranza; non c’è nessuno che guidi.

     BA: Non vogliamo nessuno alla guida.

     STA: Perché qualcuno dovrebbe stare alle guida, quando il (...)

     MM [man mano che parla si alza e la luce aumenta]: Quando siete ubriachi; quando avete le mani impegnate con carabattole varie; quando ...Beh, ho sempre guidato io, mi pare.

     GI: Lei chi è?

     SE: Ma chi la conosce!

     STA: Che guida e guida!

     BA: Suppongo ci sia un misunderstanding, Signora.

     DI: Una donna che ci guida? Fosse una Giovanna d’Arco, una Teresa ...

     STA: Una Rosa Lux(...)

     GI: Silenzio. Mi vuol favorire le sue generalità, Signora? Ha un documento?

     PE: Le donne stanno bene in casa, in cucina, ...

     DI: E in chiesa!

     PE: Giust’appunto. Che sfrontata!

     BA: Fosse carina, almeno.

     MM: Come ti permetti, cafone!

     GI: Moderare i termini e non facciamo apprezzamenti!

     PE: Casalinghe sconosciute in cerca di notorietà.

     STA: Ingozzate di pubblicità.

     DI: Senza Fede; senza un (...)

     MM: La mia fede ce l’ho, toh: sia al dito che nel cuore!

     BA: Vogliamo tornare a noi, signor giudice?

     GI: Un momento; voi dite di non conoscerla, vero? [i 4 assentono] Nemmeno lei, signor Pécori Giovanni? Proprio non la conosce la signora qui presente, Maria Maddalé in Pécori? Nessuna parentale; un’omonimia casuale, come ... come il domicilio!

     MM: È mio marito, eminenza, mio marito!

     GI:Dunque?

     BA: Ammesso e non concesso che ci sia una parentela fra questo nobile uomo e questa donzella, non vedo come si possa supporre e addurre che codesta ci guidasse.

     MM: Ma se mi hai regalato tu un bel paio di guanti da guida sportiva?!

     PE: Ah! Io mi chiedevo da dove venissero quei ...

     STA: Proprio carini (...)

     DI: Badi come parli, figliuolo!

     GI: Dunque?

     BA: Concesso e non ammesso che fosse Lei, la qui presente signora, a guidare, pongo il seguente consequenziale quesito d’interpretazione linguistica: è guida in funzione di aggettivo invariato, che ispira o impone norme o principi a cui altri si devono uniformare, o non piuttosto conduzione di un veicolo? Idest, colui o colei che dirige verso una meta, sì, ma conducendo, guidando un’autovettura?

     PE, DI, STA : Sì, giusto, ecco, proprio così; chiaro!

     MM: Ma che state a dire? Qua la patente, giudice ‘llenza; internazionale.Tzeh!

     GI: Quindi lei, signora, mi scusi, ma era con loro quando venivano perpetrati i reati loro contestati? Era, è, parte del gruppo?!

     MM: È, certo! Con mio marito che ha avuto (...)

     PE: Taci, donna, che al reverendo giudice non gliene cale di inezie mediche!

     GI: Silenzio. Quindi lei, signora, Maria Madalé in Pécori ammette spontaneamente di essere associata alla banda di quaesti quattro?

     STA: Alla banda musicale di Roccaverdina!

     DI: Se posso suggerire confraternita ...

     PE: Ma va’! Manipolo; di prodi!

     BA: In onore al gentil sesso, perché non club?

     GI: Silenzio! Risponda , signora Pécori; prego. Le ricordo che metterò immediatamente agli atti questa sua dichiarazione.

     PE: Ah Mari’, stattene fuori! Son cose da uomini le patrie galere.

     STA: Signora: ascolti suo marito.

     DI: Nel bene e nel male, è nella formula del matrimonio; ma io qui dispenserei.

     BA: Tirarti le orecchie, sarebbe nulla. Comunque ascolta due cosette, e lascia che il giovanotto ascolti. Prima: Farsi incastrare spontaneamente che piacere c’è? Nessuno. Gli rendi le cose facili facili. Seconda: Noi ci mettono dagli uomini e tu dalle donne, quindi non ci si vede se non alle udienze. Beh, aggiungo una terza, che è un classico: Chi ci porterà le mele e le sigarette in carcere, eh? Chi ce le porterà se anche tu ...?

     GI: Signora, sto aspettando; e comunque, checché dica il signore qui, lei verrà inquisita, e per direttissima.

     PE: Dov’è la cavalleria di una volta?

     STA: Non gliene frega niente a ‘sti qua; donne, bambini, vecchi, (...)

     BA: Vecchi, sì! Ecco, ci guardi con i suoi occhietti già occhialuti:vecchi che (...)

     DI: Non esagerare, Michele!

     BA: Guarda che volevo dirgli che gli facciamo un coso così, vecchi o non vecchi.

     DI: Approvato; all’unanimità suppongo. Bene. Visto, giudice mio giudice, come funziona? Una testa, un voto.

     GI: Certo; però secondo il Codice Penale , cinque teste fanno un gruppo, una banda, un’associazione (...)

     BA: ... a delinquere. Ma mi facci il ....!

     MM: Delinquenti? Questo no, sior giudice! Nessuno ha rubato, né tanto meno ammazzato ... Al più qualche parola un po’ spinta, ma niente più.

     GI: Niente più? [guardando nei fogli] Disturbo alla quiete pubblica, intralcio del traffico, oscenità in luogo pubblico, propaganda (...)

     DI & MM: Oscenità? In luogo pubblico?

     BA: [sghignazza]

     STA: Che cosa??

     PE: Cerchi di essere meno generico e più circonstanziato, visto che è coinvolta anche una signora.

     GI: Atti osceni (...)

     MM: Atti osceni?

     GI: Sì, signora, benché non sembri che lei ne sia direttamente coinvolta!

     BA [ridendo]: Non avendo il pippio, come poteva ...

     STA: Non dirmi che ...

     BA: Come? Non sapevate che fare gare di pipì-lunga è un “atto osceno”?

     PE: E perché non arrestano i cani che fanno anche la cacca in strada, eh?

     DI: Guardi, signor giudice, che eravamo sulla riva del mare, nella notte oscura, con le spalle al ... pubblico.

     MM: E quand’è che eravate tutti e quattro con il sedere di fuori? [un po’ disgustata] Bianchi e flacci...

     STA: Io non c’ero.

     BA: Sì che c’eri, ma non di testa!

     PE: È stata una questione ... d’onore.

     DI: Suppongo di sì, ma con il senno di poi non ...

     BA: Ma dai! È stato quando tre ragazzotte ci hanno mostrato le loro ... tette, e noi abbiamo risposto con moony, cioè mostrando il ... le chiappe chiare ... nella notte stellata!

     STA: Ah ... E poi ... Ah ... Ma non erano di più?

     PE: Tre: [indicando gli amici] uno, due, tre.

     GI: Ma tutti e cinque a bagnarvi nudi, nudi, invogliando altri a farlo!

     DI: Onorato giudice: le cose belle vanno condivise, e un bagno in mare con la luna piena, tropicale, lei ... no? Ci provi, ci provi.

     GI: Nudi! E con ...

     PE: Nella notte tropicale che vuole mai trovare in riva al mare, suore della carità?

     DI: Giovanni!

     PE: Scusa, Pio, ma non tolgo nulla alle une e alle altre: ad ognuno il proprio ... mestiere.

     MM: Lì erano carine entrambi, specie le vecchie suore missionarie europee!

     STA: Avanguardia dell’imperialismo!

     MM: Ma fammi il piacere, vecchio ottenebrato!

     BA: Se vogliamo proprio dirla tutta, la testa di ponte del neocolonialismo sta proprio in quei giovani indigeni locali che sono assetati della cultura occidentale.

     DI: Assatanati.

     STA: Plagiati.

     PE: Ma anche civilizzati, eh! Sarebbero ancora all’età della (...)

     BA: Sì; ma una cosa è aiutarli, un’altra ...

     GI:Vogliamo proseguire, ché non voglio restare qui fino (...)

     STA: Sta a vedere che la colpa è nostra se ...

     DI: Anche noi vorremmo sbrigarci quanto prima.

     PE: Giusto. Sbrighiamoci con questa pagliacciata!

     GI: Cosa ha detto?

     BA: Che la finiamo presto, senza che NOI facciamo i ragazzini ...

     GI: Ah; bene. Vi dichiarate colpevoli, e lei signora con loro?

     DI: Scusi, ma usualmente si deve ammettere la colpa, come nella Santa Confessione della Romana Chiesa Cattolica, e poi ...

     BA: Ma se non sappiamo nemmeno di che cosa siamo accusati?

     PE: E da chi, poi?

     MM: Guardi, giudice, che ci siam fatti tutti, cioè noi e loro, loro: i nativi, delle gran risate e mi sembra che tutti si siano divertiti ...

     STA: Ci hanno preso anche per il cu(...)

     DI: Non a torto, siamo sinceri.

     MM: E se qualcuno è stato male, siamo stai noi, neh?

      PE: I liquori sono schifosi e la birra è ...[espressione schifata]

     GI: E la droga?

     TUTTI: Che?

     BA: Adesso ci fa incazzare!

     STA: Figurarsi se non tirano fuori la storia della droga per incastrarti, ‘sti strrr. Non è cambiato nulla in 40 anni!

     DI: L’accusa è grave, figliuolo.

     MM: Ma guarda un po’ te!

     PE: Questa è diffamazione, signor giudice. Diffamazione. Vuol fornirci prove e testimoni? È quando il gioco si fa pesante

     BA & DI: che i duri si divertono.

     GI: Supposizioni circostanziali che ...

     STA: Supposte in ...

     MM: È quello che pensi tu, cioé, lei?

     STA: Siamo in un bel casino.

     PE: Ma che casino e casino! ‘Sti stronzetti non hanno altro da fare e giocherellano con noi. Per farsi le ossa e dare una lezione a ‘sto ...

     DI: Si esplichi, giovanotto.

     GI: Rispetto, rispetto! “Signor Giudice” è l’unico modo per rivolgervi a me, intesi? O vi addebito una pena per vilipendio.

     BA: Scusi, signor giudice, se dico: “Ma sai quanto me ne sbatte” è punibile?

     GI: Sì, certo! Ovvio!

     BA: Allora come non detto.

     DI: Però l’hai pensato, Michele; peccato veniale.

     PE: Allora anch’io ho peccato.

     STA: Ma guarda ‘sti tre!

     GI: Dunque: vi dichiarate NON colpevoli. È così? La parola alla Difesa. Ce l’avete?

     MM: Certamente, eminenza sior giudice. Io.

     I 4: [negano, protestano]

     GI: Se non trovate un accordo, sarò costretto a (...)

     BA: Come il più anziano del gruppo (...)

     DI: Ma non è vero? Di che mese sei?

     BA: Luglio.

     DI: Fregato! Maggio. Ok.

     STA: Ma che c’entra il più anziano?

     PE: Lasiando perdere l’età, posso mettere una parola in favore della qui presente signora, vista la mia decennale conoscenza della parlantina, sì, diciamo “dialettica” per far contento il professore, ... oddio, mi son perso!

     MM: Suppongo ti riferissa a me, tesoro.

     PE: Sì, ecco; parla tu ché penso sia meglio per tutti.

     DI: Maria, avvocata nostra. Suona bene. Sì.

     STA: Certo, sì; va bene.

     BA: Democrazia diretta è democrazia diretta; vada per Maria ... avvocata nostra!

     GI: Prego signora.

     MM [si alza, piccoli spostamenti]: Chi è senza peccato, scagli la prima pietra.

     DI: Brava! [è zittito agli altri]

     MM: Ma perché parlar di peccato, quando peccato non è?

     STA: Brava! [c. s.]

     MM: Esuberanza, vitalismo, euforia, entusiasmo, ebrezza che ancor la vita dà, gioia umana di vivere, epicureo fluire di (...)

     PE: Eh che è? Qua c’è il tuo operato, neh, professore?

     BA: Guarda che prorio io non ...

     DI: Svolazzi poetici-pindarici!

     STA: Adesso mettitici pure tu a dire stronz...

     GI: Silenzio! Voglamo arrivare al dunque?! E lei, signora Pécori, si mantenga ai fatti; in quanto a poesia ....

     DI: Eh no, eh, signor giudice, mi permetta, ma la poesia, la Poesia, non me la tocchi! Questo afflato (...)

     STA: La vogliamo smettere, la-madonna!

    GI: Giusto: smettiamola! E lei di usare termini non ammissibili in questo luogo.

    MM: Sarà che posso parlare? Esprimermi? Dire la mia a mio modo?

     PE: No!

     GI+STA+BA+DI: Ma perché?

     PE: Perché no, perché ci affogheremo in un diluvio, in un mare di parole. No. Chi ha dato ha dato, e chi ha avuto ... Abbiamo sbagliato? E correggeremo. Abbiamo peccato? E faremo penitenza. Abbiamo rotto? E aggiusteremo. Vadi, dottore, vadi, ci dica...

     STA+BA+MM: Ma che stai a di’? Sei fuori di teschio? Che t’è preso? Ma fai sul serio?

Che t’inventi?

     DI: Delitto & castigo. Bravo, signor Pécori, mi compiaccio (...)

     STA: Il masochista del (...)

     BA: Ad ognuno il suo.

     STA: Il suo di che?

     MM: Eh?

     GI: Silenzio! Se non la smettete vi condanno come minimo per intralcio di procedimento giudiziario! E mancato rispetto.

     BA: E giramento di.

     DI: Michele!

     BA: Guarda che mi son fermato a tempo.

     PE: Si proceda!

     GI: Grazie, ma lo lasci dire a me. Riprendiamo dall’inizio. I qui presenti Bacu Michele, Dibase Pio, Pécori Giovanni e Stagnin Giuseppe, si dichiarano innocenti o colpevoli delle accuse qui relate ed esposte?

     (all’unisono) BA+STA: Innocenti! / DI+PE: Colpevoli.

     BA: Innocenti.

     MM: Ma che state a dire? E io? Eminenza: e io? Io non ci sono? Per(...)

     GI: Calma, calma; calma. Come gruppo (...)

     STA: Eh daglie!

     PE: Ma non ha ragione? Si agì o no come manipolo?

     DI: Manipolo?

     BA: Orda, orda barbarica!

     MM: Cretinetti, direi.

     STA: Hai ragione al 100%, Maria.

     GI: Abbiamo finito? Bene. Se non v’è unanimità di risposta, due sono le ipotesi di tale comportamento, la prima ci porta a presumere che alcuni componenti il gruppo siano stati cooptati, plagiati o pressionati da (...)

     STA: Ah dotto’ ...!

     DI: Lasciamolo parlare.

     STA: Siete della stessa scuola di chiacchere & chiacchiere e zac! [accenno a gestaccio]

     BA: Il signore qui vuol dire che qualcuno ha costretto qualcun altro a fare quello che abbiamo fatto ....? Sì, insieme, chiaro.

     MM: A me mi avete costretta; sì, sior giudice! Dovevo sempre guidare io l’automobile, tutte le sere, proprio tutte le sere!

     PE: Ma cara, qualche volta pur si andava tutti a piedi.

     STA: E quella volta in triciclo? Io e te ...

     DI: Non fatemici pensare! Autoscontro nella via principale con i tricicli a carrozzella, e tu militarista impunito a schiamazzare come fosse stata la carica dei 600.

     PE: Ovvía, uno si fa prendere dalla foga del momento.

     DI: Potevi prenderti un triciclo tutto per te invece di farmi pedalare al tuo comando.

     MM: Poverino, se è ancora graciluccio il mio (...)

     BA: Ma dai, che è stato bello!

     DI: Sì, tu con un carretto tutto per te!

     GI [cerca nelle carte, e con voce volutamente conciliante]: Possiamo procedere? Possiamo ...? Dunque: la seconda ipotesi è che alcuno di voi ritenga, ora, di aver, non dico sbagliato, ma ecceduto nel ... [accenna vagamente ai fogli]

     MM: Bere?

     PE: Ma quando mai, cara?!

     MM: Ah, lo so: nel commettere atti impuri!

     DI: Signora Maria, mi permetta di non concordare con lei.

     MM: Ma con quelle donne lì non facevate ... atti impuri?

     BA: Ih, Mari’, ce ne vuole perché un atto sia impuro! Noi si abbozzava.

     STA+MM: Si ..., che?

     PE: Si scherzava; niente di serio, niente di impuro, vero Pio?

     DI: Certamente; benché si possa peccare anche con pensieri e parole.

     PE: Ma non opere, non opere!

     BA: Penso che io peccai. Vi secca molto?

     GI: Quante volte?

     BA: Ahilà, giudice! Non son peccati da codice penale, neh?!

     GI: E sempre da vedere; comunque: sia chiaro che colpevoli siete considerati tutti voi. La signora è esclusa da questa prima istruttoria non avendo io nulla qui ora a suo carico. Suppongo sappiate bene che ci sono le attenuanti, le omissioni, le circostanze, ed altro.

     PE: Non vedo né capisco di quali reati siamo accusati. E mi sfuggono ancor più le motivazioni di chi , infingardo, ci abbia denunciati. Di che, poi? Di che? D’aver turbato la quiete notturna d’una città vacanziera.

     DI: D’aver riso un po’ troppo forte e un po’ troppo a lungo. D’aver (...)

     MM: Commesso atti impuri.

     STA: Ma no, quelli non c’entrano!

     BA: Guarda che fare pipì contro un albero è considerato se non proprio atto impuro, comunque punibile per legge; vero, dotto’?

     GI: Va bene. Perché tutto [mostrando i fogli] questo? Perché? Per quali ragioni?

     MM: Perché loro son fatti così, signor avvocato; li conosco da una vita.

     BA [canticchiando]: Un po’ per noia, un po’ per non morir.

     DI: Semel in anno ... Lei mi capisce, potrei anche dirlo; ma una volta all’anno per chi ha tutto l’anno, ormai, per annoiarsi, sì: annoiarsi, che è già un bene, perché, mio giovane giudice, la noia fa presto a inacidirsi in accidia e poi incancrenirsi in depressione.

     GI: Certi eccessi, però, ... E comunque sono perseguiti per legge; dovreste saperlo ... alla vostra età.

     BA: Quello che so, alla mia età, è carpe diem, del diman non c’è certezza. Il che non mi fa un fuorilegge, ma un epicureo, per quanto velleitario.

     PE: Le solite stucchevoli tronz... scempiaggini da intellettuali. Ma ci si dia da fare! E chi se ne frega della pensione! Agire, fare; non mollare!

     STA: Facile parlare così quando si ha un lavoro, una buona occupazione in proprio!

     PE: E chi ti proibisce di non procuratene una di attività in proprio?

     STA: I tuoi amici.

     PE: Quali amici? Fammi i nomi che ... [gesto di minaccia]

     DI: Ragazzi, calma. Signor giudice, ci dica, siamo tutt’orecchie.

     GI: Stando così le cose, ...

     DI: Come stanno le cose, scusi, signor giudice?!

     GI: Non posso considerare attenuanti l’età e ... e la noia.

     DI: E ...?

     GI: E quindi ... Non vedo come non si possano non applicare le pene prescritte dalla Legge. In toto.

     MM: Tutti condannati? Tutti? Anch’io?

     PE: Taci, donna!

     STA: Condannati a che?

     DI [a STA]: Penso che sia un’ammenda, una multa, ...

     STA: Allora per me è l’ergastolo.

     BA: Ma va’, che è la prima istanza! Si vedrà.

     MM: Niente galera, allora? Vero, signore? Niente prigione?!

     STA: Ci mancherebbe solo questa.

     DI: Eh che ti farebbe bene un po’ di dieta e un po’ di compagnia!

     PE: Ah, è così! Un gruppo di cittadini, di onesti cittadini, si diverte un poco, un poco più del solito, fa quel pochino di casino eccedente ovvero che dà fastidio alle cacche molli degli ottenebrati rimbambiti e noi, NOI, ci si trova in manette e ci si deve sottomettere alla tirata di orecchie, alla lavata di capo. Ma non sia mai! Ora ... ! Lasci perdere, giudice! Lei faccia il suo ufficio, e noi tireremo dritto! Figurarsi: a me [berciando]”questo si fa, questo non si fa; monellaccio!”. Ma mi si faccia il piacere ....Ramolliti! Beghini! Pantofolai di m....

     MM: Caro, smett... [PE mano al petto, poi s’accascia nella sedia, lo sostiene STA] Oddio!

     STA: Che faccio? Lo stendo sul pavimento?

     DI: Dell’acqua, diamogli dell’acqua.

     MM: Gliel’ avevo raccomandato di non agitarsi .... Vediamo se ho le pastiglie ...

     GI: Forse è meglio che lo portiate di là: c’è un tavolo su cui potreste appoggiarlo. È endemico in suo marito ....?

     MM: Ogni volta che se la prende, che s’arrabbia .... Sempre così: non gli regge la pressione; il cuore ...

     GI: Andate, andate. [escono DI e STA portando PE] Non era pericoloso per la sua salute le ... gli eccessi della vacanza?

     MM: Vuol scherzare, eminenza? Un toro! Un demonio! E quando si inca..., quando gli fan girare i cosi che si scombussola tutto. È che le occasioni son tante di incavolarsi ....!

     BA: Un fortunato: sanguigno fino in fondo.

     GI: Lei, invece ...?

    MM: Posso andare, dottore?

     GI: Certo! Lei signora non ... non è agli atti. [MM esce] Strano che non ci sia nessun accenno alla signora ... Pécori qui.[acenna al pacco di fogli]

     BA: È da supporre che non l’abbiano notata; non tanto perché Maria non abbia dato il suo contributo, diciamo così, goliardico, chiassoso alle serate, ma probabilmente perché si confondeva con le altre ragazze al seguito, con il manipolo, per dirla alla Pécori, delle libere bellezze locali.

     GI: Beh, vi sarete calmati adesso.

     BA: Scherza? È un’onda lunga che andrà a svanire sulla battigia, se non incontrerà scogli su cui schiantarsi, e incominciare di nuovo.

     GI: Recidivo ...

     BA: È la vita; o vuol morire prima? [si alza] La vita è gioco, se si conoscono le regole, oppure è follia, se si brancola a caso.

     GI: Ma anche lei ha vissuto la vita d’ogni giorno, il tran-(...)

     BA: Tran quotidiano, il banale e lo scontato? Certo. Permette? [prende un foglio, lo piega più volte, poi fa volare “l’aereo”] Visto? Lei può fare di meglio, suppongo. Si diverta; si diverta. [eccenna ad uscire]

SIPARIO

 

Nota: Molti movimenti e parecchie intonazioni d voce sono omessi e dati per “scontati”; l’indicazione dei puntini entro parentesi, (...), indica che la frase/parola non si conclude per l’intervento di un’altra voce.

 

São Paulo, (marzo-) 8 ottobre 2013.

Giancarlo Varagnolo.

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