lunedì 20 luglio 2020

NOVILUNIO


Giancarlo Varagnolo

Novilunio
] monologo [

complemento, m. Parte che aggiunta ad
altre serve a compiere un tutto.

) Sala con tavolo, un paio di sedie, divanetto – si suppone uno specchio e la cucina in fondo a sx. Altro, “supplementare”, s.v.p.

Donna (sui 50, entra da sx dopo che si è sentito il chiudersi secco di una porta e un giro di chiave, alcuni passi affrettati-nervosi fino a giungere al centro proscenio, è “svestita” da casa con eleganza, leggero trucco – tiene qualcosa nella mano sinistra) :
Buonanotte. Ciao; buonanotte. Buona notte; buona notte. Così, come se domani … o dopodomani, o … un giorno, un altro giorno qualsiasi … No, nessun altro giorno; o notte. Fine. Finito; chiuso, chiuso. Finito, così: ciao, buona notte. Perché non addio, addio? Se non ci si vedrà più, mai, mai mai mai, mai più? Buonanotte, come se … Invece è finita, finita; così … Tutti questi anni … nulla, zero. Era un castello di carte? Non credo, non so. E poi, poi è così semplice, facile, rapido il distruggere, qualsiasi cosa, farla svanire, sparire, annullare … Finito; ciao, buonanotte. Finirà la notte, buona o non buona, e poi un altro giorno, buono o non buono, che finirà, finirà. (un attimo di esitazione, si guarda la mano chiusa a pugno, la apre: sono due chiavi che tiene ora per il portachiavi con due dita) Ma che senso c'è? Ha restituito le chiavi quando l'appartamento rimane, aperto, disponibile, … Come se l'appartamento non esistesse più, come se suonando il campanello nessuno aprisse; come se …, come se importasse avere due chiavi; due. (siede sulla sedia di 3/4, guarda le chiavi nel palmo della mano) Due. Ma che stupidaggine è questa? Che gran … che gran cavolata è questa? Le mie! Le mie, ed io sono qui viva, viva, viva. (getta le chiavi sul divanetto, testa appoggiata su una mano) “Devi capire, devi capire” … Cosa? Che cosa dovrei capire? Certo: il dolore, la pena, le incombenze, il cambiamento repentino, le seccature, le … E dopo, e dopo mesi, invece di ricominciare una nuova vita, una vita finalmente e solamente nostra, nostra: noi due, due, soliMa perché? Perché cavolo …? (si alza, passi tardi & lenti) Adesso che, che non ci sarebbero stati più sotterfugi, intoppi, mezze bugie, minuti contati … adesso … No; sì, chiaro, certo, ovvio che si pensi a, a poter essere unicamente noi, due, soli, senza … senza il terzo … incomodo, però, ecco, poi una lo sa, sa bene a che cosa va incontro, si adegua, si adagia, si adatta e il sogno sfuma, la speranza svanisce e ci accorge, anni, anni dopo, che, perché no?, la vita può essere così … part time. Però è accaduto. (raccoglie le chiavi) Non che io lo volessi, non l'ho mai minimamente pensato, non mi è mai passato per la testa; una separazione, quella sì all'inizio l'ho per un po' pensata, ma poi … quei bambini … il loro papà, avrei dovuto io dargliene altri? Fratellastri … sorellastre, mi vengono i brividi al solo pronunciare le parole. E così … più dieci anni … (da calma, dimessa, pacata che è stata finora diviene risentita, irritata, aggressiva) Quattordici, quattordici: una vita! Ed ora? Per arrivare a che, a che cosa? Io chi sono? Io che sono? Che cosa ero, che cosa sono stata io fino ad ora, fino a ieri, per lui? Il burro da spalmare sul pane? Il formaggio sui maccheroni? La torta sulla ciliegina? Ahahah! (ridendo va all'angolo cucina) La torta sulla ciliegina! Torta … sì, io ero la torta e … (torna con un bicchiere e un cartone “tetra” di succo di frutta) e lei … Un vuoto a perdere. Il supporto … un gancio, un chiodo. Il contenitore. Da buttare dopo, quando il contenutonon c'è più finito, svanito, andato, andato via, via, volatilizzato … (beve e quasi soffoca per un'improvvisa risata) Mi aspetta il riciclo! (sarcastica) E allora almeno portamici tu, brutto stronzo senza palle! Che infame, che vigliacco, che … La scema sono io, io che mi rifiutavo di vedere ... Cieca non ero, ma non volevo comporre le tessere di un mosaico … Ma che ti mosaico [verbo!]! Lo sapevo, l'ho sempre saputo fin dal primo giorno, fin dal primo momento: uno se le porta ben in faccia le proprie caratteristiche, le mostra e più è un idiota preso di sé più le ostenta, le mezze calzette poi sono dei pagliacci in pista. E uno, una, ci sta al gioco, un gioco che crede di poter gestire o comunque lasciare non appena … non appena cosa?! Ci si adagia, ci si adegua, si scusa, si sopporta assuefatti per un'abitudine che s'è pigri a lasciare, a troncare. Ignavi. Così il tempo passa “e non si ferma un'ora”, la vista s'appanna e ci si addormenta sulle immagini edulcorate e promettenti della nostra telenovela al dolcificante ché lo zucchero ormai non ce lo possiamo più permettere: un po' troppe delusioni e cantonate e spazzatura varia. E poi uno, una, muore e qualcuno che resta vivo, si sveglia, o collassa del tutto, et voilà: les jeaux sont faits. (accenna un brindisi, beve, posa il contenitore sul tavolo, siede) “Domani è un altro giorno”, direbbe quella non proprio simpatica del film, e lui, bellissimo, un uomo uomo: “Non me ne frega un cazzo!” (ridacchiando) Non me ne può fregar di meno! Ma lui, per quanto rude e macho, è pur sempre un gentiluomo: “ I don't give a ...”. Uff! Vedo però che anche le cacche molli e gli stronzetti usano frasi frasine frasette bell' e fatte, convenzionali e scipite per … per mandarti a fa 'n … Da strozzarlo, da sputargli in faccia e mandarlo a quel paese a calci sul sedere! E … E cosa?! La stupida sono io, io. Ma che cosa pensavo? Ma che credevo? La vice-moglie che … che succede alla precedente … La vice-che? Lo so, lo sapevo, lo ho accettato, ne sono sempre stata consapevole, anzi all'inizio mi ha attratto questo rapporto classicamente peccaminoso, libertino: la dama delle camelie! Che stupidaggine. Ma anche era comodo, lo è, ha i suoi vantaggi, saranno anche egoistici, però una fa la sua scelta e … Beh, niente camicie da stirare, nessun problema di finanza famigliare, cenette per lo più fuori …, condivisione solo del letto quando se ne aveva proprio voglia, pensieri zero ché se … se quel bastardo aveva l'influenza lo curava l'adorata mogliettina … che Dio, se ce n'è uno, l'abbia in gloria. (beve lenta) Ma c'è un girone dei traditi, dei traditi-cornuti, ? Però: è strano, neh, che ci siano pene per chi pecca, che fa schifezze in vita, e ovviamente una ricompensa, per quel che vale, a chi … se l'è più o meno guadagnata, però … però un, come dire, un risarcimento a chi ha subito torti, ingiustizie, offese, e simili, non mi sembra che ci sia. Madonna! Ma che vado a pensare? Ma mi sto rincretinendo.neh!? E' quell'insulso gretto imbecille paranoico “Addio, non ci vedremo più” che mi sta mandando fuori di testa! (si alza) Lo stronzo. Glielo potevo ben dire in faccia, ma mi ha preso così alla sprovvista, io che ero preparata a consolarlo per la perdita … Beh, mica potevo fare altrimenti, anche se … E lui zac! Ma che zac e zac!, magari fosse stato un bel colpo di spada al cuore, o una mitragliata tatatatatà! alla coso lì … [Rambo o simili]; e invece, 'sto viscido, 'sto bastardo, 'sto … 'sto impunito, tutto triste triste piangi piangi, e io che quasi mi commuovo, poverello ché gli voglio bene; e poi, a vedere uno piangere … qui sul mio (porta le mani verso il seno) … Macché petto! E' stato lì che ha incominciato il suo birignao e (infastidita) soffia il naso di qua e soffia il naso di là … “to le chiavi” e buonanotte al secchio! Sulla porta di casa, così. (si versa ancora da bere, sorseggia più volte “meditativa”) A 'sto punto me lo poteva dire per telefono, con calma, senza tutti 'sti lacrimoni, e il moccio al naso e … Lo chiamo! Eh, se lo chiamo! Mica finisce così, eh no! No, no. Dopo tutti questi anni: “Addio.” E non se ne parla più? Ma quando mai?! (alzando il bicchiere e guardandolo, leziosa) Gustoso beveraggio, m'dam; ecco, tenga: le restituisco il calice. (con la mano sinistra sotto l'ascella dx e portando il bicchiere vicino alla guancia dx, cammina lenta) Cos'è che cantava la zia Mafalda? “Come una coppa di champagne ti spezzerò, perché il mmmh amor mm cuor!” (ride, si ferma, beve) La zia …! S'è sposata a … alla mia età; perché poi? Perché ci si sposa …? (dal tono pacato passa al brusco) Col cavolo che gli telefono! Col cavolo. Visto che c'era poteva anche darmi indietro il mio numero di telefono oltre alle chiavi. Il suo … Ahahah! (risata, dal tono allegro-sentimentale passa a ironico) In questi ultimi anni con l'aggeggino lì (indica o mostra un telefonino) potevo anche chiamarlo … sempre sotto copertura (voce neutra) “Buongiorno. La nostra Ditta ha un'interessante propos...” E se era disponibile, vai col birignao, altrimenti: “No, guardi, non siamo interessati.” e clic! Prima era ancor peggio perché solo lui, il mio lui, questo lui che tradiva e si lagnava pure della moglie … viva, e adesso …? Buffo; no: ignobile, infame, becero … impensabile. Come?! Non c'è più lei, lei che … Ma che gli è preso? (finisce di bere, posa il bicchiere, siede) Non capisco. Non che ci sia molto da capire, immagino. Uno ha moglie e amante, muore la moglie, e che fa? Lascia l'amante. Quando mai! Ma può essere? Ma tu, il mio caro fedifrago, spergiuro e sozzone, perché tradivi tua moglie? Perché spesso e volentieri, più spesso e molto più volentieri andavi a letto con … con me? Fammi capire: non è che tutto il tuo piacere, la tua foia stava tutta nella trasgressione? Il frutto proibito. Il rischio che attizza. La fiamma del peccato. Cazzarola: coito ergo sum! Però?! (positivamente meravigliata) Ma dai! Sempre che ci debba essere Freud o quell'altro lì fra i piedi! E ancora con il proibito: questo sì, questo no, quello mah vedremo. Due palll! Però eccoci qui con uno che è andato fuori di testa per ...per una situazione che anche inconsciamente, o Freud!, deve pur aver pensato. Io no, no, giuro! (erge il busto, poi si appoggia di nuovo allo schienale, accavalla diversamente le gambe) Certo, all'inizio era una seccatura avercela sempre fra i piedi, cioè dover dipendere da quel che faceva lei per aver tempo per noi, noi (sospiro “interrogativo”); beh, chiaro, no?, che uno pensa: ”Se non ci fosse sarebbe meglio.” Ma da questo a … Oh certo, quel tanto di gelosia, e una certa invidia, sì, certo certo, ma fu solo all'inizio, i primi … anni …? No! I primi mesi! Perché lui, ciccì-coccò all'inizio, poi. pian piano, portava qua, da me, le sue rogne, i suoi dissapori, le amarezze, le disillusioni, l'irritazione e lo scontento … Non che fossi Maria Immacolata Consolatrice degli Afflitti, no. Proprio no, però, si sa: la lingua batte dove il dente duole, così prima o dopo – di solito dopo – i suoi assilli saltavano fuori. (si alza, va verso la cucina, si volta) Che sciocca! Ecco che cosa fa l'abitudine. Per carità: ho smesso e non se ne parla più! Abbiamo smesso assieme; ma prima!? Se fumava! Anche perché a casa lei glielo aveva proibito. Così qua nel fumo di sigarette ho visto delinearsi e prendere forma quel che era la sua vita famigliare, e il matrimonio e i doveri sociali e i compromessi, la collaborazione, la responsabilità condivisa … Ed io? Fuori da tutto questo. Una telenovela raccontata che finì per annoiarmi per la ripetitività delle situazioni. (fa per versarsi da bere, ci ripensa: va a prende un biscotto in cucina continuando a parlare) Dodici … eh!? quattordici, quat-tor-di-ci. (sbocconcellando il dolcetto) Beh, passati sono; un soffio direi; come tutto passa e va. E' quel che resta che conta. E' il presente. Che ho? Che m'è restato in mano? (pone l'ultimo pezzetto in bocca) Ora adesso oggi puff! Tutto andato, svanito, dissolto, inesistente. Meno che nebbia, fumo, vento. Nulla se non un ricordo che già è vago, non chiaro, indistinto … infatti l'usuale, il quotidiano, il consueto visto e rivisto si dissolve nell'insieme, si mimetizza, scompare. Se ne avverte l'assenza, il posto vacante. (umettandosi le labbra) Ma che sto a dire!? A me che mi cambia? Buttato via spazzolino vestaglia ciabatte … chiuso! (quasi un richiamo) Stazione di transito. (rassettandosi e ravviandosi i capelli brevemente e sovrappensiero) Fammi capire. (siede) Uno passa di qua, regolarmente, o quasi, fino all'ultimo e poi, senzasoluzionedi continuità, “Ciao addio non ci si vede più.” Così, su due piedi, fulmine a ciel sereno. Un lutto è un lutto; capisco che sconvolga, ma cavolo! È stata una morte annunciata!
Non è stato un incidente stradale o un colpo apoplettico o qualcosa di improvviso. Non può non averci pensato prima. Però neanche una parola, nessun accenno, nemmeno una qualche perplessità espressa per il dopo. E io che gli dovevo chiedere? È lui che sempre si confidava con me, è lui che aveva sempre rogne e problemi e pensieri e rotture di ..! E dunque? E adesso? Perché scomparsa la moglie - morta, sepolta, non più – devo sparire anch'io dalla sua vita? Perché? Che c'entra? Ho chiesto qualcosa? No, mai. Né prima né tanto meno in tutti questi ultimi anni. Mi andava bene così, mi va bene così. Cosa cambia? Cosa è cambiato fra noi? Non ho chiesto niente, niente; anzi non ho nemmeno aperto bocca sulla nuova situazione che si è venuta a creare. Sì, perché ora lui è vedovo, non è più … non ha più legami, e … (intrecciando-muovendo le dita delle mani si alza e cammina su e giù parallela al proscenio per poi fermarsi al centro) I figli sono maggiorenni. E … e io sono qui. Qui, viva. Come prima, come ieri, come dieci anni fa. Qui, viva, per lui. E allora? Allora? Sembra che … Ma che c'entra! Io sono io e lei … Che rapporto ha …? Che nesso? Io sono … Oddio! (mani al petto, poi alla fronte, lenta siede sulla sedia, prima di ¾ braccio sul tavolo che sostiene alta la testa, indi verso il pubblico ma un po' china) Il rovescio della medaglia. Yin e Yang. L'altra faccia della luna. Stanlio e Ollio [o altra coppia di comici]. (ridacchia, scrolla i capelli) Luce e ombra. No, una statua e la sua ombra: via la statua, scompare anche l'ombra. Un'ombra … Ma va', non esageriamo! Un'ombra: quando mai! (mani ai fianchi, schiena eretta) Se non c'ero io chissà come finiva il mio caro ciccino! (si versa da bere) Beh, però, guarda com'è finita: m'ha ridato indietro l'anello con ... le chiavi attaccate. Ma è poi finita? Questo lo ha detto lui; e io? Io … Io (deambula con il bicchiere in mano, recitativo) sono l'ombra che vaga nella notte stellata, una notte senza luna. Un'ombra può fare ombra a se stessa? L'ombra di un'ombra. (stizzita) Così io valevo di riflesso, il mio pregio era di dar prestanza al tutto, di saldare le crepe, di tappare i buchi, di smussare le asperità, di addolcire appianare gal-va-nizzz (piccolo sorso) -are … Va beh! Ammesso e non concesso che la funzione dell'amante sia (conta con la mano sx sulle dita della dx che stringe il bicchere) palliativa terapeutica emostatica catartica … e … (tirando il mignolo) e ludica e ... e altro o basta così? Cavolo!Ma per essere un'amante, l'amante, l'altro lì, l'uomo, deve proprio essere sposato? Cioè dico: senza moglie (voce da “saggio cinese”) moglie non avéle amante non godéle. D'altronde ...Però a pensarci … cioè, voglio dire … beh, ma una dovrebbe saperlo; è una scelta. Cioè: non è che una nasce moglie, un'altra amante, un'altra monaca e un'altra … Beh, in verità quelle lì (rendere l'ambiguità per far pensare alle lesbiche) nascono così, poi magari la società aiuta, dà un incentivo e vai! Premio Nobel per la fisica di qua, e premio per la medicina di là, e … E io che ho vinto oggi? Il Gran Premio della Nullità; del Fine Servizio: (tono d'encomio, ostentando le chiavi) in perenne ricordo e grato le sia per i servizi prestati, riposi in pace, amen. Amen, e così sia. Infondo … Però quello che mi fa rabbia, quello che più che altro mi … mi sbalordisce, e mi sembra sconveniente, è questo ben-servito estemporaneo, frettoloso, insensato, e poco chiaro. Certo che lui avrà le sue scuse, le sue ragioni, i suoi motivi, le sue ubbìe, ma almeno che me le faccia conoscere, che le palesi, che me ne parli! Non dico discutere, no. Si discute per giungere ad un compromesso, ma a quale compromesso, a che accordo, a che accomodamento possiamo arrivare dopo una vita di condiscendenza, sotterfugi, rinvii, restrizioni e ritagli? Adesso che si poteva essere più ...cioè meno … Oh dio dio dio! Io non le ho mai augurato la morte, figurarsi: non ho nemmeno fantasticato sulla separazione, il divorzio … No! A me andava bene così, lei là io qui, la sua vita e la mia. Un uomo da condividere. E allora? Dov'era il danno? Dov'era il male? Tutto filava bene, super bene più per lei che per me, sì! perché gliel'ho rimesso a nuovo più di una volta 'sta mezza calzetta che adesso si piange addosso! (è arrabbiata “di testa” quindi contenere movimenti espressivi del corpo e spostamenti brevi)
Ma piangi! Almeno che per una volta non sia io ad asciugarti le lacrimuccie! Ahf! (sbotta, beve, si siede, tenta di ri-bere: vuoto) Finito. Se era per me … Ma era un'abitudine, come la pizza il venerdì, il ballo al sabato – con lui o senza lui, ah sì – e la … E' tradire tradire uno che tradisce? (risata) Trentatré trentini tr tr … Era già finita; perché ci si logora; non che si deteriori, ma perde … mordente, elasticità, si appiattisce, si … E quando trac! si rompe, beh, in parte ne siamo contenti ché così si può buttare ed averne un nuovo. Cara la mia ombra-rovescio-della-medaglia, chiavi in mano! (stirandosi sullo schienale del divano) Io sono qui, ineffabilmente qui. Un po' da sistemare i capelli, magari. (toccandosi i capelli con una mano poi con due, tono discorsivo) E se fossi morta io? Beh, non proprio morta, va, ma partita; se l'avessi lasciato? Boh?! Se ne sarebbe trovata un'altra sicuramente. Un'altra qualsiasi, tanto: chi va a guardare il retro della medaglia? Della patacca è buona la fronte. L'ombra è sempre ombra di qualcos'altro ... Ma vedi un po' te (si sdraia sul divano, poi piedi sulla spalliera) che discorsi mi fa fare! Neanche dalla parrucchiera si sentono spropositi simili. (alza le gambe, le divarica e le apre-chiude prima lenta poi facendo cozzare il lato dei piedi con babbucce) Però … Ma perché … perché ... perché … non m'incazzo? Proprio non mi (sbatte forte i piedi ma il tono resta neutro) viene da … sentirmi arrabbiata? (nuovo colpo e resta a piedi uniti) Infastidita sì, un poco, ma più che altro per come me l'ha detto. Se ne poteva parlare (divarica le gambe) senza fretta e senza pianti. (piega e gira le gambe fino a terra, alza il busto) Ma la mamma è sempre la mamma. Il guinzaglio che lo teneva s'è rotto e … adesso? Di qua, di là, di su, di giù? Non è così semplice prendersi la responsabilità della scelta. Ma non è nemmeno questo. (si alza e s'inarca flettendosi all'indietro con mani sui reni) E quasi … Non so perché mi sia venuto in mente, e c'entra poi? Però prima si era come in classe a scuola con una voglia pazzesca irrefrenabile di ridere ma c'era l'insegnante a … non reprimere ma a far contenere la risata che appunto per questo … (alza le braccia a cerchio e le fa ricadere) Bum! O le prime sigarette fumate, ma sì, anche senza averne voglia, unicamente perché era proibito. (si versa da bere) Ecco lì: finito, anche questo. (guadando il contenitore) Vuoto a perdere; rifiuto secco; non riciclabile. (andando verso la cucina-pattumiera scrollando il contenitore) Vuoto. A perdere. Beh, a 'sto punto … (deposita il contenitore, prende un sacchetto, ritorna) vuotiamo … così avrò un po' più di spazio nell'armadio. Se poi il signorino senza creanza viene a prendere le sue cose …
Le sue di lui. (uscendo sulla dx) Io ci sono, sì; luna nuova oggi. (esce)


Clugia minor, 13 aprile 2020 Pasquetta.
GV

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