lunedì 25 marzo 2013

Babbo Presepe.

 Babbo Presepe

Eva Varagnolo

[palme, agavi, cespugli, cactus, ...; notte.]

Babbo Natale (in maglietta, bevendo con la cannuccia da un bicchierone; fa schioccare la lingua): Che bontà! Val la pena sì far tutta 'sta strada, una bella volata, neh, ma ... (succhia) che bontà! Peccato che sia una sola volta all'anno ... Breve vacanza, piccola pausa prima della fase conclusiva. Eh, ben, che s'ha da fa': lavoro e lavoro (succhia). Non che mi lagni del lavoro, no! Con le soddisfazioni che mi ´à ... Ci mancherebbe altro. E che, oh, undici mesi son tanti e poi, neh, al freddo.

Renna (che sta mangiando frutta tropicale, intromettendosi): E al buio.

Renna2 (petulante): Ma ci son le stelle.

Rn: Ma vuoi mettere il sole, la luce naturale, il calore.

Re: Le scottature. Ti sei messo la crema protettiva? (Ne esce un gran flaccone, spalma)

Bn: Eh, sei mesi buoni con le lampade sempre accese, giorno e notte, cioé tutto il giorno ... voglio dire tutta la notte. Ohi ohi ohi. Voglio dire che lassù, al quasi Polo Nord dove abito, per sei mesi il sole si vede pochino, quasi mai, 24 ore su 24. Poi però, e vai! con il sole che non tramonta mai; ma sempre freddino fa, altro che qui, nella riviera Mediterranea. (alle renne) Passate la crema anche a me, va'.

Rn: Ma è da renne!

Bn: È solo per la punta del mio naso! Se mi diventa troppo rossa ... sapete come sono le malelingue.

Rn: Come se non sapessimo (cenno di bere).

Re: Oh, chi non ha piccoli vizi.

Rn: Ah, tu, poi ...

Re: Io, che?

(Rumori, voci, latrati) Pastore: Scusate, nonno, è per qui che si va di lì?

Bn: Babbo, babbo, Natale.

Pa: Non ha nipotini? Alla sua età? Bn: Veramente ...

Pastore2: Che è? Chi è? Co' fu? Chiedeste?

Pa: Non è nonno.

Ps: Non è?

Pa: No.

Bn: No.

PPs: Sape o non sa?

Rn: Meu! sono orsi di qui? Orsi bruni.

Re: Appena svegliati dal letargo.

Cane pastore (entra abbaiando): Ci muoviamo? Da che parte si va? (amlle RR) Oi, capellute, la via per Betlemme?

Rn: Be.. che?

Cp: Betlemme! Non avete sentito l'annuncio?

Rn: No, siamo arrivate da poco.

Re: Non mi sembra che Beteleheme sia nel nostro itinerario. Ô Nata'! Be... te.. te?

Cp: Bee-tleem-mm-me.

Bn: Sì, da queste parti (estraendo una carta stradale - che può essere enorme o piccolissima). Vediamo nell'atlante geo-stradale.

Pa: Ma che è 'sta roba?

Bn: La carta geografica per sapere dove vai e da dove vieni.

Pa: Da dove vengo ce lo so, e dove devo anna' pure; è quello che sta nel mezzo che non so.

Bn (serafico): Noi siamo qui.

Pa: Dove?

Ps: Vedere.

Cp: Ahó, posso portare le pecore de qua?

PP (espressioni interrogative)

Bn: Mi sa che Betheilhaim è di là.

Pa: Betlemme, neh!?

Ps: Sì, Betlemme, non quel nome lì.

Bn: Scusate, era la pronuncia finnica, questa carta è scritta in una lingua che non è la vostra.

Pa: Ah, per questo che ci capisco poco (indicanto la carta).

Ps: Ma se non sai leggere!

Pa: Può essere che non so leggere la lingua che parlo, ma sapere quella scritta degli altri!

Ps: Ma va'...!

Pa: Supponiamo che io sia stato rapito quando ero piccino picciò, e portato qui, eh!?

Ps: Beh.

Bn: Beh?

Pa: Beh, sarei di quelli come lui (indica Bn)

Pecora: Beh.

Pecora2: Beh? Beh.

Rn: Che elegantio! Guarda che pellicciotto.

Re: Un po' troppo morbido, neh?

Pr: Non spingete!

Pc (alle RR): Cos'è che vanno messo in testa?

Pr: Beh. Perché?

Rn: Il perché non lo so, comunque sono nostre.

Re:Ma sì: per sbatterci cranio contro cranio quando si fa il torneo.

Pc: Be che behllo: un torneo!

Pr: Beh, che torneo?

Pr: Come sarebbe?

Ra: C'è una stagione dell'anno ...

Rn: Quando `'è il sole, neh.

Pr: Di giorno.

Re: Beh, veramente ..

Rn: Non è che abbiamo sempre il giorno.

Pc: Avete solo i mesi?

Pr: Seniamo di 'sto torneo! Giorno, notte: e che è?

Rn: Ben; uno è lì nella brughiera ...

Pc: Che sarebbe?

Rn: È dove si va per passeggiare, brucare l'erbetta, leccare i muschi, mordicchiare i licheni ...

Pc: È tutta roba buona, beh? Qui c'è mica quella roba lì, vero?

Rn: No, però certi fiori che avete qui ...

Cp: 'namo; muoversi!

Pc: E facci finire!

Pr: Beh, beh, che fate, insomma?

Rn: Per gioco ci prendiamo a cornate, corna contro corna.

Pc: E chi vince, beh, che ...? (è spinta fuori)

Cp: Andare avanti! Trottare!

Rn: Chi vince ... (le PP sono uscite)

Pa (che stavano confabulndo in un angolo o dietro la guida stradale): Questo qui (batte con la mano sulla carta) sarebbe questo qua (batte con il piede il terreno).

Ps: E questo è quello (indica).

Pa: No, è quello là (essendo dal lato opposto della carta ...).

Ps: Ma va', che è questo qui di qua!

Bn: Momento. Allora, il nord nella mappa è questo; il nord di questo luogo dove siamo mi sa che è ...Il sole dove sorge ...?

PP (concordi, unisono): Di là.

Bn (ruotando la carta): Allora è così e la vostra meta è di là.

Cp: E tanto ci voleva! Buh! (via; anche i PP ringraziando)

Rn: Movimento 'sta notte. (o dopo aver guardato "fuori" scena, o dopo il passaggio di parecchi figuranti)

Re: Van tutti di là.

Rn: Sarà una festa locale.

Dromedario: Salve, gente! (vedendo Bn succhiare) Vergogna! Metta via quel narghilé! Ancora che fuma o è già la prima pipata del nuovo giorno? E no, siamo ancora ieri perché non è ancora la mezzanotte.

Rn: Chi è che sta fumando?

Re: Che cosa brucia?

Dr: Quello lí.

Rn: E dov'è il fumo?

Dr: Ce l'ha in bocca.

Re: Lui? Ahah, mica è un drago!

Dr: Che drago! Lo so come sono i draghi, viaggio io! E poi ...(occhiata) non son così brutti. Che tipo di scimmia è? (lo guarda più da vicino)

Bn (emettendo un gorgoglio con la cannuccia): Scimmia? A chi?

Dr (sorpreso): Oh, che strano: sta bevendo con una cannuccia. Si è fatto male alla bocca? Rotto denti?

Bn (mostrandoli prima in un sorriso poi in un ruggito): Eccoli, carino.

Dr (accennando alla cannuccia): Mi fai provare?

Bn (inorridito): Che? Pussa via, sciò!

Dr: Vado vado. (alle RR) Ciao, gente. Bell'acconciatura tribale. Subsahariani?

Rn: No, subpolari.

Re: Ciao, cammello!

Dr: I soliti turisti; dromedario. Una gobba: dromedario, due gobbe ... (via)

RR: È meglio! [o altro slogan > "compri due, paghi uno", "una la paghi, l'altra la pigli", ...]

Angelo: Andiamo, ragazzi, c'è ancora parecchia strada da fare ed è quasi l'ora.

Bn (guardando una clressidra): Eh, sì, fra poco al lavoro.

An: Avete da fare qualcosa di "speciale"?

Bn: Portare doni.

Rn: Sì, è il suo lavoro.

Re: Il NOSTRO lavoro!

Rn: In parte ...

Rn: E la gloria è sua.

An: ? Comunque tutti stanno portando doni.

Bn: Ah, sì, la gente si scambia doni, si fa regali ...

An: Il vostro qual è? Se non sono indiscreto.

Rn (marcando le "i"): Eccoli lì.

Re (sarcastica): Un bel carico pesantuccio.

An: Vedo vedo.

Bn: I richiedenti sono tanti.

Rn: Eh, tutto il mondo.

Re: QUASI tutto.

An (dubbioso): Vi sono stati richiestio?

Bn: Certo, con tanto di letterina scritta e mittente, altrimenti come faccio a conoscere l'indirizzo, per recapitare il regalo richiesto.

An (confuso): E viaggiate con un carro senza ruote?

Rn: Slitta.

Re: Si chiama slitta.

Bn: È per la neve.

An: Neve? Umida soffice bianca ... gelata?

RR: È.

Bn: È un carro da neve, che ssscivola sssulla neve. Questo è un modello un po' vecchiotto, ma essendo da carico non si può pretendere ... Tutto in legno, neh, con rifiniture in ottone e rinforzi in acciaio.

An: Acciaio?

Bn: Forse qui non è ancora stato inventato; comunque ...

An (interessato): E quanto trasporta?

Bn (orgogliosetto): Carico illimitato.

Rn: Tanto tiriamo noi!

An: E fa i ...

Bn (gongolante): Beh, giovanotto, non ho mai controllato, ma se queste pelandrone si danno da fare ...

Re: Te pareva.

Bn: La stessa velocità della luce.

An: Oh.

Rn: Ah.

Re: Eh.

Bn: Sì ben.

An: E con la polvere che sollevate andando, non vi disturba?

Bn: Ah, giovanotto ...

An: Angelo.

Bn: Babbo Natale, piacere (stretta vigorosa di mano). Ô Angelo, non tocchiamo il terreno né la neve: ci volkiamo sopra! Tre, quattro, die-ci-mi-la metri (indica con il braccio il cielo).

An (stupito): Okei okei, ci vediamo là, a Betlemme, neh. Pace in Terra agli uomini di buona volontà!

Bn: Merry Christmas! (alle RR) Scioccato, neh, il ragazzino!

Rn: Sono ancora primitivi qui.

Re: Civiltà pre-industriale.

Rn: Età della pietra.

Re: Non esageriamo! Qui è territorio romano, e l'Impero di Roma è il più moderno del mondo.

Rn: Ave Caesar! (confusione)

Bambini/e (vociando, rincorrendosi): Eccola lì. No, eccola là; eccola eccola. La stella cometa, la stella gometa [o altre storpiature].

Donne: Aspettate! Non correte!

B1: Che animali strani!

B2: Che buffi!

B3: Invece sono carini.

B4 (a Bn): Sono suoi?

B2 (toccando gli stivali): I piedi sono qui dentro?

B3: Com'è vestito strano.

B4: Ma non è vestito, è ssvestito, (a parte) per me è in mutande (ridacchia).

B1: Rosse (ridacchia).

B5 (vicino alle RR): Hanno un odore strano.

Rn: Muschio e licheni, bellina.

Re: Betulla boreale.

Mamma: Non toccate gli animali.

M2: Che animali sono?

M3: Mai visti.

M4: Non infastidite il nonno.

Bn: Babbo, solo babbo, Natale.

M5: Andiamo.

M3: Che capelli.

M2: Che barba.

M3: Che pancia.

M1: Arrivederla.

BB (escono vociando): Eccola lì (etc).

Vecchina: Ah, se non fosse per questi piedi! Ah, se non fosse per queste gambe! Ah, se non fosse per questa schiena! ... Ah, se non fosse che questa è notte santa.

Bn: Santa? Santa Klaus?

Vc: Santa.

Ra: La concorrenza.

Re: Ma non siamo sempre noi?!

Rn: Bah; è un po' come la cacca-cola e la pipì-cola.

Re: Ah.

Vc (a Bn interdetto): Santa perché nasce il salvatore; sa, nel libro dei profeti ...

Bn: Non ho molto tempo per leggere libri, si lavora molto lassù da noi.

Vc: Oh, anche lei viene da lì (col dito indica in alto) .. ma com'è che è barbuto? Non è della turba degli angeli, cherubini, serafini ... È un profeta! Barba ...

Bn: No, gurdi che si sbaglia; io porto solo regli, cose (indica).

Vc: Un mercante. E porta la sua merce al bambino che sta per nascere?

Bn: Veramente è per un bel po' di bambini, in tutto il mondo.

Vc: Ma egli è il re di tutto il mondo!

Rn: Ci capisci qualcosa tu?

Re: Io non so niente, dev'essere un avvenimento regionale.

Bn: Notte "santa" perché nasce questo bambino.

Vc: Eh sì. Si vede che lei è proprio forestiero. È samaritano? (diniego di Bn) Non ha visto i segni nel cielo ch'erano già preannunciati nel Libro? E gli angeli venuti ad annunciare l'evento? (Bn nega) E la stella cometa?

Bn (negando con il capo): Ho notato un po' di animazione ... Posso mica sapere le usanze e le ricorrenze di tutto il mondo!

Vc: Oh bella! E cosa ci viaggia a fare? con tanto di occhiali di saggio chierico emanuense!

Bn (pulendo gli occhiali): Lavoro, trasporto regali, merci ...

Vc: Eh, ma la gente s'ha da conoscere per sapere che cosa portarle. A me, un esempio a caso, che cosa mi porterebbe il mio caro venditore ambulante?

Bn: Guardi, signora, che non ci siamo capiti, cioé non mi sono spiegato. Io non vendo, ma porto lecose, gratis, in dono, cose che mi sono state richieste. Non conosco le persone che mi scrivono, cioé so appena qualcosina: se sono state doligenti, brave, buone, obbedienti durante l'anno.

Vc: Ah; e come fa a saperlo?

Bn (un pochino imbarazzato): Si sanno ...

Vc: Ho capito: sei un indovino che legge il cuore della gente nei segni lasciati sulla pergamena.

Bn: Non è proprio così ...

Vc: E se uno non sa scrivere? Io non so scrivere.

Bn: Veramente ... (imbarazzato) Comunque i regali sono per i bambini.

Vc (stizzita): Perché?

Bn: Perché ...

Vc: E noi vecchi che siamo, come dicevi tu .. ah: diligenti buoni bravi ubbidienti lavoratori ... niente! Strano. Ingiusto. Di dove sei? Oh, che faccio tardi ...

Bn (vagamente seccato): Ma si può sapere dove andate, tu e tutti gli altri?

Vc: Ma sei durotto! Ad assistere alla nascita del salvatore, qui, a Betlemme! 'notte. (via)

Bn (alle RR): Ci avete capito qualcosa?

(quasi all'unisono) Rn: Sì. Re: No.

Rn: St nascendo un bambino.

Re: Di là (indica).

Rn: Sì, vanno tutti di là.

Bn: Beh, allora andiamo a vedere anche noi.

Re: Con tutto il bagaglio?

Bn: ehmm...

Mirra: Vi dico che è di qua.

Oro (seguendolo): La coda era di là, vi dico.

Incenso: Ora le stelle hanno la coda come gli animali!

Mi: L'asino è un animale.

Asino (entrando): Io sono un asino, animale quadrupede; con coda.

Cavallo: La coda ce l'ho anch'io, e son cavallo arabo.

Dromedario: Ed io ...

RR: Dromedario, perc`é ha una gobba sola.

Cv: E voi chi sareste?

As: Hanno la coda?

Dr: Ma quelle robe in testa?

Mi: Interessanti davvero.

Or: Non hanno coda.

Rn: Come no!?

In: Quadrupedi sono.

Bn: Sono renne.

Or-In-Mi (a canone): Renne, renne, renne.

Mi (a Bn): Vostre, suppongo.

In: Da trasporto, direi.

Or: Traino, neh. (assenso di Bn)

Mi: E ... trasportate?

In: Andate ...?

Or: Il guadagno com'è?

Bn: Veramente ...

Mi: Siete pratico di qui?

In: Sapete la strada per ...

Or: La stella, CON LA CODA, l'avete vista?

As-Cv-Dr (a canone): Io ho la coda.

RR: Anche noi.

Mi: Siete astrologo?

In: Astronomo.

Or: Agronimo?

Mi: Barbaro?

In: Pgano?

Or: Ultramontano.

Mi: Occhiali ...

In: Stivali ...

Or: Addominali (gesto con le mani sulla propria pancia). (confabulano)

Coniglio (con clessidra): Ohi ohi ohi. Sono in ritardo, sono in ritardo!

Bn: Ehi, che ora è?

Mi: Che ore sono?

In: Che tempo ...

Co: Un minuto, un minuto, un minuto! Sono in ritardo, sono in ... (via)

Bn: Un minuto?

Or: Manca un minuto.

Re: A chi?

Cv&Dr: A mezzanotte.

As: ... notte.

I-M-O: Che si fa?

Bn: Sono in ritardo!

In: Ma no!

Mi: Ma va'!

Or: O tempera o ...

Mi: Un tè alla menta.

In: Un tè verde.

Or: Perché non un buon caffè?

I-M-O: È ora, è l'ora; lei, buonuomo?

Bn: Stavo bevendo ... (mostra) (scampanio, i magi siedono, gli animali confabulano)

Angelo: Oh, eccovi qua. Bom, avete tempo fino al 6 gennaio. (a Bn) Mi dia una mano: tenga qui (gli tende un lato dello striscione "Pace in Terra agli uomini di buona volontà"). Buon Natale. Buon Natale a tutti!

(Tutti assieme ripetono, poi gli animali intonano un canto di Natale )



Santo Anastácio, Sp

28 ottobre 2010 Eva Varagnolo



nota: i costumi ridotti al minimo, Babbo natale ha una maglietta con uno slogan "americano"; i personaggi possono essere aumentati , per esempio la Vecchina potrebbe diventare due così da avere commenti più umoristici - come canto pensavo "Adeste fidelis" ....... ;-)

lunedì 18 marzo 2013

Mercato.


Giovedì in Chioggia (Corso del Popolo); foto dal palazzo municipale.

Rue de Trèves.

Rue de Trèves


Monologo interiore

Giancarlo Varagnolo





Fumo. Cioè, io fumo. Però è proibito : Vietato Fumare. Così salgo e scendo scale per uscire in strada. Scendo & salgo sia all’andata che al rientro perché l’architetto, seguendo un recondito impulso freudiano, ha progettato scale e controscale all’interno dell’edificio dove lavoro. Cioè dove la mia forza lavoro si traduce in denaro contante, che va diretto nel mio conto bancario, per la mia prestazione d’opera.

Non che necessiti fumare, però lo fan tutti: seguo l’onda. Raramente sono io solo a fumare in strada; cioè l’unico: c’è sempre qualcuno o qalcuna più su o più giù o sull’altro marciapiede a produrre fumo. Non che io provi molto piacere, non so loro quale ne conseguino, certo è che la maggior parte brucia così veloce la loro sigaretta quasi fossero obbligati a farlo; cioè fosse una medicina necessaria ma non proprio da assaporare, gradire.

Una mattina di pioggia un mio collega mi chiesi se avessi l’ombrello; alla mia risposta affermativa, mi invitò a fumare una sigaretta con lui. Doveva essere l’ora della pausa sigaretta perché c’erano un bel po’ d’ombrelli sparsi lungo tutta la via, ed alcuni irriducibili fumatori che puffano al riparo di rientranze, bavero dell’impermeabile rialzato. Non è mia abitudine fumare prima di pranzo, così davo tirate lente e svogliate; il mio collega finì la sua e: “Visto che ti devo aspettare, me ne fumo un’altra e faccio il pieno di nicotina!” Per me era già indigesto il poco che avevo fumato.

Da allora impresto volentieri il mio parapioggia e non scendo a fumare, però approfitto della scusa fumo per starmene sotto la pioggia al riparo della volta dell’ombrello che defila il mio non tenere una sigaretta fra le dita. Cioè non fumo; meramente sto lì fermo presso il portone a guardare la strada; e i fumatori. Non è un far-passare-il-tempo ché riesco a farlo scorrere ben veloce lavorando, concentrandomi su quello che faccio; qui sotto l’ombrello nel tintinnare della pioggia (talora è talmente sottile che non fa che un vago fruscio) mi rilasso, anzi penso sia un diverso modo di meditazione zen (sono così strani i monaci buddisti). Quello che vedo, quello che sento, quello che percepisco o fluttua nella mente crea lenti pensieri che s’espandono fino a sparire e formarsi poi di nuovo, ma con volute diverse. Ecco: volute, come il fumo che sale perpendicolare dalla sigaretta tenuta fra le dita o è soffiato fuori in larghe nuvole opache che nell’inverno diventano più grandi e spesse. Non mi piace vederlo uscire dalle narici, specialmente se è un volto carino di donna, non ne ho ancora scoperto il motivo e, ad essere sincero, non mi piacciono le donne che fumano, cioè nell’atto di fumare – se poi usano quegli assurdi bocchini lunghi, beh, diventano ridicole, pagliaccesche, quasi che ad ogni boccata suonassero una trombetta carnevalesca. Così talvolta preferisco abbassare la cappa dell’ombrello e magari concentrarmi sulle loro gambe, se sono in gonna, o sui miei piedi se cominciano a raffreddarsi.

I più buffi, in senso positivo (che cosa connota un “buffo positivo”? che fa sorridere, suppongo), sono i giovanotti che fumano discutendo animatamente, meglio senza sentire di che né le loro voci: vedete come usano la sigaretta, come tengono il cilindro fra le dita, come s’esprimono nell’inspirare, nello sbuffare fuori il fumo, o nel lasciare la sigaretta presso le labbra in una parentesi di attesa? E il colpetto secco di lato per far cadere una cenere spesso inesistente? E la mano in tasca, e la mano chiusa a pugno sul petto con la sigaretta che le esce come un picciuolo di mela? Meglio che allo zoo, cioè altrettanto interessante l’osservazione del comportamento dei nostri simili. Devo dire che mi sono messo ad osservarmi, voglio dire: io vedo loro e loro come vedono me? Ma non sono cose che si chiedono a colleghi, è più facile con estranei (magari in aereo o in una sala d’attesa in un ambulatorio medico – “Anche a lei ...?”), con sconosciute in balere o con vecchi amici depressi e ebbri.

Anche un’amante che ne ha le scatole piene di te, è un’ottima fonte di conoscenze su te stesso; purtroppo ti vengono rivelate poco prima che lei sbatta la porta e se ne vada, cosicché, visto che sembra non ne valga la pena, si continua a metterci le dita nel naso quando ci si ferma al semaforo rosso, si lascia che le scarpe si impolverino e il pettine si riempia di capelli tuoi (ma ormai sei solo, no?!).

C’è una fumatrice che mi piacerebbe fosse la mia amante; sì, proprio amante nel senso classico, da foulleitton ottocentesco, da incontrare ... beh, ecco, propro come ci si vede qui uno da un lato e l’altro dall’altro della strada. Fuma con una certa fretta, ma non con nervosismo; diciamo che ingola il fumo rapidamente e poi lo lascia uscire con calma quasi ne assaporasse di più l’allontanarsene. Io sono per brevi aspirate e lente, svogliate, quasi, soffiate di fumo, anche perché lo tengo in bocca senza farlo scendere in gola. La donna deve avere qualche anno meno dei miei, ed è quasi sempre sola, appoggia la sigaretta al lato della bocca, penso proprio non la infili fra le labbra, io invece pongo il cilindro proprio parallelo all’estendersi delle narici e talvolta prendo più della metà del filtro in bocca, un vizio del mio passato di fumatore di pipa. Non abbiamo mai incrociato gli sguardi: lei di solito guarda verso terra o la punta della sigaretta, cose che io non faccio perché mi piace guardarmi intorno fra una boccata e l’altra e controllo l‘allungarsi del cilindretto di cenere con la coda dell’occhio. Il bello del fumare nei giorn di pioggia all’aperto è che ti puoi permettere di tirare il mozzicone di sigaretta, con la sua brace lunga rosseggiante dell’ultima tirata, senza alcuna remora nella strada: un bel colpo del dito medio e vai! Ma se sono al chiuso detesto far cadere la cenere su piatti, piattini o tazze e chiedo, pardon!, chiedevo sempre un posacenere. Pulito; sono un fumatore che non gradisce il fumo degli altri, anzi nemmeno il proprio quando diviene stantio, e che s’irrita con i fumatori mattinieri, anzi con tutti i fumatori.

E allora perché continuo a fumare, meglio: fumacchiare? Per restare nel club dei Pausa-sigaretta? Per pigrizia o inerzia? Oggi a una ventina di metri ci saranno state almeno sette persone che fumavano e discutevano stancamente, cioè erano qui fuori per snebbiarsi delle relazioni di una qualche riunione. Un bel nuvolone, con l’imbarazzo mutuo di non sapere dove soffiare fuori il fumo, i più alti avevano l’escamotage di soffiarlo bello alto allungando verticalmente il collo. E alla fine hanno fatto cadere il posacenere a stelo per il troppo premere per spegnere i mozziconi. (È uscita un’inserviente con scopa e paletta a raccogliere il monticello grigio-aranciato sul marciapiede.)

Al lato di quasi ogni portone c’è un posacenere, i più comuni sono quelli verticali, su un’asta o cilindro, che occultano il malloppo di cicche, ma ve ne sono di semplicissimi poggiati su una rientranza del muro esterno se non in un angolo defilato a terra. Non che sia andato a curiosare, ma passando uno guarda e vede; forse che si possono trovare delle indicazioni sulla ditta, ufficio, azienda e il suo organigramma in base ai resti di sigarette fumate dagli impiegati? Ci scommetterei. Per esempio, non ho mai visto né annusato sigaro, perché? Per la pipa è ovvio: ci vogliono almeno una trentina di minuti per dare una fumata decorosa, ma il sigaro? E, all’estremo opposto di intensità tabagista, quelle sigarettine che sembrano stuzzicadenti, hanno una valenza ... positiva? “femminile”? Nevrotica (fumo ma non dovrei)? Non che abbia pensato tutto questo così logicamente: ci mancherebbe altre per uno che scende in strada per respirare aria non pura, va be’, ma almeno non condizionata o deumidificata; è che per accumulo di indizi, dal particolare si arriva al generale con proposizioni belle logiche e filate, magari mentre sei in piedi aggrappato alla sbarra orizzontale d’appoggio nel metrò e ti vedi riflesso nel vetro tosco del finestrino.

Mi sembra logico che i prossimi edifici avranno un posacenere già incorporato nel muro esterno, né più né meno che il pulisci-suola in ferro che ancor oggi si vede di lato alle entrate delle case costruite all’inizio del ‘900 quando ancora c’era più fango che asfalto. In due o tre punti della via non si scherza in quanto a pozzanghere! Non è fango, ma acqua oleosa che ristagna un bel po’ dopo ogni pioggia nella carreggiata; la massa degli schizzi è bella a vedersi, specie quella provocata delle enormi ruote degli autobus. Ad essere completamente sincero, io spero sempre che l’ondata colpisca qualche passante, ma non per spirito di cattiveria! Il fatto è che è una catena logica che deve terminare con la risata di chi vede e le imprecazioni di chi è stato bagnato; un gioco, perché non solo poi mi sento in colpa se ciò accade, ma sono il primo ad inveire contro il conducente la vettura, ed anche contro l’Amministrazione che non assesta la strada. Però sono lì in attesa della monelleria, già sorridendo all’idea, è più forte del mio raziocinio: che sia un senso dell’umorismo innato? Non saprei, perché alcuni atti o meri pensieri sono compulsivi; ricordo il mio smarrimento e afflizione quando da ragazzino tirai una fiondata ad un rospo che nuotava nell’acqua e feci centro, probabilmente il furbo rospo si defilò nel fondo pantanoso, ma io continuavo silenziosamente a dirmi che non avevo nessuna intenzione di ammazzarlo (pensavo di averlo fatto non vedendolo riemergere) ma semplicemente di spaventarlo con un tiro rasente (come nei film di cowboys).

Un ranocchio ce l’abbiamo anche qui, è un tipetto basso e tarchiato con la testa tonda e la bocca enorme, quando indossa il cappotto non si può fare a meno di pensarlo ranide, e forse inconsciamente lo ha capito anche lui, sì, cioè perché non scende in strada per fumare, ma per leccare quelle caramelle infilate in un bastoncino, facendo sì che si noti senz’altro la sua larga bocca con la confettura colorata che entra, esce o è lappata da ... la-rana-dalla-bocca-grande della storiella *; un altro che approfitta del Club della pausa sigaretta per scendere a chiacchierare – chissà perché non fuma, però ha spirito gregario. Ci si conforma un po’ tutti nel gruppo, consciamente o senza avvedersene, per vari motivi, non ultimo il queto vivere, la pigrizia, l’emulazione becera. Eccomi qua a far quello che fanno tutti, unicamente perché lo fan tutti (ma non è un’operetta?).

La bella stagione, come eufemisticamente chiamiamo l’estate, è quella che mi piace meno; no, non in sé, ma qui in strada. Fino al selciato i raggi del sole non riescono a scendere cosicché la luminosità è un mero riflesso del chiarore solare che investe unicamente le parti alte degli edifici e, stranamente, rende la via più vuota, più solinga, più aperta a una melanconia afona. Scendere in strada deteriora in mestizia talora tediosa la sonnolenza ronzante dell’aria condizionata: il tepore umettato e immoto dell’atmosfera della strada ci appesantisce le membra e con esse i pensieri; fumare così nella luce che viene dall’alto, sbottonato il colletto della camicia e allentata la cravatta, procura una sensazione di attesa o talora di un’occasione perduta, senza sapere quale, o di qualcosa che s’è dimenticato. Nel sole, nella luce di un sole che rischiara, ci si sente smarriti, stranamente ma inequivocabilmente soli. Forse perché lo spazio visivo si allarga; nemmeno il fumo sembra così denso, ed è sgradevolmente tiepido. Non devo essere l’unico ad avvertire il desagio dell’intrusione dell’estate nella via perché son certo che sono meno le frequenze tabagiste. Bizzarro come la maggior parte scenda in strada con gli occhiali da sole; che sia per non vedere ed attenuare la melanconia della giornata di sole?

M’è capitato di accendere una sigaretta dalla parte del filtro, piccola distrazione rivelatrice che non si è lì con la testa e l’attenzione è altrove. La reazione immediata è d’irritazione e poiché la colpa è unicamente tua, ti dai dell’idiota, a cui però l’autostima si ribella; ed ecco che ti gurdi intorno per accertarti che non vi siano testimoni della grulleria, dell’atto mancato. Nell’incipiente oscurità della sera invernale non v’era alcuno nella via e se anche vi fosse stato non avrebbe notato anzi nemmeno visto la sbadataggine, però quell’attimo di comportamento furtivo - complice lo scenario serotino, la sigaretta in mano con il filtro bruciacchiato che mi colpevolizzava – mi portò involontariamente a pensare che potevo essere, un bandito, uno spacciatore, un agente segreto, una prostituta ... ma qui l’immaginazione infantile si bloccò –sarà che ci sono ancora peripatetiche nella strada, all’aperto? Così mi venne di pensare che sarebbe stato ben funzionale se ogni edificio avesse avuto un fumoire nel terrazzo, sul tetto, all’ultimo piano.

No, sarebbe stato sempre essere in gabbia, dentro. Nella strada s‘era fuori; si respirava un’aria di libertà, viziata sì, e della durata d’una sigaretta. Bastava.



São Paulo, 16 marzo 2013.

G.V.



Nota* La storiella umoristica è molto semplice ed ha il suo atout nella mimica. C’è una rana che chiede agli animali che incontra quale sia il loro cibo preferito, pronunciando la domanda con la bocca esageratamente spalancata, finché ne incontra uno che le risponde: “Mangio le rane dalla bocca grande.” Al che la rana, con la bocca quasi chiusa, fa: “Ah, sì?”.





sabato 16 marzo 2013

Insalata di mie foto.

Velut Luna.

Velut Luna










dramma in 3 atti



Giancarlo Varagnolo









Personaggi :



el Roxio, contrabbandiere

la Pelo, meretrice

Cima, oste

Meret, meretrice

Mangranda, compare di R

Bigiri, contrabbandiere

fra Godino, prete

Clery, clerico vagante

salinero, che lavora alle saline

forestiero

prostitute

contrabbandieri

avventori

soldati





ATTO I

[interno di taverna con porzione di portico o spiazzo esterno; tavoli, panche sgabelli]



Scena I

(Clery, Mangranda, Meret, 3 avventori: sparpagliati)



Clery [con liuto, cerca gli accordi e la melodia della cantata] = "O Fortuna, veluet Luna statu variabilis, semper crescis, aut decrescis, vita detestabilis ..."[ripete, lento]

Avventore 1 = Ah, Clery, facci sentire qualcosa di completo, non 'sta lagna quaresimale!

Avv.2 = Sì, qualcosa di gaio ché qui è un mortorio.

Avv.1 [accenna stonato] = "Gaudeamur igitur usque ...".

Meret [ridendo] = Donde esce fuori questo gallo che si strazia nel calar del sole?

Avv.2 = Gli si sono impigliati i barbagli nelle braghe.

Avv.1 = Vediamo voialtri a cantare; io non son né frate né chierico!

Meret = A ragliare parevi 'n asino.

Avv.3 = Non è che era un maiale?!

Avv.2 = 'Na maiala.

Avv.3 = Infoiata. [risata generale, a cui non partecipa né Cl. né Me.]

Meret = O Clery, smetti co ' sti mozziconi di litanie e dacci una gagliarda!

Avv.1-2-3 = Sì, dai! [cominciano a pestare sui tavoli cercando di dare il ritmo]



Scena II

(detti + Cima, poi un 4° avv.)



Cima = Arrivo arrivo, chi mi chiama?

Meret [ironica] = I tamburini de' Carraresi.

Cima = Che è tutto 'codesto trambusto che non è ancora l'Avemaria? Vi siete portati vino da fuori? Figli di ...

Avv.2 = Da fori non viene più nulla, porcaccialamalasorte!

Avv.1 = C'è fermento ai confini, sorveglianza doppia di qua e di là.

Meret = Che fu?

Avv.2 = Chiedilo a Mangranda, moh.

Cima = Che v'ho da servire?

Avv.1 = Il solito. Per tutti?

Meret [finta tonta] = A me con meno acqua ... del solito: sono un po' costipata.

Avv.1 = E porta una pinta anche al maestro: chissà che gli si muovano più veloci le dita sulle corde!

Cima = E a voialtri vi si schiariscano le gole. [esce]

Avv.4 [entrando] = Vedo ch'arrivo giusto per la mia porzione! [saluta] Com'è che voi siete tutti qui a quest'ora del giorno? Che fa, piove nel padovano?

Avv.2 = Sì, piovon dardi e quadrelle.

Avv.3 = Son tutti a pesca nel Bacchiglione.

Meret = Che pescan trote, son buone!

Avv.2 = Stanno per aprir la caccia al leone.

Meret = Leoni? Ci son leoni lì nel contado di Padua?

Avv.2 = Ci son sì, con due gambe e la coda par davanti! [sghignazza]

Avv.3 = Ah grulla, i leoni sono in Morea.

Avv.1 = In Morea ci sono i mori saracini.

Meret = E i leoni non se li mangiano?

Avv.2 = Se li mangiano sì ... I saracini son che mangiano i leoni e quelli scappa che ti scappa sono arrivati fin qua e uno l'è proprio in Rialto. [ridacchiano]

Melet [offesa] = O Clery, me la contan de fola, nevvero?

Clery [con un accordo di liuto] = Di fola sì, mia cara; [canta "quasi un madrigale"] Non tema e il cor raffrena dama, pulzella, fantesca, mogliera i leoni che cristi sbranavan son morti di già, quel che rimane è un leon pasciuto che tien fra sue zampe il brogliaccio del mercante.

Avv.1 = Ohilà, s'è svegliato, quasi.

Cima [entra con una caraffa] = Questa chi la paga?

Avv.2 = L'ultimo arrivato!

Avv.4 = Oh bella, ora ricordo d'aver un appuntamento ...

Avv.3 = Mah va', bischero disonorato!

Cima = Soldi antem ...!

Avv.4 = Qui lo pago e qui lo bevo!

Cima = Mastro Mangranda, vuol favorire?

Mang. [esita] = Ma sì!

Meret = Che vi cruccia, Mangron? Innamorato? Dite a me, che vi consiglio e vi consolo.

Mang.= Bona, Meret!

Meret = Oddio, che è?

Avv.4 = Eh, che è?

Avv.1-2-3 = Che è ?!

Clery [accordo, poi ballata] = Che mai è? Gli umori umorando nel corpo cambiano cangianti lo stato dell'animo, ma lo spirito tutto pote e nulla superficialia ...

Avv.tutti = Ah, Clery! Facci capire, moh! Ti sei frastornato pure tu con l'erba gatta?!

Mang. [canta] = O fortuna, veluet Luna ... [coro]



Scena III

(detti + la Pelo)



Pelo = Che cos'è questa: messa cantata? Avemo un nuovo parroco o vescovo o abate?

Avv. [smettendo di cantare] = Benvenuta! Mancavi tu! E' quello che dico anch'io, ma ... Tanto per cantar.

Mang.= Non ti garba? Facci sentire tu, moh!

Pelo = E se ... Che cosa ci guadagno?

Avv. = Ah la dama delle due rose! Ma dai , va'! Oh che non ti ci si accontenta sempre?!

Meret [a parte] = La solita smorfiosa cagona.

Clery = O madonna mia gentile ... poco assai! Aspetto ancora i favori che mi prometteste or son tre dia.

Pelo = Già bastò quel che vi diedi; le rose valgon ben per il profumo.

Meret [c.s.] = Sfacciata infingarda supponente.

Avv.2 = O Pelo, m'incanti con queste tue ...

Avv.3 = Che fosti a desinare con un trovatore?

Cima [ironico] = Nella mia taverna solo gente fina, quindi ascoltate la badessa e il chierico qui presenti.

Meret = E lo arcangelo Gabriello.

Avv.2 = E chi sarebbe?

Meret = Come? Guarda mo' [s'atteggia ad angelo annunciatore] !

Avv. [risate]

Pelo [a Mang.] = Solo?

Mang. = Non quanto te. Ah, donne.

Pelo [ostentando meraviglia] = Cosa mai dissi da stupirsene?

Mang. = E' quel che non palesi che accora.

Pelo = La luna piena fa strani effetti sull' uomini.

Avv.2 = Che vedon meglio nella notte.

Avv.1 = E' come giorno.

Avv.3 = E dardi piovono.

Avv.4 = Ordunque è per la troppa luce che non ite al travaglio.

Avv.2 = La troppa luce ci accieca.

Melet = Ma cosa dite?

Avv.3 = Voi, l'amore, Meret, lo fate al buio o al chiaro?

Meret = Sfacciato!

Avv.1 [ilare] = Laverò io col sangue l'offesa. Salite sul mio destriere!

Avvv.2 = Sia mai! A me l'onore.

Meret = Crapule fetide!

Clery = Madonna mia si mostri mai gentile. [accordo, poi canta] Non sono d'amore le parole mie, che son cacciatore e non troviero, ma ...

Pelo [si sovrappone, poi sola] = di ferite al corpo al cuore so’, e ammirar la preda quanto s'avvale. Ma or chi è preda, chi è cacciator? Chi ferito è d'Amor lo strale?

Avv. [esultanti]



Scena IV

(detti + Bigiri)



Bigiri [entrando] = Che è, già la notte di san Giovanni?

Cima = Oh, il nostro Bigiri.

Big. = Si ozia, neh?!

Cima = Va tutto a compensare: chi lavora all'alba, chi al meriggio e chi nella notte.

Big = Eh bravo!

Avv.2 = Che ci contate?

Big. = Niente di bono; gente, c'è troppo movimento perché non succeda qualcosa di grosso!

Avv.4 = N'altra guerra?!?

Meret = Oh, no, madonninamia!

Cima = Ch'avete visto?

Big. = Soldati, soldati e soldati che ammassano barche, peote, maone.

Mang. = Insegne di Genoa?

Clery = Stendardi imperiali? Si vocifera che l'ungaro ...

Big. = Non mi pare, non so; non ho veduto.

Cima = Ma eravate vicino, quanto?

Mang. = Seduto alla loro tavola!

Big. = E se fosse?

Pelo [provocatoria] = Già, mica siamo in guerra.

Avv.2 = Non ancora.

Clery = Ma manca poco. Le alleanze son state stipulate.

Big. = Tu che ne sai?

Clery = Ho notizie meno fresche delle tue ...

Big. = Bada!

Avv.3 = E fallo parlare!

Cima = E parlate tutt' e due, ché si sappia come la si andrà a prendere nel podice!

Mang. = Vogliono il sale e le saline e il mare.

Meret = Chi?

Pelo [finta tonta] = L'abate di Corezzolla.

Avv.4 = I patavini.

Avv.1 = I Carrara.

Cima = E l'imperatore che ci entra?

Pelo = Eccolo qua. [guardando “fuori”]

Meret = Come? Chi? Ah [sarcastica, vedendo ...], l'uccello padulo d'oro profuso.



Scena V

(detti + el Roxio)



Roxio [vedendo che tutti lo guardano] = Che è? Aspettavate me?!

Mang. = Io no, ma [cenno verso la Pelo].

Cima = Se non piove, tira vento là nei canevini, hein?!

Avv.2 = Novità?

Big. = E le viene a dire a te?

Rox. = O peccatori! Non sarò certo io il messaggero di novità: la sentite nell'aria la usma di guerra!

Meret = Guerra?!

Pelo = Ma va'.

Mang. = E' certo?

Big. = Se lo dice lui.

Avv.3 = Come?

Avv.4 = Se già mosso qualcheduno?

Clery = Tanto va la gatta al lardo ...

Cima = Pode 'sser la solita zuffa di confini.

Rox. = Se zuffa è, l'è bella grossa.

Big. = Ve l'avevo ben detto che non sono solo i patavini.

Rox. = Siamo presi per terra e per mare.

Mang. = Anche il Papa ...

Rox. = No, Genova. Per le Romagne forse c'è ancora calma.

Avv.1 = E transito [ride forzatamente].

Cima = Sì, vi lasciano passare perché siete pellegrini che vanno a Roma!

Big. = Se aumenta il rischio, possono aumentare i guadagni.

Pelo = Meglio un asino vivo che un porco morto.

Avv.4 = Venezia che fa?

Rox. = Che fa?

Meret = Che dovrebbe fare Venezia?

Pelo = A te, rispedirti nel tuo brolo.

Meret = E te, impalarti ...

Avv.2 = Vedi moh che la guerra ce l'abbiamo in casa già subito ora.

Cima = Bone che ...

Clery = Ma non erano due galli in un pollaio che non potevano stare? Di galline ...

Meret = Cappone sarai te, infrollichito ononista ...

Rox. = Vi prendessero a remare nelle galee, vi calmereste un poco

Pelo = Parla per te.

Meret = Giusto!

Avv.3 = Più s'arrabbiano e più mi piacciono, 'ste gran m...

Avv.2 = Parli te perché non sei sposato.

Avv.1 = Chi è causa del suo mal pianga se stesso!

Avv.2 = L'araba fenice!

Avv.1 = Che c'entra?

Avv.2 = Parli come un ... come lui [indica Clery].

Clery = Fenice è un uccello.

Meret = E io che cosa t'avevo detto?

Clery = Arabo, mia cara, arabo.

Meret = Vedi che ho ragione? Gli arabi se lo prendono ...

Pelo = Perché te la prendi con lui? E' così cortese.

Big. = De gustibus ...

Pelo = De gastritibus ...

Clery = Non ti curar di lor, ma guarda e passa.

Avv.1 = Ah, la passera.

Avv.3 = Occhio ai balestrieri.

Avv.2 = E ai picadores.

Avv. 1 = A tutti i portatori di bragasse.

Cima = Loro [indica le donne] se la possono anche cavare, ma io qui ... Maledetta la guerra, i soldati e chi la vole!



Scena VI

(detti + fra Godino)



Fra Godino = Chi leva il suo grido angosciato al Cielo? Non v'è dunque più il liquido dissipatore di affanni?

Mang. = Adesso ci siamo tutti.

Fra = Il Signore sia con voi!

Avv.2 = Amen.

Meret = Ecum spiritutùo.

Avv.3 = Ah, fu monachella ante de caire in tantaciones!

Meret = La tua mamma!

Avv.3 = E' vero! Come lo sai?

Fra = Sono venuto in pace, e la pace sia con voi in questo luogo.

Avv.2 = Aiuta più il vino o l'acqua, padre?

Fra = Nella moderazione sta il bene.

Clery = Quanto basta o quanto occorre?

Avv.1 = Adesso incominciano la disquisixio ...

Cima = Andiamo prima a ordinare ...

Rox. = Prima gli affare!

Avv.4 = Giusto.

Meret = Quali affari?

Avv.3 = Quelli di cuore! [risata]

Mang. = Quelli di garganta, suppongo.

Pelo = Tutti gli affari del mondo.

Cima = Bom, incominciamo dai miei.

Rox. = Vai con un boccale.

Big. = Meglio due.

Pelo [strizzando l'occhio a Cima] = Perché non tre? Uno per il padre, uno per il figliuolo e ... [Ci. esce]

Fra = Donna, non mischiamo ...

Clery = La santa acqua con il vino .. che è già battezzato.

Avv.3 = E' una taverna di cristiani questa, vero Cima?

Mang. = Battezzati lo siamo tutti; chi più, chi meno.

Fra = Come sarebbe: chi più e chi meno?

Avv.1 = Chi più ... e chi ... Eh!

Avv.2 = Meno! Mi sa che sono meno.

Meret = Io più; m’hanno detto che piangevo piangevo per tutto il tempo.

Fra = Ma che più e meno, più e meno! Il battesimo è uno, santo, incancellabile, eterno.

Clery = E le scomuniche? Eh. Le sospensioni ab ...

Big. = Ho conosciuto marinai che hanno rinnegato Cristo e si son datti all’Islam.

Fra. = Perché costretti sotto pena di morte.

Mang. = Ma se morivano non andavano dritti dritti in paradiso con il lasciapassare di martiri?

Avv.3 =Sì, come Felice e Fortunato, i nostri santi patroni.

Meret = Sono martiri? E come sono morti?

Avv.& = Gli hanno tagliato [cenno con la mano alla gola]

Meret [delusa] =Aah.

Big. = Adesso i mori li impalano gli infedeli recidivi!

Avv.2 = Come porchette!

Melet = Che orrore!

Fra. = I pagani non hanno alcun timor di Dio.

Mang. = Qui li bruciano, e amen.

Fra. = È il fuoco purificatore! Le fiamme dell’inferno; la punizione canonica!

Avv.3 = E la misericordia di Dio?

Clery [cantando alto] = Dies irae, dies illa, todum seculis favilla ...

Avv.1 = Oh, s’è finalmente svegliato!

Pelo = Non è proprio una canzone a ballo, ma meglio che pria.

Avv.2 =Intanto si scalda la voce.

Mang. = E il vin santo arriva?

Cima [rientra] = Pronto in tavola, cavalieri e dame!

Fra. = Benedicas vos mani et semper.

Big. = Adesso siamo in regola.

Rox. = Battezzati e cresimati.

Fra. = E confessati quando? Peccatori impenitenti!

Mang. = Quando il nostro fra Godino potrà sedere nel confessionale. Con questa trippa che si ritrova nemmeno ci entra! [risate]

Cima = È il suo naturale: c’è chi Dio fece di fattezze magre, e chi di lardo pieno; nevvero, padre?

Avv.3 = Chi con bocca grande e chi ...

Avv.1 = Mesci, oste ruffiano!

Meret = Doppia razione a Clery, vediamo se gli si scioglie la voce;

Pelo = Eh, no! Se lo deve meritare il primo boccale! Cantami quella ... Quando l’amante va alla cosa amata ... Dai, vai!

Meret = Ma è triste.

Avv.2 = Ma non lo sai che madonna Pelo è innamorata?

Big. = No? Di chi? E ... lui lo sa?

Pelo = Fatevi gli affari vostri!

Avv.1 = Non è che ci tocca una coltellata se [le dà un pizzicotto ai lombi e si ritrae veloce].

Pelo [tentando di schiaffeggiarlo] = Non ho bisogno di protettori per tagliare la gola a sorci come voi!

Meret = Sarà che lui ti protegge!

Pelo = E tu che ne sai?

Melet= E lui che ne sa?

Cima = Giovini pulzelle, calma. Bevete il vostro vino e la pace sia con voi.

Avv.1 = Pace e cosciotti di (...)

Pelo = Della maiala di tua madre!

Mang. = Santo padre, dia una benedizione alle iraconde.

Pelo = Mettiti anche tu ora a cojonare!

Big. = C’è aria di temporale un po’ ovunque in questi giorni.

Fra = Un brindisi. Leviamo i calici e auguriamoci che la pace sia in noi, fra noi, con noi e intorno a noi. Gloria! [bevono]

Rox. = Fra Godino, annusato novità dalle vostre parti?

Fra = La marea sale.

Avv.4 = E il sale s’abbassa.

Meret = E la testa ciondola. Vogliamo far cantare Clery?

Rox. = E chi ve lo vieta? Mettetevi più in là.

Pelo = Eh! Vai, e fammi ascoltare il santo frate.

Meret = Santo ... [s’allontana]

Mang. [approssimandosi] = I dadi sono stati tratti?

Avv.4 = Chi è che gioca?

Fra = È per dire che le cose si stan compiendo; tanto tuonò che piovve.

Pelo= E dove sta piovendo? Sempre con parabole e indovinelli e parole oscure!

Fra = Santa ignoranza! Beati i poveri di spirito ché (...)

Rox. = Lasciate perdere le donne; queste son questioni d’omeni.

Pelo = Come sarebbe a dire? [gli s’avvicina] Non siam meno di voi nè per cervello nè per forza!

Mang. = Ma alla guerra ci andiamo noi.

Big. = E nel commercio, siamo noi a rischiare.

Rox. = La testa sarà la medesima, ma quelle dei maschi cadono più facilmente.

Pelo = Perché siete grulli e vi mettete in cose che finiscono in briga.

Mang. = È sempre stato così dal tempo dei Greci; e talvolta per colpa vostra, figlie di Eva.

Rox. = Pax et bonus. Vieni qui, stai calma e lascia il padre parlare. [P. Si siede quasi in braccio a R. e nel corso del dialogo si “sdraia” su di lui]

Big. = I vostri confratelli sono nel padovano; dovreste avere notizie fresche di là; e di quel che (...)

Fra = Nuove nove non ce n’è; si sapeva e si sa: ora è certo che Venezia sarà attaccata dall’Ungaro, dal Genovese e dal Carrarese. Per volontà di Dio il Papa ne resterà fuori: troppo grande è la difesa della cristianità da parte del leone di san Marco in terra mussulmana perché il successore di Pietro la offenda.

Big. = Dunque, è guerra?

Mang. = Ma non l’hai visti con i tuoi occhi i preparativi nei canali?

Big. = E che ne so! Poteva essere una scorreria ...

Mang. = Che dura settimane? Bigiri, cos’hai sugna negli occhi e cera nelle orecchie? O ...

Rox. = Quello lo sapevo anch’io, se è per questo, Mangranda. A noi interessa sapere chi è con chi, cioè come e dove ci si può muovere.

Avv.4 = A chi prendere, a chi dare, a chi ringraziare.

Mang. = Bravo! Ecco uno intelligente.

Fra = La flotta di Genoa ha già fatto razzie sulla costa dalmata, come sapete. E invece di combattere i pirati saraceni, i cristiani si scannano fra di loro. Perché poi? Per invidia, ingordigia, concupiscenza, avarizia; superbia, gola e la lussuria delle loro donne e l’accidia degli ecclesiastici che son con loro.

Avv.4 = Son i nostri o i genovesi che ... Chi ha incominciato?

Mang. = Domanda grulla! Sei saggio a intermittenza come le luciferine?

La colpa è sempre dell’altro.

Rox.= In questo caso non direi ...

Big. = E come lo puoi affermare? Son vecchie ruggini lì nell’Oriente.

Rox. = Mi riferisco a qui. I Carraresi son gleba: né navigatori né mercanti; villici arricchiti.

Big. = Son nobili!

Mang. Sono ladroni arroganti e inetti come tutti i baroni del contado!

Fra= Mangranda! Mi meraviglio del tuo dire. Ti potrebbero strappare la lingua, lo sai?

Mang. = Non da vivo, voglio sperare.

Avv.4 = Vogliono le saline e uno sbocco sul mare.

Mang. = Li vorrei proprio vedere ‘sti capponi vomitare alla prima mareggiata!

Big. = Non è detto che s’imbarchino loro sulle marciliane.

Rox.= E chi mai? Vanno ad assoldare i pirati barbareschi?

Big. =Non si assoldano armigeri e balestrieri mercenari, perché non marinai?

Avv.4 = I galeotti ai remi sono ladri e lestofanti e assassini, eppure remano, eh, se remano!

Mang. = Anche l’asino fa girare in tondo la macina, ma se non c’è chi amministra ... Chi sa, ...

Rox. = E ilpatriarca di Aquileia non ha il suo sbocco al mare? E Ancona?

Fra = Invidia e ingordigia.

Big. = Ma può essere la giusta ira di chi non ha verso chi ha troppo.

Avv.4= Troppo? Chi? Noi viviamo del nostro sale, loro del loro frumento; ognuno di quel che ha o può.

Big. = Se qui alle coste abbiamo i Carraresi, Genova ha i Medici, alleati di san Marco, che le soffiano sul collo. Ognuno cerca il proprio tornaconto.

Mang. = Un patriarca che se ne fa di altro territorio? Siamo già tutti cristiani! O ...?

Rox. = Quando c’è una zuffa , prendi parte; se ci puoi guadagnare qualcosa: meglio.

Fra = Marquardo di Randeck. Il nome è già una promessa di alleanza ai duchi d’Austria.

Avv.4 = E il re d’Ungheria?

Rox. = Tutti vogliono uno sbocco al mare; e Venezia si sta prendendo porti nell’altra costa adriatica.

Big. =Come ha preso noi nel meridione della laguna.

Mang. = Che c’entra?

Big. = Che dipendiamo dalla governo di Venezia e non siamo né federati né indipendenti.

Avv.4 = Vero, le tasse le si paga lì a loro.

Fra = E l’autorità è sempre della città, della dominante dal leone.

Big. = I nostri interessi di chiozzotti non sono così ben tutelati; né la nostra libertà d’azione.

Mang. = Beh, che vorresti, un libero comune? La repubblica di Chiozza?

Avv.4 = Potrebbe ...

Rox [ridacchiando e allontanado un po’ da sé P.] = Così i nostri traffici

aumenterebbero : più confini, più commercio!

Fra = Una città non è un’abbazzia, chiusa economicamente in sé ma legata ad altri conventi o abbazzie e protetta da diritto divino.

Rox. = E senza occasioni di peccato come questa leonessa ... dormiente.

Pelo = Si stava così comodi.

Big. = Nel letto lo saresti di più.

Avv.4 = O sull’erba.

Mang. [alzandosi] = Più soffice giaciglio non v’è che il petto del mio amato; miglior rifugio non trovo che fra le braccia del mio adorato.

[ridono, meno:] Pelo = Amato? ... Adorato? ...

Mang. = Clery, canta una ninna-nanna a madonna Pelo ché va prender sonno fra le braccia di Morfeo Roxio.

Pelo = Siate tutti scannati! [prende una tazza e tracanna]

Rox. = Stanno già in cammino gli scannatori dei Carrara.

Mang. = Chi beve da solo, madonna mia gentile, va a morir senza nessuno al suo fianco.

Pelo = Piuttosto che aver tipi come te, ...

Fra = Pace e bene, finché Dio (...)

Avv.4 = E si beva! [brindisi e clamori]

Clery [dal fondo con coro] = Lo splendore della luna, colla sua luce,

ha dilacerata la veste della notte; bevi vino,

ché un momento simile non è possibile trovare;

sii lieto e pensa che molti splendori di luna

verranno l’un dopo l’altro sulla faccia della terra.

Bevi vino, ché non sai donde sei venuto:

sii lieto, perché non sai dove anderai. [entrano 2 donne e 3 uomini] {Omar Hayyam, XI}



Scena VII

(detti + 2 donne e 3 uomini)



Don.1 = Oh, gente, che è?

Uo.1 = Che è morto l’uccello padulo all’oste?

Uo. 2 = Ssst, ché è la vigiglia di san Edmondo.

Don.1 = Ma va’?

Uo.3 = Riempi il boccal, ch’io lo tracanno a fondo!

Don.2 = Che sia del buono!

Uo.1 = Salve, Bigiri! Ci si ritrova, neh?!

Big. = S’aspettava giusto voi per un altro giro d’ambrosia.

Melet = Chi son codeste smorfiosette?

Avv.2 = Vergini di beltà vestite.

Cima = Idromiele per le madonne?

Don.1 =. Oh, sì, se ne avete!

Pelo = V’accompagno nel brindisi, se i cavalieri saran così cortesi da ricolmare il mio calice.

Don.2 = Perché dovrebbero?

Uo.2 = Madonna mia, mostrati gentile!

Uo.1 = Perché non sidro per tutti?

Avv.3 = Il compare vien dai monti dove il vino lo tengon solo per le sante messe.

Avv.1 = Se sidro è, sidro sia! A cavall ...

Don.1 = Può continuare la musica, messere?

Cluny = Piacer mio! Per i vostri begli occhi, e per il vostro gagliardo petto, e per le nascoste vostre grazie ...

Don.2 = Sfacciato.

Uo.2 = Moderate le adulazioni; non vi porteranno a nulla se non [mostra il pugno].

Pelo = Da onde venite che v’importuna l’omaggio alla vostra donna?

Uo.2 = Lo so io dove van a parare codesti menestrelli!

Clery = Potreste essere più chiaro, messer Non-ti-conoco?

Uo.3 = Canta! O oltre alle sue, prendi anche le mie di legnate!

Big. = Calma, messeri!

Fra = O misericordia divina.

Avv.4 = La si mette male.

Mang. = Mancavano solo i galletti immerdati d’oltre Bacchiglione. Vediamo un po’ ...

Uo.1 = S’era venuti qui per bere con le nostre (...)

Meret = Meretrici ...

Don.2 = Villana!

Don. 1 = Ripetilo, lupa!

Rox. = E adesso che le ferma?

Fra = Sorelle!

Uo.1 = È meglio andare.

Don. 1&2, Uo. 2&3 = Ora? Ora proprio no!

Cima: Messeri, dame, cavalieri; gente! Dieci metri più in là è campo aperto. Andate e sia fatta la volontà di Dio.

Fra = Amen.

Cima = Ma prima fuori i soldi del già consumato! Le damigelle gradiscono ancora l’idromele?

Uo.2 = Ma impiccati!

Avv.1 = Come ti permetti? Al nostro Bacco Baccone!

Big. [alzandosi e ponendosi fra i due gruppi che stan per sfoderare le lame] = Calma! Fermi! Voi andate; andate!

Mang. = Quanta fretta!

Rox. = Sono amici tuoi?

Clery = Ci si potrebbe divertire un po’, ehi, dolcezze!

Ou.1 = Venite al campo! Venite!

Don.1 = O poverette noi!

Meret = Te la do io una pettinatina alle chiome!

Big. = Aspettate, fermi!

Pelo = E togliti di mezzo!

Fra = Anche tu, madonna Pelo!

Meret = Sì, ha ragione. Venire qui nella nostra hosteria ...

Big. = Andate! [D.1&2 +U.3 scappano, U.1 si slancia in avanti, Uo.2 è incerto; tutti gli altri fanno fronte e si muovono verso U.1, ed è qui che B. estrae la daga in aiuto a U.1] Vattene, vattene!

Mang. = Figlio di cagna berbera! [breve scambio di fendenti, B.+ U.1&2 rinculano fin fuori scena]



Scena VIII

(detti meno B., U. 1-2-3, D.1-2)



Fra + Cima = Lasciateli andare! Lasciateli perdere! Fermatevi.

Pelo = Vittoria!

Meret = Però una lisciata gliela si poteva dare.

Clery =Gaudeamur igitur!

Avv.2 = Che sarebbe?

Rox. = Vino per tutti!

Cima: Chi paga?

Fra = Invece di ringraziare il buon Dio e l’angelo che protegge la tua stamberga che nulla è accaduto!

Meret = Nessuno che mi offre un idromele? Sarete mica più zotici di quelli lì, vero?

Avv.4 = Ah, le cattive abitudini forestiere!

Clery [in piedi su una sedia intona:] = Ascoltate genti gentili, ma ecco che la storia è presto detta: il cavalier che percosse tanti armati dell’amata fa ricetta eil cuor trafitto ha ...

Avv.4 = Si fa sera, un’altra giornata che se ne va ...

Avv.3 = Senza companatico.

Merlet =Un saltarello, un saltarello!

Avv.2 = Lo balli con me, madonna clarina!

Mang. = Guarda chi s’avvicina! Che li abbia mandati quel gaglioffo di Bigiri?

Rox. = Voi che arrivi a questo, quell’intrigante?

Fra = Io non gli lascerei neanche l’acqua benedetta da custodire;

Mang. = E a me il vino, suppongo?!



Scena IX

(detti + 3 o 5 militi)



Duplicario = Ce la godiamo qui, eh!

Meret = Che c’è di male! È contro la legge?

Cima = Qualche novità, Duplicario?

Dup.= Dovete chiudere a compieta.

Fra = Ad completorium.

Clery [intona, in diminuendo] = Te lucis ante terminum / Rerum Creator poscimus, / Ut pro tua clementia, / Sis praesul et custodia.

Cima = Chiudere completamente !?

Dup.= Sì , ordine del capitano d’armi per volontà del podesta e richiesta dei Signori di notte. Siamo in stato di allerta, sapete ...

Meret = Allerta?! Di che?

Dup. [ridacchiando] = D’un bel po’ di villici che vorrebbere servirsi delle tue grazie!

Fra = I Carraresi stanno venendo?

Cima = Potta! È certo?

Dup. = Una di queste notti; o giorni.

Rox. = Solo patavini di qua, da terra?

Cima = Ah, sì, san Crisostomo! Ci son anche gli altri sul mare!

Fra = Preghiamo il (...)

Rox. = E a Rio Alto che si fa?

Mang. = Si litiga, al solito.

Dup. = I genovesi han già devastao la costa dalmata; a poco sara qui dal mare. Coprire i fuochi, spegnare le lucerne; e starsene a casa! Le vigilie sono state raddoppiate e nella notte tutti i gatti sono bigi.

Cima = E in città ... le taverne anche lì chiudono?

Dup. = Certo! Solo pattuglie di ronda nella notte. I balestrieri hanno ordine di tirare senza chiedere.

Rox. = Buona caccia!

Fra = Ma potrebb’essere un innocente!

Avv.3 = O un cane.

Dup. = Quel che è. Un’ora dopo il tramondo; senza alcun segnale di campana o tromba, chiaro?

Meret = Che si fa al buio così presto, mio cavaliere?

Dup. = Non sarò io ad insegnarvelo.

Meret = Ma con la luce ... Un lumino piccino piccino: si può?

Cima = Eh, se chiudiamo bene tutto ...

Dup. = L’ordine è di evitare luci per non dar luogo a riferimento per possibili esploratori o avanguardie del nemico. Nessun chiarore!

Mang. = E la luna? La sta crescendo ...

Dup. = Beh, non so che dirvi; ma gli ordini son questi.

Fra = Pregheremo per voi.

Mang. = E per unpo’ di nubi, eh, padre?!

Pelo = Ah, la luna ...!

Dup. = A Deus! [s’avvia]

Cima = Cominciano già i guai, madonnasantissima!

Fra = Figliuolo ...!

Clery = O Fortuna, ..... [canto e chiusura sipario]



ATTO II

[piccola barca dalle sponde basse a ridosso dell'argine d'un canale in un canneto]



Scena unica con el Roxio e Mangranda.



Roxio = Dai, va' che fra poco la luna tramonta. [pausa] Fra freschetto a starsene fermi così. [pausa] Ehi! Ma dormi?

Mangranda = Non dormo; è che non mi va di muovere la bocca e sprecare fiato, per ...

Rox. = Eh, per passare il tempo che si devon far discorsi di teologia?

Man. = Mi si secca la gola.

Rox. = Ah, ben: questo è un altro discorso. Potevamo ...

Man. = Possiamo ... stare zitti; anche perché con 'sto silenzio le nostre voci si sentiranno a leghe di distanza.

Rox. = Ma chi vuoi ...

Man. = Non sono un indovino, però è certo che è meglio tacere. [pausa] Anche quella di venire qui, bell'idea.

Rox. = Non avevi detto che era saggio stare zitti?

Man. [ridacchia].

Rox. = E bravo! Adesso si che ci sentono. E ci arriva un dardo dritto dritto qui perché penseranno che era un oco reale [risatina], o un bao.

Man. = Chi vuoi che tiri a un crocale?

Rox. = Con la fame che c'è in giro ...

Man. = Beh, abbiamo pur mangiato rane.

Rox. = Quello è un altro discorso: coscette fritte ...

Man. = Meglio il maiale.

Rox. = Simile con il suo simile!

Man. = Ah, sì, dimenticavo che le tue zampette ... Ma non eran di gallina?

Rox. = Non nominare il nome di Dio invano! [estatico] Cosciottine di pollo.

Man. = Adesso che hai qualcosa a cui rivolgere i tuoi pensieri, tazi.

[pausa]

Rox. = Perché ridevi?

Man. = Quando?

Rox. = Prima.

Man. = Prima quando?

Rox. = Prima di parlare e di stare zitti e di parlare.

Man. = Ah.

Rox. = Beh?

Man. = Ssst. [pausa, poi ridacchia] Ah, sì, ricordavo un aneddoto, una novellina.

Rox. = Che adesso mi racconti, neh!

Man. = C'erano tre monaci a cui era stato ordinato di osservare la regola del silenzio. Dopo alcuni minuti uno di loro fa: "Vedete come sono bravo a stare qui senza parlare?", al che il secondo esclama: "No, sciocco che non sei altro: ora stai parlando e hai rotto il silenzio!"; e il terzo, pimpante: "Ovviamente il più bravo a stare zitto sono io!".

Rox. [grassa risata].

Man. = Se non ci beccano adesso ...

Rox. = Ehilà, Mangranda, non ti riconosco! Mi sembri un po’ troppo preoccupato ‘sta notte; che è?

Man. = Macché preoccupato! È che non mi aggrada far cose di cui non vedo né senso né utilità.

Rox. = Sarebbe a dire ...?

Man. = Quel che ho detto.

Rox. = E non potevi dirmelo prima di metterci in barca?

Man. = Figurasi! Mettersi a discutere con te è una perdita di tempo; testa dura! Ma tanto è: se tutti andassero nella stessa direzione il mondo sarebbe disequilibrato, penderebbe tutto da una parte.

Rox. = Così, invece ... Non è che stai ... illanguidendo?

Man.= Questa è buona! È a te che qualcuno ha messo un peperoncino lì in basso; ei preferì lor quella / che di funesto amor contento il fece.

Rox. = Ma che stai mugugnando?! Fra tu e Clery e (...)

Man. = Ssst. [s’acquattano, immobili; rumore d’acqua mossa]

Rox. = Padovani?! Con una lanterna!

Man. = Si sentono sicuri; o hanno paura di perdersi. E remano anche male: senti ...?

Rox. = Che ci fanno qui?

Man. = Quello che ci facciamo noi.

Rox. = Che? Ma vai al diavolo!

Man. = Ssst. [fa cenno di guardare]

Rox. = Sanguedigiuda!

Man. = Ssssst. [scambio di occhiate e cenni] Il nostro beneamato collega.

Rox. = Figlio d’una cagna! Il Bigiri e ... altri traditori canaglie pari suo!

Mon. = Lasciali correre, tanto non andranno molto lontano. Sono un po’ troppi per noi due soli, non credi?

Rox. = Non erano carichi, neh?!

Man. = No, è il viaggio di andata, non di ritorno; cosa vuoi che ci sia ancora da rubare in Chiozza?

Rox. = Seguiamoli, dai.

Man. = Per far che? A che pro?

Rox. = Per ... per vedere dove vanno. Per vedere chi li aiuta e dov’è il punto di incontro. Per sapere ...

Man. = Bene. E poi, che facciamo? Lo andiamo a dire a chi? Può essere che sia una fuga ... E poi a noi, Roxio, che ce ne cale?

Rox. = Quel Bigiri ... Ma è con i patavini, al servizio dei Carraresi! S’è ... venduto. Traditore!

Man. = Quando si fa il bagno in mare si guarda ai propri vestiti a terra, neh?!

Rox. = Ma che mi stai a dire, Mangranda!

Man. = Che ognuno guarda alle sue cose, se non vuol tornare a casa nudo. Passami la fiasca ché a parlar bassino mi si secca la garganta.

Rox. [dando la fiasca] = Ma ... ma son quelli che han massacrato i nostri compaesani, hanno saccheggiato la città, hanno ...

Man. = Sai quanto gliene importa al Bigiri. E noi pure non abbiamo trafficato con loro? E quanto ci abbiamo guadagnato!

Rox. = Ora è diverso! Non è più questione di soldi, di guadagno, di ...

Man. = No?! Le alleanze che si fanno e si disfanno dei Signori, sono fatte in nome di che, in vista di che cosa? Vettor Pisani è stato processato e imprigionato per aver perso, alias per non aver saputo conservare i beni, in navi e in uomini, della Serenissima.

Rox. = E che: siamo guidoni al vento? Fuscelli ...

Man. = Figli di Adamo, discendenti di Caino. Fra Godino ci aggiungerebbe anche Giuda, e Clery ti saprebbe dire tutti i nomi dei traditori nel IX cerchio dell’Inferno di messer Dante Alighieri.

Rox. = E in Paradiso chi ci va, allora?

Man. = Ottimo quesito! To’, bevi che riscalda il cuore. Io proprio non saprei dirti ... infatti più nessuno lancia pietre, ma dardi, frecce, lance, bolidi di fuoco, ... [ridacchia melenso della sua battuta]. “Chi è senza peccato ...”. Sei propio un illeterato!

Rox. = Ma neanche Gesù Cristo ... E tutti quei figli di cagna di conti, baroni, imperatori! Li ho visti io farsi leggere cartiglia e missive.

Man. = Ehi; scherzavo! Vedi che non serve trivium et quadrivium per diventare un grande. Basta un bivium, e una mazza ferrata.

Rox. = Così non li seguiamo, eh?!

Ma,. = No; anche perchè non abbiamo nessuna arma da tiro. Mi dirai che ci fai con due daghe e una misericordia in un guscio di noce fra i canneti!

Rox. = Può essere che tu abbia ragione; ma mi rifarò un giorno.

Man. = Se dovessimo rifarci di quel che si perde ogni dì dovremmo vivere una seconda vita per intero.

Rox. = Va bene; andiamo. Li venisse la lepra a tutti loro!

Man. = Di qua; e calma con i remi: non è detto che non ci siano altri ratti magri in cerca di broda o pan bollito.

Rox. = L’ultimo chiarore di luna ...

Man. = Ancora un poco ...

Rox. [tenta d’alzarsi] = Mi si son intorpidite le ginocchia!

Man. = Sta pur seduto a pagliolo, per il momento è bastante uno ai remi.

Rox. = Vale. Che seccatura, porcala(...)

Man. = Zitto che si va! [in piedi] E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Rox. = Che è?

Man. = Sssssst. [“remando” uscita, o sipario]



ATTO III

[la scena è quella del 1° Atto, ma degradata]



Scena I

(Cima e el Roxio)



Cima [brontolante sta rassettando]

Rox. [entrando] = Tremavit sed non cecidit.

Cima [senza girarsi] = Tanto tuonò che piovve; ed infatti abbiamo solo acqua, che è già qualcosa.

Rox. = Possiamo chiedere al fratacchione di fare un miracolo:mutare l’acqua in vino.

Cima [si gira] = Quello? L'unico miracolo che poteva fare era quello di salvarsi la cotica ... almeno di peccati non ne farà più.

Rox. = Anche lui ...[gesto di tagliarsi la gola].

Cima = A me hanno raccontato più versioni del perché l'hanno ammazzato, comunque morto è.

Rox. = Ma non poteva starsene bonino bonino nella sua chiesa?

Cima = Chi, fra Godino? Quello doveva nascere sarecino e fare il pirata!

Rox. = Porta due boccali, va', vediamo se il miracolo lo faccio io.

Cima = Che è?

Rox. = Va'. [trae una fiasca dalla sacca (quelle a due tasconi, da pellegrino, o da cavallo)]

Cima [rientrando] = Il solo intero sembra questo. Tutto quello che era metallo l'hanno sgraffignato, magari per buttarlo in canale quando erano certi di non ricavarci neanche un besso.

Rox. = Possiamo sempre tracannarlo direttamente dalla fiasca, "ad usu barbarorum agricoloque nefandissime" direbbe ... Anche lui [gesto di benedizione] ?

Cima = No, non credo. No.

Rox. [ridendo] = Ahaha, quando la città è stata presa, Clery era già in prigione.

Cima = E poi non era veneto; e con la parlantina che si ritrova ... Comunque non è qui. A che fare? Insegnare a chi? Mancano e soldi e pueris e volontà di restare.

Rox. = Vedo che tu ... [indica l'intorno].

Cima = Vedremo, intanto ripuliamo. [beve] Bono!

Rox.= Vino di Puglia.

Cima = Ripreso il ... commercio?!

Rox. = Questo è frutto di libero scambio.

Cima = O la bottiglia o la va la va! [schiocca la lingua dopo aver bevuto]

Rox. = Il commercio è stagnato per un anno intero e la gente vuol vendere o i prodotti marciscono: la carne, il grano, il vino ...

Cima = E il sale. Manca il sale qui, ora, lo crederesti? Sal Clugiae; sal clugiae delle mie càlighe! O morti ammazzati o hanno corso tanto d'arrivare alle Alpi.



Scena II

(detti + la Pelo)



Pelo = Non ditemi che è acqua quel che bevete.

Cima = Ambrosia.

Rox.[sulle sue] = Pipì di papessa.

Pelo = Mi s'invita?

Cima [accenna a R.]

Rox. = Vi conosco, madonna?

Pelo [ride forzatamente] = Creo che sì.

Rox. [a C.] = Vedo che ora tenete animali nella taverna.

Cima [perplesso] = Animali? Dove?

Rox. = Una lupa ...

Cima [capendo, guarda P.] = Non credo ...

Rox. = E io credo di sì; una lupa dal pelo bruno [guarda negli occhi P.].

Pelo = Perché negarlo. Voi piuttosto sembrate un cappone! Avete razzolato bene nei letamai dei nostri vicini?

Cima [riso conciliante] = A dire il vero, ti vedo bell’e pasciuto.

Pelo = Come gli eunuchi dei sultani! Non è che ... [guardando ostentatamente verso il pube di R.]

Cima = Dopo un anno che non ci si vede, vi complimentate così? Tieni, bevi: vediamo se ti s’addolcisce la ingua! E tu, Roxio, porti o non porti buone nuove? La guerra è finita; io di un po’ di pace ora ne ho proprio bisogno.

Pelo = Se l’ha offerto a te, veleno non è. Alla salute! Lo bevo sì, perché anche l’acqua ci hano fatto mancare, i maledetti! Tutti, tutti che vadano all’inferno, ma prima gli venga la lebbra, il colera, la dissenteria, ... [beve]

Cima = Tu non c’eri né quando sono arrivati i genovesi a saccheggiare né quando i rialtini hanno liberato, oh se l’hanno liberata da quel poco che restava la città!

Pelo = Il nostro cappone in che stabbio giaceva, eh?

Cima = È stato qui fino alla resa, non ricordi? Ma se ci siamo visti nell’inverno!

Rox. = Lasciala dire, fa boccacia e sputa perch’ha la lingua di biscia.

Pelo = Se così la pensi ...allora: ben tornato, cavalier di topa e stoppia! [s’inchina, poi lancia la tazza a C. e rientra]

Scena III

(detti + avv.4)

Cima = Ma che vi è preso a voi due, si può sapere?

Rox. = Dammi qua che te lo riempio; te l’ha bevuto tutto quella bal...

Cima = Ah, Roxio!? Che è? T’ha morso la tarantola e l’aspide e il varagno tutt’insieme? La Pelo non si merita tutto questo!

Rox. = È che ...[versando] che (...)

Avv.4 [uscendo dall’edificio] = Salve; bentornato! Vi trovo bene e ... in ottima predisposizione!

Rox. [porgendo la propria tazza] = Il mio saluto ti sia come questo vino!

Avv.4 = Sia il benvenuto. [beve] Di passaggio o ... desideroso di condividere la miseria della ricostruzione? Avete già visto ... ?

Rox. = La terra che han fatto sparire qui a ponente? Ma che gli serve? Isolare ancor di più la città ... Che poi: fin qui non erano arrivati i patavini!

Cima = Qui la terra l’han fatta sparire in laguna, ma mi dicono che non lasciano ritornare alla marina gli abitanti, e han distrutto quel poco ch’era rimasto in piedi.

Rox. = Che storia è questa? E perché poi?

Avv.4 = Per la sicurezza della città ... così proclamano.

Rox. = Un assurdità! O per davvero si teme ... Ch’io sappia i Carraresi stanno combattendo per conquistare Treviso, e Genova non scorderà la lezione tanto facilmente per venirle voglia di rifare ...

Cima = Qui non lo si dimenticherà di certo.

Avv.4 = Per i pochi che son rimasti ... Fra i morti ammazzati e quelli scappati prima e quelli che se ne vanno ora ... Lo sapete del bando, no?!

Cima [sarcastico] = Bella pensata! Ci riempiremo di banditi e malfattori come di mosche una cacca di mucca.

Avv.4 = Dicono che c’è un Consiglio dei savi con i caposestriere che visionano i forestieri ...

Cima = E i malfattori cristianamente negano ogni nefandezza presente in loro: absolvis me Domine! Fra’ Godino deve farsi delle gran risate nella fossa.

Rox. = Se chiedono maestri d’arte, non è difficile metterli alla prova e scoprire chi mente.

Avv.4 = Questo sì; ma quando si ha bisogno di spalatori per il sale, mi dirai se un maestro artigiano s’adatta al lavoro e al ... salario.

Rox. = Mancan lavoranti per le saline? Questa sì ch’è da non crederci!

Cima = Non loro solamente, ché mancano gli affittuari e i provveditori. I soldi per ricominciare.

Avv.4 = In un anno s’è perso tutto. Le mareggiate ... la pioggia ...

Rox. [risata beffarda] = Così ho perso il mio commercio del sale! Bona, beviamoci sopra.

Avv.4 = Di sale ce n’è, ma tutto ammassato ... Buono per salare il pesce (...)

Cima = e i cadaveri ... da mandare a casa loro.

Rox.= Pagando gabella, nevvero?

Cima = Ai rialtini, non a noi. Ci trattano come se causa della guerra fossimo stati noi; come se Chiozza non avesse resistito ai Genovesi e non avesse pagato già troppo in vite ed averi.

Avv.4 = Per gli abitanti della Marina è ancora peggio!

Rox. = Clugia minor? Perché?

Avv.4 = È stata proibita ogni costruzione (...)

Cima = Anzi, come ti dicevo, hanno raso al suolo quel poco che restava in piedi e nessuno vi può andare ad abitare.

Avv.4 = Nemmeno quelli che vi abitavano prima della guerra vi può far ritorno; e così molti se ne vanno: che attività potrebbero svolgere qui? Addio orti e cantieri.

Rox. = E il ponte ...?

Avv.4 = Mezzo distrutto era ... Scomparso. Definitivamente un’sola.

Cima = Più che isola, isolati. Serenissima imperantibis grazia Dei, direbbe (...)

Scena III

(detti + Mangranda & forestiero)

Mang. = Mi venisse il cimurro se quello non è il Roxio!

Rox. = Dei gratia, come stava dicendo or ora il nostro dotto Cima!

Mang. = Vedi un po’ che vesti! Devo chiamarvi ser Roxio?

Rox. = Se vuoi assaggiare il mio vino di Manduria, sarebbe opportuna ... una riverenza almeno.

Mang. = Vediamo se ti si mette in sale come un genovese! [al forestiero] Che ti scappelli a fare?! Questo qui è il ladrone che s’è salvato dalla croce!

Cima = Sedete, vado a vedere che c’è da servirvi.[va]

Scena IV

(M., R., A4., F.)

Avv.4 = Forestiero, eh?

Mang. = Errata! È già da una settimana che s’ingozza di pesce e d’acquasanta che possiamo considerarlo dei nostri.

Rox. = E allora ben venuto nella fratellanza, e a te il primo calice!

Avv.4 = Artista? Di quale fraglia?

Forestiero = Pedrero costruttore.

Mang. = Ce bisogno di un bel mucchio dimuratori per mettere in sesto la città. E vediamo se si dà una sistemata anche all’antro cadente qui di Cima.

Avv.4 = E come va a pagare ché non ci son avventori? Che dico: non c’è di che dar da bere ai cristiani!

Rox. = Ecce homo! Son qui per questo: tornare al commercio!

Mang. = Quel di prima o ... onesto? Tu porti la merce a prezzo ehm scontatoe tua moglie la vende a ... La Pelo dov’è? L’hai già vista? Che è?!

Rox. = Lascia perdere.

Avv.4 = Cose d’innamoràti ...

Rox. = Stai nel tuo seminato e non t’impicciare!

Mang. = Eh, che è!? Che fu? Non mi dire ...

Rox. = Che ti devo dire? Bevi; e sentiamo che ha da raccontarci questo forestiero. Da dove vieni? Lontano da (...)

Scena V

(detti + Cima)

Cima: Eccoci qua! Idromiele tenuto in serbo per gli amici. Ancora un respiro d’angelo e i peoci sono pronti!

Rox. = Peoci?! È dall’inizio della guerra che non ne mangio! Ave Maria!

Cima = Sei fortunato perché sapevo che Mangranda sarebbe venuto qui a desinare, quindi abbiamo preparato ... il meglio che s’è riusciti a trovare.

Rox. = E ostriche? E i gamberetti, quelli trasparenti!?

Mang = Te li vai a pescare tu, visto che sei bello in forze. Ti sporcherai un po’ le mani, ma ...

Avv.4 = Difficile è trovare una barca: o le han distrutte o se le son portate via. C’è stata una fuga gli ultimi giorni! Anche un truogolo sembrava utile a scappare sull’acqua.

Cima = Se ne son viste delle belle. Quagli zotici sbracciarsi e affogare come cani. Sì, però, chi si immaginava che poi i nostri liberatori , i nostri fratelli, rubassere quel niente che c’era rimasto?

Mang. = Consuetudini di guerra. E un risparmio per chi assolda milizia mercenaria: quel che arraffi è la tua paga, soldato!

For. = Qui vi va anche bene poiché questo non è un luogo di passaggio, ma se voi abitaste in pianura, nei pressi di un quadrivia, avreste ladri e saccheggiatore di tutti gli eserciti in casa ad ogni stagione.

Cima = Oh, ecco la cornucopia per la mensa dei messeri!

Scena VI

(detti + Pelo)

Pelo [reggendo un bacile] = Mi son quasi saziata del solo profumo!

Mang. [ironico] = Senza assaggiare nulla, neh, in fede!

Avv.4 = Ecco i peoci, con cipolla e ...

Pelo = Pere, lardo tritato e aglio dolce. Vi porto il pane di segala. [esce]

Rox. = La nuova cameriera? Non ci avrei creduto ...

Cima = No, no: è la cuoca. Ottima; assaggiate e ditemi.

Rox. = Mi sa che ho perso l’appetito.

Mang. = Ma non essere ebete!

Rox. = Non mi fido di una mezza strega e di una mezza ...

Pelo [rientrata] = Mezza ...? [pone un tagliere con una pagnotta, un coltello e alcune ciotole di legno sul tavolo]

Mang. = Ninfa dei campi in fiore.

Pelo = E in mezzo ai campi in fiore non è che vo a incontrare rospi, serpenti e cani rognosi?

Mang. = Questo non lo so.

Pelo = Già ne vedo uno qui. [prende il largo coltello]

Cima = Quale ciotole, se vi servono dei recipienti.

Mang. = Di segala, eh?! Non vorrei grugnire di poi averlo mangiato.

Pelo = Qualcuno lo preferirebbe di ghiande, visto che porco è.

Avv.4 = A chi ti riferisci, Pelo?

Pelo = All’eunuco deflorato che mi sta di fronte.[indica R. col coltello]

Cima = O Pelo, che è adesso?

Pelo = Già glieli hanno tagliati, che posso mai fargli io ora?

Rox. = Chi credi di minacciare con quel coltello? Vediamo se almeno il pane lo sai tagliare.

Pelo = Condendolo con una tua orecchia; o la punta del tuo tubero di naso.

Rox. [ridacchia] = Ma che cosa vuoi fare!

Pelo = Strapparti il cuore, che fors’è di pietra. O aprirti la pancia e farci uscire le budella. [R. continua a ridacchiare]

Mang. = Se fossi in te, Roxio, mi terrei in gardia. Ne ha già sbudellati parecchi, credimi. Benché le sia più consono il quadrello e di più facile uso.

Rox. = Che cosa vuoi dire: che sa uccidere?

Cima = Messeri! Pelo!

Mang. = Perché non lo accerti direttamente?

Rox. = Perché no? Così farò giustizia, anche se invano. Con queste mie mani nude ti schianterò. [si alza dalla panca]

Avv.4 = Giustizia? Di che? Perché? Mangranda: che storia è questa.

Mang. = Cose loro, suppongo. È parecchio che non vedo il Roxio. Ma la Pelo ... Che può essere (...)

Rox. [colpo di taglio al braccio] = Agh. Cagna! [indietreggia]

Mang. [alzandosi] = Per tutti i diavoli, satanassi e balzebù dell’Inferno: volete smetterla?! Qui i peoci si raffreddano e il brodetto si rapprende.

Pelo = Messere qui non ha appetito, nevvero? [gli dà una piattonata all’omero, R. le afferra il braccio e i due finiscono a terra; intervengono tutti meno F.]

Mang. [rialzondo R. ma tenendolo fermo] = Mi vuoi spiegare ...!?

Rox. = È presto detto: quella bagascia se l’è fatta con i genovesi, con quei bastardi di mercenari!

Avv.4 = Se anche fosse, uno deve pur vivere. Ma non fu.

Cima = Ma chi ti ha messo in teste ‘ste fandonie? Dove le hai sentite?

Mang. = O Roxio, gli scoppi delle bombarde t’han dato al cervello? E poi, sono affari suoi di lei; tu che c’entri? Il panettiere fa il pane, il salinero il sale, il ladro ruba, il taverniere ... anche! [ridono, meno R.]

Cima = Così ...? A me mi pare che ...

Avv.4 = Ma v’eravate promessi qualcosa?

Mang. = Gelosia. Sì, gelosia della più chiara e limpida. Io mangio, e poi se ne parla. Tu stai buono qui, e lei, madonna un po’ più in là. Benedici signore questa mensa etcetera; amen. [mangiano]

Avv.4 = Ti piace? Intingi il pane, dai.

For. = Saporito; gustoso! [silenzio: si mangia]

Cima = Non può essere solo fame la vostra ghiottoneria!

Mang. = Complimenti alla cuoca!

Pelo = Grazie; Però manca un elemento perché la mensa sia perfetta.

Avv.4 = Che può essere? Già ci fu promessa la farinata d’avena!

Mang. = Ah, sì, lo so, me l’hai già ... sospirato. [occhiata ironica a R.] No? Oh, certo! ... Le lagne strimpellate del chierico vafgante!

Cima = Ah, Clery ... Però madonna Pelo sa cantare deliziosamente, ben lo sapete.

Avv.4 = Una melodia sola, dai, Pelo! Fai sentire al forestiero come ...

Mang. = E vediamo se qualche mal-umorato si svuota del fiele. Vai, Pelo!

Pelo = Ma no, così da sola.

Avv.4 = Tu incomincia che noi ti veniamo dietro.

For. = Ehi, scusate, sentite: posso accompagnare con il mio flagioletto.

Cima = Certo!

Mang. = E che è? Dove ce l’hai?

For. [estrae dalla sua bisaccia il corto flauto e suona una scala con brio] = Ecco!

Pelo [dopo che le esclamazioni si son quietate] = “O Fortuna ...”

Scena VII

(detti + una famiglia > 2 adulti, 3 bambini > con “bagagli”)

Bambino 1 [forte accento dialettale del “contado”] = Suonano e cantano! Vienite, venite a vedere.

[entrati il sipario si chiude]

São Paulo, 15 marzo 2013.

G.V.