Giancarlo
Varagnolo
Novilunio
]
monologo [
complemento,
m. Parte che aggiunta ad
altre
serve a compiere un tutto.
)
Sala
con tavolo, un paio di sedie, divanetto – si suppone uno specchio e
la cucina in fondo a sx. Altro,
“supplementare”, s.v.p.
Donna
(sui
50, entra da sx dopo
che si è sentito il chiudersi secco di una porta e un giro di
chiave, alcuni passi affrettati-nervosi fino a giungere al centro
proscenio, è “svestita” da casa con eleganza, leggero trucco –
tiene qualcosa nella mano sinistra)
:
Buonanotte.
Ciao; buonanotte. Buona notte;
buona notte. Così,
come se domani … o dopodomani, o … un giorno, un altro giorno
qualsiasi … No, nessun altro giorno;
o
notte. Fine.
Finito;
chiuso,
chiuso. Finito, così:
ciao, buona notte. Perché non addio,
addio?
Se non ci si vedrà più, mai, mai mai mai, mai più? Buonanotte,
come se … Invece è finita, finita; così … Tutti questi anni …
nulla, zero. Era un castello di carte? Non credo, non so. E poi, poi
è così semplice, facile, rapido il distruggere, qualsiasi cosa,
farla svanire, sparire, annullare … Finito; ciao, buonanotte.
Finirà la notte, buona o non buona, e poi un altro giorno, buono o
non buono, che finirà, finirà. (un
attimo di esitazione, si guarda la mano chiusa a pugno, la apre: sono
due chiavi che tiene ora per il portachiavi con due dita)
Ma che senso c'è? Ha restituito le chiavi quando l'appartamento
rimane, aperto, disponibile, … Come se l'appartamento non esistesse
più, come se suonando il campanello nessuno aprisse;
come
se …, come se importasse avere due chiavi; due. (siede
sulla sedia di 3/4, guarda le chiavi nel palmo della mano)
Due. Ma che stupidaggine è questa? Che gran … che gran cavolata è
questa? Le mie! Le mie, ed io sono qui viva, viva, viva. (getta
le chiavi sul divanetto, testa appoggiata su una mano)
“Devi
capire, devi capire” … Cosa?
Che cosa dovrei capire? Certo: il dolore, la pena, le incombenze, il
cambiamento repentino, le seccature, le … E dopo, e dopo mesi,
invece di ricominciare una nuova vita, una vita finalmente e
solamente nostra, nostra: noi due, due, soli
… Ma
perché? Perché cavolo …? (si
alza, passi tardi & lenti)
Adesso che, che non ci sarebbero stati più sotterfugi, intoppi,
mezze bugie, minuti contati … adesso … No; sì, chiaro, certo,
ovvio che si pensi a, a poter essere unicamente noi, due, soli, senza
… senza il terzo … incomodo, però, ecco, poi una lo sa, sa bene
a che cosa va incontro, si adegua, si adagia, si adatta e il sogno
sfuma, la speranza svanisce e ci accorge, anni, anni dopo, che,
perché no?, la vita può essere così … part
time.
Però è accaduto. (raccoglie
le chiavi)
Non che io lo volessi, non l'ho mai minimamente pensato, non mi è
mai passato per la testa; una separazione, quella sì all'inizio l'ho
per un po' pensata, ma poi … quei bambini … il loro papà, avrei
dovuto io dargliene altri? Fratellastri
… sorellastre,
mi vengono i brividi al solo pronunciare le parole. E così … più
dieci anni … (da
calma, dimessa, pacata che è stata finora diviene risentita,
irritata, aggressiva)
Quattordici, quattordici: una vita! Ed ora? Per arrivare a che, a che
cosa? Io chi sono? Io che sono? Che cosa ero, che cosa sono stata io
fino ad ora, fino a ieri, per lui? Il burro da spalmare sul pane? Il
formaggio sui maccheroni? La torta sulla ciliegina? Ahahah! (ridendo
va all'angolo cucina)
La torta
sulla ciliegina! Torta … sì, io
ero la torta e … (torna
con un bicchiere
e un cartone “tetra”
di succo di
frutta)
e lei … Un vuoto a perdere. Il
supporto … un gancio, un chiodo.
Il
contenitore. Da
buttare dopo, quando il contenuto
… non
c'è
più
finito, svanito, andato, andato via, via, volatilizzato … (beve
e quasi soffoca per un'improvvisa risata)
Mi aspetta il riciclo! (sarcastica)
E allora almeno portamici tu, brutto stronzo senza palle! Che infame,
che vigliacco, che … La scema sono io, io che mi rifiutavo di
vedere ... Cieca non ero, ma non volevo comporre le tessere di un
mosaico … Ma che ti mosaico [verbo!]!
Lo sapevo, l'ho sempre saputo fin dal primo giorno, fin dal primo
momento: uno se le porta ben in faccia le proprie caratteristiche, le
mostra e più è un idiota preso di sé più le ostenta, le mezze
calzette poi sono dei pagliacci in pista. E uno, una,
ci sta al gioco, un gioco che crede di poter gestire o comunque
lasciare non appena … non appena cosa?!
Ci si adagia, ci si adegua, si scusa, si sopporta assuefatti per
un'abitudine che s'è pigri a lasciare, a troncare. Ignavi. Così il
tempo passa “e
non si ferma un'ora”,
la vista s'appanna e ci si addormenta sulle immagini edulcorate e
promettenti della nostra telenovela al dolcificante ché lo zucchero
ormai non ce lo possiamo più permettere: un po' troppe delusioni e
cantonate e spazzatura varia. E poi uno, una,
muore e qualcuno che resta vivo, si sveglia, o collassa del tutto, et
voilà: les jeaux sont faits. (accenna
un brindisi, beve, posa il contenitore sul tavolo, siede)
“Domani è un altro giorno”, direbbe quella non proprio simpatica
del film, e lui, bellissimo, un uomo uomo: “Non me ne frega un
cazzo!” (ridacchiando)
Non
me ne può fregar di meno!
Ma lui, per quanto rude e macho,
è pur sempre un gentiluomo: “ I
don't give a ...”.
Uff! Vedo però che anche le cacche molli e gli stronzetti
usano
frasi frasine frasette bell' e fatte, convenzionali e scipite per …
per mandarti a fa 'n … Da strozzarlo, da sputargli in faccia e
mandarlo a quel paese a calci sul sedere! E … E cosa?! La stupida
sono io, io. Ma che cosa pensavo? Ma che credevo? La vice-moglie
che … che succede alla precedente … La vice-che? Lo so, lo
sapevo, lo ho accettato, ne sono sempre stata consapevole, anzi
all'inizio mi ha attratto questo rapporto classicamente peccaminoso,
libertino:
la dama delle camelie! Che stupidaggine. Ma anche era comodo, lo è,
ha i suoi vantaggi, saranno anche egoistici, però una fa la sua
scelta e … Beh, niente camicie da stirare, nessun problema di
finanza famigliare, cenette per lo più fuori …, condivisione solo
del letto quando se ne aveva proprio voglia, pensieri zero ché se …
se quel bastardo aveva l'influenza lo curava l'adorata mogliettina …
che Dio, se ce n'è uno, l'abbia in gloria. (beve
lenta)
Ma c'è un girone dei traditi, dei traditi-cornuti, là?
Però: è strano, neh, che ci siano pene per chi pecca, che fa
schifezze in vita, e ovviamente una ricompensa, per quel che vale, a
chi … se l'è più o meno guadagnata, però … però un, come
dire, un risarcimento a chi ha subito torti, ingiustizie, offese, e
simili, non mi sembra che ci sia. Madonna!
Ma che vado a pensare? Ma mi sto rincretinendo.neh!? E'
quell'insulso gretto imbecille paranoico “Addio,
non ci vedremo più”
che mi sta mandando fuori di testa! (si
alza)
Lo stronzo. Glielo potevo ben dire in faccia, ma mi ha preso così
alla sprovvista, io che ero preparata a consolarlo per la perdita …
Beh, mica potevo fare altrimenti, anche se … E lui zac!
Ma
che zac
e zac!,
magari fosse stato un bel colpo di spada al cuore, o una mitragliata
tatatatatà!
alla
coso lì … [Rambo
o simili];
e invece, 'sto viscido, 'sto bastardo, 'sto … 'sto
impunito,
tutto triste triste piangi piangi, e io che quasi mi commuovo,
poverello ché gli voglio bene; e poi, a vedere uno piangere … qui
sul mio (porta
le mani verso il seno)
… Macché petto! E' stato lì che ha incominciato il suo birignao e
(infastidita)
soffia il naso di qua e soffia il naso di là … “to
le chiavi”
e buonanotte al secchio! Sulla porta di casa, così. (si
versa ancora da bere, sorseggia più volte “meditativa”)
A 'sto punto me lo poteva dire per telefono, con calma, senza tutti
'sti lacrimoni, e il moccio al naso e … Lo chiamo! Eh, se lo
chiamo! Mica finisce così, eh no! No, no. Dopo tutti questi anni:
“Addio.”
E
non se ne parla più? Ma quando mai?! (alzando
il bicchiere e guardandolo, leziosa)
Gustoso beveraggio, m'dam; ecco, tenga: le restituisco il calice.
(con
la mano sinistra sotto l'ascella dx e portando il bicchiere vicino
alla guancia dx, cammina lenta)
Cos'è che cantava la zia Mafalda? “Come
una coppa di champagne ti spezzerò, perché il mmmh amor mm cuor!”
(ride,
si ferma, beve)
La zia …! S'è sposata a … alla mia età; perché poi? Perché ci
si sposa …? (dal
tono pacato passa al brusco)
Col cavolo che gli telefono! Col cavolo. Visto che c'era poteva anche
darmi indietro il mio
numero di telefono oltre alle chiavi. Il suo … Ahahah! (risata,
dal tono allegro-sentimentale passa a ironico)
In questi ultimi anni con l'aggeggino lì (indica
o mostra un telefonino)
potevo anche chiamarlo … sempre sotto copertura (voce
neutra)
“Buongiorno. La nostra Ditta ha un'interessante propos...” E se
era disponibile, vai col birignao, altrimenti: “No, guardi, non
siamo interessati.” e clic! Prima era ancor peggio perché solo
lui, il mio lui,
questo lui che tradiva e si lagnava pure della moglie … viva, e
adesso …? Buffo; no: ignobile, infame, becero … impensabile.
Come?! Non c'è più lei, lei
che
… Ma che gli è preso? (finisce
di bere, posa il bicchiere, siede)
Non capisco. Non che ci sia molto da capire, immagino. Uno ha moglie
e amante, muore la moglie, e che fa? Lascia l'amante. Quando mai! Ma
può essere? Ma tu, il mio caro fedifrago, spergiuro e sozzone,
perché tradivi tua moglie? Perché spesso e volentieri, più spesso
e molto
più volentieri andavi a letto con … con me? Fammi capire: non è
che tutto il tuo piacere, la tua foia stava tutta nella
trasgressione? Il frutto proibito. Il rischio che attizza. La fiamma
del peccato. Cazzarola: coito ergo sum! Però?! (positivamente
meravigliata)
Ma dai! Sempre che ci debba essere Freud o quell'altro lì fra i
piedi! E ancora con il proibito: questo sì, questo no, quello mah
vedremo. Due palll! Però eccoci qui con uno che è andato fuori di
testa per ...per una situazione che anche inconsciamente, o Freud!,
deve pur aver pensato. Io no, no, giuro! (erge
il busto, poi si appoggia di nuovo allo schienale, accavalla
diversamente le gambe)
Certo, all'inizio era una seccatura avercela sempre fra i piedi, cioè
dover dipendere da quel che faceva lei per aver tempo per noi, noi
(sospiro
“interrogativo”);
beh,
chiaro,
no?, che uno pensa: ”Se non ci fosse sarebbe meglio.” Ma da
questo a … Oh certo, quel tanto di gelosia, e una certa invidia,
sì, certo certo, ma fu solo all'inizio, i primi … anni …? No! I
primi mesi!
Perché lui, ciccì-coccò
all'inizio,
poi. pian piano, portava qua, da me, le sue rogne, i suoi dissapori,
le amarezze, le disillusioni, l'irritazione e lo scontento … Non
che fossi Maria Immacolata Consolatrice degli Afflitti, no. Proprio
no, però, si sa: la lingua batte dove il dente duole, così prima o
dopo – di solito dopo
–
i suoi assilli saltavano fuori. (si
alza, va verso la cucina, si volta)
Che sciocca! Ecco che cosa fa l'abitudine. Per carità: ho smesso e
non se ne parla più! Abbiamo smesso assieme; ma
prima!?
Se fumava! Anche perché a casa lei
glielo aveva proibito. Così qua nel fumo di sigarette ho visto
delinearsi e prendere forma quel che era la sua vita famigliare, e il
matrimonio e i doveri sociali e i compromessi, la collaborazione, la
responsabilità condivisa … Ed io? Fuori da tutto questo. Una
telenovela raccontata che finì per annoiarmi per la ripetitività
delle situazioni. (fa
per versarsi da bere, ci ripensa: va a prende un biscotto in cucina
continuando a parlare)
Dodici … eh!? quattordici, quat-tor-di-ci. (sbocconcellando
il dolcetto)
Beh, passati sono; un
soffio direi; come tutto passa e va. E'
quel che resta che conta. E' il presente. Che ho? Che m'è restato in
mano? (pone
l'ultimo pezzetto in bocca)
Ora adesso oggi puff!
Tutto andato, svanito, dissolto, inesistente. Meno che nebbia, fumo,
vento. Nulla se non un ricordo che già è vago, non chiaro,
indistinto … infatti l'usuale, il quotidiano, il consueto visto e
rivisto si dissolve nell'insieme, si mimetizza, scompare. Se ne
avverte l'assenza, il posto vacante. (umettandosi
le labbra)
Ma che sto a dire!? A me che mi cambia? Buttato via spazzolino
vestaglia ciabatte … chiuso!
(quasi
un richiamo)
Stazione di transito. (rassettandosi
e ravviandosi i capelli brevemente e sovrappensiero)
Fammi capire. (siede)
Uno passa di qua, regolarmente, o quasi, fino all'ultimo e poi,
senzasoluzionedi
continuità,
“Ciao
addio non ci si vede più.” Così,
su due piedi, fulmine a ciel sereno. Un lutto è un lutto; capisco
che
sconvolga, ma cavolo! È stata una morte annunciata!
Non è stato un incidente
stradale o un colpo apoplettico o qualcosa di improvviso. Non può
non averci pensato prima. Però neanche una parola, nessun accenno,
nemmeno una qualche perplessità espressa per il dopo. E io che gli
dovevo chiedere? È lui che sempre si confidava con me, è lui
che aveva sempre rogne e problemi e pensieri e rotture di ..! E
dunque? E adesso? Perché scomparsa la moglie - morta, sepolta, non
più – devo sparire anch'io dalla sua vita? Perché? Che c'entra?
Ho chiesto qualcosa? No, mai. Né prima né tanto meno in tutti
questi ultimi anni. Mi andava bene così, mi va bene così.
Cosa cambia? Cosa è cambiato fra noi? Non ho chiesto niente,
niente; anzi non ho nemmeno aperto bocca
sulla nuova situazione che si è venuta a creare. Sì, perché ora
lui è vedovo, non è più … non ha più legami, e …
(intrecciando-muovendo le dita delle mani si alza e cammina su e
giù parallela al proscenio per poi fermarsi al centro) I figli
sono maggiorenni. E … e io sono qui. Qui, viva. Come prima, come
ieri, come dieci anni fa. Qui, viva, per lui. E allora?
Allora? Sembra che … Ma che c'entra! Io sono io e lei … Che
rapporto ha …? Che nesso? Io sono … Oddio! (mani
al petto, poi alla fronte, lenta siede sulla sedia, prima di ¾
braccio sul tavolo che sostiene alta la testa, indi verso il pubblico
ma un po' china) Il rovescio della medaglia. Yin e Yang.
L'altra faccia della luna. Stanlio e Ollio [o
altra coppia di
comici]. (ridacchia,
scrolla i capelli) Luce e ombra. No, una statua e la sua
ombra: via la statua, scompare anche l'ombra. Un'ombra … Ma va',
non esageriamo! Un'ombra: quando mai! (mani
ai fianchi, schiena eretta) Se non c'ero io chissà come
finiva il mio caro ciccino! (si
versa da bere) Beh, però, guarda com'è finita: m'ha
ridato indietro l'anello con ... le chiavi attaccate. Ma è poi
finita? Questo lo ha detto lui; e io? Io … Io (deambula
con il bicchiere in mano, recitativo) sono l'ombra che
vaga nella notte stellata, una notte senza luna. Un'ombra può
fare ombra a se stessa? L'ombra di un'ombra. (stizzita)
Così io valevo di riflesso, il mio pregio era di dar prestanza al
tutto, di saldare le crepe, di tappare i buchi, di smussare le
asperità, di addolcire appianare gal-va-nizzz (piccolo
sorso) -are … Va beh! Ammesso e non concesso che
la funzione dell'amante sia (conta
con la mano sx sulle dita della dx che stringe il bicchere)
palliativa terapeutica emostatica catartica … e …
(tirando il mignolo)
e ludica e ... e altro o basta così? Cavolo!Ma per essere un'amante,
l'amante, l'altro lì, l'uomo, deve proprio essere
sposato? Cioè dico: senza moglie (voce
da “saggio cinese”) moglie non avéle amante non
godéle. D'altronde ...Però a pensarci … cioè, voglio dire …
beh, ma una dovrebbe saperlo; è una scelta. Cioè: non è che una
nasce moglie, un'altra amante, un'altra monaca e un'altra … Beh, in
verità quelle lì (rendere l'ambiguità per far
pensare alle lesbiche) nascono così, poi magari la
società aiuta, dà un incentivo e vai! Premio Nobel per la fisica di
qua, e premio per la medicina di là, e … E io che ho vinto oggi?
Il Gran Premio della Nullità; del Fine
Servizio: (tono
d'encomio, ostentando le chiavi) in perenne ricordo e
grato le sia per i servizi prestati, riposi in pace, amen. Amen, e
così sia. Infondo … Però quello che mi fa rabbia, quello che più
che altro mi … mi sbalordisce, e mi sembra sconveniente, è questo
ben-servito estemporaneo, frettoloso, insensato, e poco chiaro. Certo
che lui avrà le sue scuse, le sue ragioni, i suoi motivi, le sue
ubbìe, ma almeno che me le faccia conoscere, che le palesi, che me
ne parli! Non dico discutere, no. Si discute per giungere ad un
compromesso, ma a quale compromesso, a che accordo, a che
accomodamento possiamo arrivare dopo una vita di condiscendenza,
sotterfugi, rinvii, restrizioni e ritagli? Adesso che si poteva
essere più ...cioè meno … Oh dio dio dio! Io non le ho mai
augurato la morte, figurarsi: non ho nemmeno fantasticato sulla
separazione, il divorzio … No! A me andava bene così, lei là io
qui, la sua vita e la mia. Un uomo da condividere. E allora?
Dov'era il danno? Dov'era il male? Tutto filava bene, super bene più
per lei che per me, sì! perché gliel'ho rimesso a nuovo più di una
volta 'sta mezza calzetta che adesso si piange addosso! (è
arrabbiata “di testa” quindi contenere movimenti espressivi del
corpo e spostamenti brevi)
Ma piangi! Almeno che per
una volta non sia io ad asciugarti le lacrimuccie! Ahf! (sbotta,
beve, si siede, tenta di ri-bere: vuoto) Finito. Se era
per me … Ma era un'abitudine, come la pizza il venerdì, il ballo
al sabato – con lui o senza lui, ah sì – e la … E' tradire
tradire uno che tradisce? (risata)
Trentatré trentini tr tr … Era già finita; perché ci si logora;
non che si deteriori, ma perde … mordente, elasticità, si
appiattisce, si … E quando trac! si rompe, beh, in parte ne
siamo contenti ché così si può buttare ed averne un nuovo. Cara la
mia ombra-rovescio-della-medaglia, chiavi in mano! (stirandosi
sullo schienale del divano) Io sono qui, ineffabilmente
qui. Un po' da sistemare i capelli, magari. (toccandosi
i capelli con una mano poi con due, tono discorsivo) E se
fossi morta io? Beh, non proprio morta, va, ma partita; se l'avessi
lasciato? Boh?! Se ne sarebbe trovata un'altra sicuramente. Un'altra
qualsiasi, tanto: chi va a guardare il retro della medaglia? Della
patacca è buona la fronte. L'ombra è sempre ombra di qualcos'altro
... Ma vedi un po' te (si
sdraia sul divano, poi piedi sulla spalliera) che discorsi
mi fa fare! Neanche dalla parrucchiera si sentono spropositi
simili. (alza le gambe, le
divarica e le apre-chiude prima lenta poi facendo cozzare il lato dei
piedi con babbucce) Però …
Ma perché … perché ... perché … non m'incazzo? Proprio non mi
(sbatte forte i piedi ma il
tono resta neutro) viene da … sentirmi arrabbiata?
(nuovo colpo e resta a piedi
uniti) Infastidita sì, un poco, ma più che altro per
come me l'ha detto. Se ne poteva parlare (divarica
le gambe) senza fretta e senza pianti. (piega
e gira le gambe fino a terra, alza il busto) Ma la mamma è
sempre la mamma. Il guinzaglio che lo teneva s'è rotto e … adesso?
Di qua, di là, di su, di giù? Non è così semplice prendersi la
responsabilità della scelta. Ma non è nemmeno questo. (si
alza e s'inarca flettendosi all'indietro con mani sui reni)
E quasi … Non so perché mi sia venuto in mente, e c'entra poi?
Però prima si era come in classe a scuola con una voglia
pazzesca irrefrenabile di ridere ma c'era l'insegnante a … non
reprimere ma a far contenere la risata che appunto per questo …
(alza le braccia a cerchio e
le fa ricadere) Bum! O le prime sigarette fumate, ma sì,
anche senza averne voglia, unicamente perché era proibito.
(si versa da bere)
Ecco lì: finito, anche questo. (guadando
il contenitore) Vuoto a perdere; rifiuto
secco; non riciclabile. (andando
verso la cucina-pattumiera scrollando
il contenitore) Vuoto. A perdere. Beh, a 'sto punto …
(deposita il contenitore,
prende un sacchetto, ritorna) vuotiamo … così avrò un
po' più di spazio nell'armadio. Se poi il signorino senza creanza
viene a prendere le sue cose …
Le sue di lui.
(uscendo sulla dx)
Io ci sono, sì; luna nuova oggi. (esce)
Clugia
minor, 13 aprile 2020 Pasquetta.
GV
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