lunedì 10 ottobre 2016

De vulpe et uva

                             Giancarlo  Varganolo
                                De vulpe et uva, schola
                                     azione scenica

                                                                            Fame coacta vulpes alta in vinea
                                                                            uvam adpetebat, summis saliesns viribus
                                                                            quam tangere ut no potuit, discenfes ait:
                                                                            “Nondum matura est; nolo acerbam sumere”.
                                                                             Qui, facere quae non possunt, verbis elevant,
                                                                              adscribere hoc debebunt exemplum sibi.
                                                                                                                                    [Fedro, IV, 3]
    MAGISTER: Ave atque vale! “Ecco allora le favolette di Esopo e Fedro, che continuano senza inerruzione le fiabe delle buone nutrici, anilis fabulae. I discipuli, i pueri, imparino bene ad esporle, in lingua pura, senza voli di fantasia, e poi a stenderle con gale semplicità; in un primo momento le mettanoin prosa, poi le ricompongano con altte parole e, infine, osino la parafrasi, che permette sia di accorciare che di arricchire, salvo sempre il senso voluto dal poeta.” [Quintiliano, Oratoriae Institutiones.] Insegnamo così i rudimenta della lettura e della scrittura, e l'abbiccì della rettorica. Nonché il latinon affinche comprendiate con la mente, oltre che con il cuore, quel che vien detto nelle cerimonie della Santissima Madre Chiesa. De vulpe et uva: uva è ...? (gesto di prendere acini da un grappolo d'uva in mano – grida dei discenti: “Uva!”) Qualcuno ha detto ova? Chi è il grullo?! Dixit: uva e vulpe ... Vulpe. Dunque ... volpe, con la “o”, vOlpe, non vi dice nulla? (voce isolata: “Un homo furbo!”, poi più “sì, sì!”) Non è un uomo, ma un animale, che fin dall'antichità s'è ritenuto furbo, sagace, ingannatore talvolta. Etiam per cui si dice furbo come una volpe, e coraggioso, coraggioso come un ...? (“Toro; leone; drago; ...” vocianti) Heus, pax! Vediamo chi è il primo ad assaggiare la verga sulla testa balzana! Toro, può essere, come del resto il cinghiale che attacca i caccitori quando non ha scampo; il drago, poi, nessuno ne ha mai visti (parlottio); lo so che ci sono racconti, storie ..., ma sono leggende, mostri inventati da poeti. Invece il leone è vivo e possente, forte e senza paura. E rendiamo grazia a Dio che qui leoni non ce ne sono, e neanche volpi, se è per questo, ma nelle campagne ce ne sono assai; di volpi, non di leoni! Quelli sono in Africa, laggiù in fondo a mezzogiorno, oltre il mare. Le volpe sono come ... un piccolo cane, quasi un gatto, ma della famiglia dei cani, ovvero ... Beh, hanno il pelo rosso, ma pancia bianca; ... Optime, l'opologo di oggi narra d'una volpe che ... “costretta dalla fame, alto balzava in una vigna”. Ripetere: fame / coacta / vulpes / alta / in vinea. (non salta, ma mima il saltare) Ora tutto insieme: fame-coata-vulpes-alta-in-vinea. Optime! Uvam / adpetebat,   / summis / saliens / viribus. (una seconda volta staccato, poi tutto unito, mentre M mima la volpe) Ma guarda un po' che non riesco a ghermirla! Un alto salto ... Uff! Calmi! Quiescte! (i pargoli stavano imitando M) Ripetere: Fame-coacta-vulpe / alta-in-vinea-uvam adpetebat, / summis-salien-viribus. Di nuovo (...).
Ed ora: quam / tangere / ut / non / potuit, / discedens / ait. (mima  quel che dicono all'unisono, più volte, poi :) Che fa la volpe? (gridio: “Va, se ne va, va via!”)  Optime! Se ne va: vedendo che non può prendere l'uva, non ci riesce proprio a raggiungerla tangere con i suoi salti perché è troppo in alto,  andandosene discedens dice: “Non è ancora matura, non mi va di coglierla acerba!” Capite? Con i suoi salti non ci arriva e allora quindi ... Nondum / matura / est; / nolo / acerbam / sumere. (ripetono) Dice il vero la volpe? (risposte schiamazzanti) Se ne va perché veramente l'uva e acerba, o perché ... essa ... non ...? (risposte, strepito) Satis, vale! "Chi non sa fare quel che non può, trova sempre delle scuse; questo esempio valga anche per voi!" Qui, / facere / quae / non / possunt, / verbis / elevant, / adscribere / hoc / debebunt / exemplum / sibi. Repetita: qui, / facere / (...) Tota: qui-facere-quae-... Optime! Sono sei versi, nunc et simpliciter li ripeteremo uno ad uno; (gli allievi ripetono quel che declama M) Fame coacta vulpes alta in vinea (discenti: fame coacta ...). Uvam adpetebat, ....Pulchre! Optime! Ora dividetevi in tre gruppi: destra, centro, sinistra. Due ragazzi qui: voi fate la vigna, bene le braccia distese e le dita delle mani verso il basso per simboleggiare i grappoli d'uva; una bambina che fa la volpe! Bene; ora voi "vigneti" fermi, e tu volpe segui la declamazione: cerchi di prendere l'uva, che è questa (tocca le 4 mani), non con le mani! Sei una volpe! Con la bocca, effe mia!
Destra: 1° verso e 4°, centro: 2° verso e 5°, sinistra: 3° e 6°. Fame coacta ... uvam ... quam ... Optime atque pulcherrimus!
Rursus! Ultima volta, tutti insieme, e poi ... a casa. Fame coacta vulpes ... Ite, sic vales, bona!
                                                                                                                     Clugia minor, 9 ottobre 2016.
                                                                                                                                            G V     

Nessun commento: