lunedì 14 novembre 2016

La MANDRAGOLA - Niccolò Machiavelli .

                           [G maschile, E femminile]
   E: "Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuole esser lieto, sia: di doman non c'è certezza." [Lorendo de' Medici]
    G: "Ciascun apra ben gli orecchi, di doman nessun si paschi; lieti ognun, femmine e maschi; ogni tristo pensier caschi: facciam festa tuttavia. (con E) Chi vuol esser lieto, sia." [id]
    E: Questa che vi andiamo a raccontare è la più bella commedia del Rinascimento italiano.
    G: Bellissima; una commedia commedia con il suo intreccio giocoso e il finale lieto.
    E: Una farsa erotico-cortese, commedia boccaccesca si può dire..
    G: Ma non solo: l'intreccio rivela i vizi della vita pubblica con quella privata, una moralità di tornaconto e scaltrezza (...)
    E: Questi i personaggi (stendendo i ritratti): Callimaco, l'aitante giovanotto infatuato di Lucrezia (non mostra) ancor prima di vederla per solo averne sentito parlare; e questo è Siro il suo servo, ch'è ovviamente scaltro e opportunista.
    G: Qui Messer Nicia, l'attempato marito di Lucrezia; questo è Ligurio, un parassita faccendiere, maneggione che aiuterà Callimaco ..
    E: Ecco Frate Timoteo, di cui diremo; e la madre di Lucrezia, Sostrata. Ed infine Lucrezia, vedete, che abbiamo lasciato per ultima perché, nello svolgersi della vicenda rappresenata, lei è il motivo, la causa ed ha un ruolo passivo e ...
    G: E una partecipazione ridotta, come del resto la madre. Ricordiamo qui che nel 1518 alle donne era vietato recitare e quindi le parti femminili erano interpretate da uomini, quindi erano ridotte al minimo indispensabile.
    E (ironica): Anche perché sono gli uomini che s'agitano, smaniano, devono sempre mettersi nei guai!
    G: Guai? La vita è gioco, è avventura: "Viva Bacco e viva Amore! Ciascun suoni, balli e canti! Arda di dolcezza il core! Non fatica, non dolore! Ciò c'ha a esser, convien sia. Chi vuol esser lieto," [cit.] ...
    E: Sia. "Perché la vita è breve e molte son le pene che vivendo e stendendo ognun sostiene; dietro alle nostre voglie, ..."
    G: Così è la Canzone con cui inizia la commedia Mandragola di Niccolò Machiavelli, universalmente conosciuto per il suo trattato politico De principatibus, ovvero Il Principe.
    E: "Se voi seguite di non far romori, / noi vogliàn che s'intenda / un nuovo caso in questa terra nato."[prol.]
    G: "Un giovane, Callimaco Guadagno,/ venuto or ora da Parigi,"
    E: "Una giovane accorta"
    G: "Un amante meschino,/ un dottor poco astuto, / un frate mal vissuto,"
    E: "un parassito, di malizia il cucco,"
    G: "La favola Mandragola si chiama:"
    E: La mandragola è un'erba velenosa alla quale però la tradizione attribuiva poteri fecondativi oltre che soporiferi.
    G: La mandragora è citata nella Bibbia proprio per essere ritenuta favorevole alla fecontidà: "Ruben, al tempo della mietitura, andò per i campi e trovò delle mandragole,  pomi d'amore, e li portò a sua madre." [Genesi 30, 14]
    E: Che concepì un figlio, e poi una figlia!
    G: "Torniamo al caso nostro,/  acciò che non trapassi troppo l'ora./ Stia ciascuno attento," ... [prol.]
    E: "Callimaco esce fuora / e Siro con seco ha, / suo famiglio, e dirà"
    G: Atto 1°, scena 1^. Callimaco dice tante di quelle cose, tutte d'un fiato, una dietro l'altra per giustificare il fatto di essere ritornato a Firenze da Parigi, che il suo servitore può solo intervenire con locuzioni interlocutorie, fàtiche: "Voi dite el vero. - Egli è così. - Io lo so. - Egli è la verità. - Come?"
    E: Come ... che cosa? Ottenere i favori di Lucrezia.
    G: Che è sposata all'attempato messer Nicia.
    E: E figli non hanno, dopo se anni di matrimonio.
    G: Ecco il perché si fa ricorso alla mandragola.
    E: Però ...
    G: Però ... procediamo con ordine!
    E: Se dipendesse dall'attizzato Callimaco, non s'andrebbe più in là di sospiri e lamenti: "Meglio è morire che vivere così."
    G: "Se io potessi dormire la notte, se io potessi mangiare, se io potessi, se io potessi pigliare piacere di cosa veruna. Ma qui non c'è rimedio; i' mi morrò ..."
    E: Fortuna vuole ...
    G: O il Caso, il Destino, la Sorte ...
    E: Che il nostro voglioso ma inetto vagheggino si sia fatto amico di Ligurio (mostra il ritratto), il quale va "continuamente a mangiare" da lui.
    G: "Questi papponi non sogliono aver molta fede." interloquisce il servitore Siro.
    E: "Egli è el vero. Nondimeno quando una cosa fa per uno, si ha a credere."
    G: "Che ha egli promesso di fare?"
    E: Che tu, Callimaco, adempia voglia e desiderio d'esser con madonna Lucrezia.
    G: Ed è Ligurio, di cui nulla si sa se non che vive da parassita, che è lo stratega della complessa burla, l'intelligenza pratica che si adopera con distacco e freddezza a raggiungere la meta che gli è stata sospirata da Callimaco.
    E: Sospirata, sì, perché il garzonaccio è incapace di determinare con coerenza un qualsiasi comportamento.
    G: Messer Nicia (mostra) è il marito "uccellato", gabbato, beffato ..., ma non troppo, perché è egli stesso che per il proprio tornaconto, volendo aver figli, si presta a seguire i suggerimenti, il rimedio di Ligurio.
    E: La mandragola. Che é una pianta già citata nella Bibbia, Genesi, per il suo potere erotico e fencondante.
    G: A questo presunto potere magico, nella commedia di Machiavelli, vi si aggiunge una postilla, un pericolo: "È bisogna ora pensare questo: che quello uomo che ha prima a fare seco, presa che l'ha cotesta pozione, muore infra otto giorni."
    E: "State saldo, e' ci è rimedio.
    G: E da qui si dipana la trama della beffa, perché basta far dormire con la moglie, cioé Lucrezia, un altro uomo che "tiri a sé tutta quell'infezione della mandragola ... Dipoi voi, messer Nicia, vi iacerete senza periculo."
    E: Convinto il marito, si tratta ora di convincere la moglie a giacere con uno sconosciuto.
    G: E di trovare questo garzonaccio!
    E: Chiaro che il gionvincello prestante è già lì: Callimaco, che si travestirà e storce il viso, apre, aguzza o digrigna la bocca, e chiude un occhio.
    G: Così?
    E: No; sì; ecco! Ci vorrebbe un nasetto finto ...
    G: E Lucrezia? "Io non voglio!... Come farò io?... Che mi fate fare?... Oh, me! mamma mia!... [A IV, 8] Mamma mia che così schizzinosa non è: "Io credo che tu creda, figliuola mia, che io stimi l'onore e el bene tuo, e che non ti consiglierei di cosa che non stessi bene. Di che hai tu paura, moccicona?"
    E: Per far si che la figlia si persuada ad obbedire a messer Nicia, il marito, la porta a parlare con frate Timoteo, "un frate mal vissuto". [prol.].
    G: È questi un personaggio, di religioso, che incarna la pratica e la teoria della corruzione teologica, di frati, preti, prelati e monache pochi inclini alla santità.
    E: La commedia fu messa all'indice dall'Inquisizione, e dopo il Concordato fra regno d'Italia e Stato vaticano se ne ostacolò e proibì la rappresentazione teatrale fino al 1953.
    G: Che empietà mai compie frate Timoteo? Aderisce all'astuta macchinazione di "questo diavolo di Ligurio".
    E: Anzi: vi partecipa attivamente, concretamente, travestendosi da Callimaco.
    G: Magister Callimaco il quale recita la parte del ragazzotto che verrà incontrato, per caso, e che giacerà con Lucrezia.          
    E: Ma non è nell'agire, che poi "è un bene certo", che emerge l'ipocrisia, il formalismo esteriore, la distorsione dei precetti biblici.
    G: È nell'amoralità del tornaconto, che guarda più al materiale che allo spirituale: "con mio utile. Messer Nicia e Callimaco sono ricchi, e da ciascuno son per trarre assai" denaro. [A III, 9]
    E: Così il frate convince Lucrezia, che "è savia e buona" ... anzi dice: "tutte le donne hanno alla fine poco cervello; e come ne una sappi dire due parole" ....
    G: "Quanto all'atto, che sia peccato, questo è una favola, perché la volontà è quella che pecca, non el corpo, e la cagione del peccato è dispiacere al marito, e voi lo compiacete; pigliarne piacere, e voi ne avete dispiacere." [A III, 11]
    E: Lucrezia, pressata anche da Sostrata, la madre, accondiscende, restando dubbiosa: "Che non càpiti male."
    G: Quinto e ultimo atto.
    E: Ma eravamo appena al 3°!?
    G: Da spiegare ora non c'è più nulla, figliuola: le cose van come devon andare, assia il piano di Ligurio funziona liscio come l'olio: "Oh dolce notte ... Callimaco e madonna Lucrezia non dormiranno, perché io so, se io fussi lui e se voi fussi lei che non dormiremo." [A IV, 10]
    E: Madonna Lucrezia ...?
    G: Naffe! madonna ... "Chi non sarebbe allegra?"
    E: E se fin qui è stata una burla, un tranello, un accorgimento ben congegnato, ora si tramuta in beffa e inganno.
    G: Quando messer Nicia chiede alla moglie, presentandogli Maestro Callimaco "costui è quello che sarà cagione che noi areno un bastone", lei, Lucrezia, dopo la notte trascorsa, esclama: "Io l'ho molto caro, e vuolsi che sia nostro compare."
    E: E messer Nicia: " E vo' dar la chiave della camera terrena, perché possa tornar quivi a sua comodità."
    G: "Oh! voi avete e pochi pensieri! Lasciatene la cura a lui."
    E: "Voi, spettatori non aspettate che noi usciàn fuora: potete lieti stare, / godere e ringraziare. Valete!"
                                Clugia minor, 13-11-2016.


giovedì 3 novembre 2016

Il Matrimonio di Figaro .

    =
Il matrimonio di Figaro
Pierre-Augustin Beaumarchais






    (G e E entrano a braccetto con portameto nobile e lento, arrivati difronte al pubblico si fermano, G si discosta da E ed avanza un poco e intona "La marcia nunziale")
    G: Ta-tatatà ta ta tatàn ...
    E: Dovendo parlare di un matrimonio abbiamo pensato di iniaziare con la classica marcia nuziale di Wagner perché la commedia, veramente spassosa, che vi narriamo oggi è: Le nozze di Figaro! Scritto da Beau(...)
    G (nello stesso motivo): No-nononò no no nonò!
    E: Come no no ...? Le nozze di Figaro, di (...)
    G: Mozart.
    E: Come Mozart? Non sono di (guarda nel "librone") eh: Beaumarchais, Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais.
    G: Wolfang Amadeus Mozart.
    E: Ma che Mozart e Mozart! (indicando nel "librone") Il matrimonio di Figaro di Pier-blablà Beaumarchais!
    G: Il matrimonio di Figaro.
    E: Ed io che cos'ho detto? Matrimo(...)
    G: No no nozze, nozze diciste!
    E: Sempre matrimonio è.
    G: Se è per questo anche sposalizio è un altro sinonimo.
    E: Di mariage, le Mariage de Figarò.
    G: Mais, oui, mademoiselle; però se sono nozze non è matrimonio, e se non è matrimonio, ma nozze ... è Mozart e non Beaumarchais che le ha scritte. (canta) Figaro qua, Figaro là, Figaro su, Figaro giuuuù!
    E (canticchia): "Nell'aria mattutina ..."[II, 4]
    G: Qualche cantata c'è nel matrimonio, che è una commedia; le nozze invece sono tutte musicate cantate perché è un melodramma, un'opera buffa.
    E (contegnosa): La storia e i personaggi sono gli stessi.
    G: Certamente; anzi sarebbe stato più semplice e facile parlare delle nozze perché la partitura, il libretto è scritto in italiano, andava di moda nel '700 scrivere i testi delle opera liriche in italiano, però ...
    E: Però? ...
    G: Ci sono problemi di censura, sì, perché se in francia c'era un re, a Vienna, dove risiedeva Mozart, c'era addirittura un imperatore!
    E: Che differenza fa?
    G: Che Beaumarchais è riuscito a barcamenarsi con la censura del re e dei suoi tirapiedi, anche se gli ci son voluti parecchi anni, 7 per l'esattezza, mentre per Mozart non c'è stato niente da fare: ha dovuo eliminare (...)
    E: Tutte le parti sconce, libertine, grossolane, leziose!
    G (risata): Ah, ma no! Quelle andavano bene, era quello che vleva il pubblico sia di plebei che di nobili! Le parti eliminate sono state quelle riguardanti la critica sociale, le frecciate contro la nobiltà, contro i privilegi dell'aristocrazia, contro le ineguaglianze; non per niente del Matrimonio di Figaro si dice che sia "annuncio e preparazione dei tempi nuovi": è il 1784 e la Rivoluzione inizia 5 anni dopo; sembra che lo stesso Napoleone abbia detto che questa commedia è "la Révoution française déjà en action" ossia: la Rivoluzione francese già in atto! Immagina ...
    E: Quindi ad ogni rappresenazione ... il pubblico borghese e plebeo motteggiava, ingiuriava, beffeggiava i nobili; è così?
    G: Oddio, non esageriamo! Non fu proprio cosí perché, come dichiara lo stesso autore, il Beaumarchais, voleva "divertire istruendo" e "correggere senza ferire"; se il comico non avesse prevalso sul moralistico ... ben difficilmente sarebbe stata in cartellone per più di dieci mesi. "Nobiltà e Terzo Stato vedevano negli spettacoli teatrali un'occasone di riso e di divertimento, non un'arma che valesse a incidere o ad appofondire un antagonismo fra platea e palchi di prim'ordine." Era l'epoca del trionfo dell'Opéra Comique, della farsa. Certo che critiche dai contemporanei ne ha avute, e parecchie, prima e dopo la rappresentazione: scritta nel 1778 andò in scena nell'84!
    E: Tutto a causa del suo matrimonio, cioè del matrimonio, o nozze, di Figaro?! Come nei Promessi Sposi.
    G: Non mischiamo l'olio con l'acqua santa. E non sarò io, qui, ora, a fare i distinguo; immagino che tutti conoscano le vicende di Renzo e Lucia; adesso presentiamo quelle di Figaro e Susanna in questa folle giornata, com'è il titolo originale, e i paragoni li farà dipoi lo spettabile pubblico (inchino).
    E: Atto 1°. "La scena rappresenta una camera ammobiliata a metà."
    G (appendendo i ritratti): Questo è Figaro e questa è Susanna, la fidanzata promessa sposa di Figaro. Il disegnatore è stato bravo, ha fatto un ottimo lavoro, ma penso sia un po' difficile notare tutti i particolari del suo costume che è descritto in più di dieci righe nel copione. "Figaro è vestito da elegantone spagnolo."
    E: Oops! Chiacchiera e chiacchiera, e ci siamodimenticati di dire che "l'azione si svolge nel castello d'Aguas-frescas a tre leghe da Siviglia." Castello che è proprietà del conte Almaviva, gran corregidor d'Andalusia. (appende il riratto)
    G: Sì, l'azione si svolge in Spagna, così i parigini ... si ffendevano beno e ridevano di più ... degli altri. E Figaro, ovviamente, è il barbiere di Siviglia, che il pubblico francese già conosceva essendo il protagonista della precedente commedia, sempre del Beaumarchais, Il Barbiere di Siviglia, appunto. Ora non è più bariere, ma è stato promosso a "cameriere del conte e portinaio del castello". Il vestito, come dicevo, (...)
    E: Ma è proprio necessario che ... ?
    G: Agh! Scommetto che se era un vestito femminile ... Ecco, to' (le lascia il "librone"), descrivilo tu.
    E: "Vesito da elegantone spagnolo. (guarda ironica G che ha iniziato a pavoneggiarsi come fosse lui vestito da Figaro) La testa coperta da una reticella; cappello bianco, nastro coorato intorno alla cupola; fazzoletto di seta, annodato lento al collo (G estrae dalla tasca un pareo enorme che mette al collo); panciotto e brache di raso, con bottoni e ochielli frangiati d'argento; una grande cintura di seta; giubboto color sgargiante a grandi risvolti (G mima di mostrare i bottoni, di mettersi la giubba e di accarezzare i risvolti, poi si guarda le calze piegando la  gamba dietro); calze bianche e scarpe grigie (dovrebbe avere delle scarpe coloraten per cui si rammarica & "chiede" venia al pubblico). Contento?!
    G: Io sì (si pavoneggia con i pollici sotto le ascelle).
    E (sarcastica): Il signore desidera che descriva il costume di tutti gli altri personaggi?
    G: Puff, non so; vedi tu.
    E: Susanna, Marcellina, Fantina e la duchessa, altre donne non ci sono nella commedia (appende i ritratti), vestono un top senza maniche, calzoncini cort, sandali, eventuali occhiali da sole (descrive com'è vestita lei, quindi può essere più dettagliata per es. nei colori, occhiali sui capelli o allo scollo del top che pone sul naso guardando G, interdetto, da sopra le lenti); rossett(...)
    G: Ma che dici? Guarda qui: gonne luuunghe, corpetti ricamati (Fantina), cuffia nera (Marcellina)! Sta a vedere che il duca veste Di 'n' Ci o Aaarr(...)
    E: Niente pubblicità, s'il vous plait! Atto 1°.
    G: Scena 2^; Fig(...)
    E: Perché salti la 1^? C'è quella bella, intelligente, filosofica battuta di Susanna ... "Provare che ho ragione sarebbe come ammettere che posso aver torto." 
    G (sbigottito, poi condiscendente): Beeeene; allora, visto che ci sei, declama anche la battuta dopo; s'il vous plait, mademoiselle Susanna.
    E: "Molto bene! Ma quando lui avrà scampanellato la mattina, per darti qualche incarico bello lungo, zah! con due passi arriva alla porta di camera mia e, là! con tre salti ..."
    G: Il conte ...
    E: "Il conte pretende di ottenere da me, segretamente, quel quarto d'ora, da solo a sola, che un antico diritto del signore... Tu sai se non era un triste diritto!"
    G: Che diritto era? Com'è che i due promessi sposi ne parlano così quietamente?
    E: Ius primae noctis, un diritto che i nobili, i signori feudali s'erano inventati e che avevano imposto ai loro sudditi, ai loro servi per ... per ...
    G: Per ...? E diciamolo! Lo dico io? Per trascorrere la prima notte di nozze con le mogli dei propri sudditi!
    E: Immaginate un po': il diritto di sostituirsi al legittimo novello sposo. La prima notte.
    G: Sì, la prima, perché la seconda ..., nel senso ... Comunque vero o no, cioé storicamente provato che sia questo ius primae noctis, sta di fatto che i costumi sociali e sexsuali nel '700 erano piuttosti liberi.
    E: Libertini.
    G: L'hai detto: libertini. Potremmo dire immorali, ma poiché l'immoralità comune è non avvertita - pensate ai vestiti femminili di fine '800 e quelli di oggi - era così che andavano le cose a quei tempi.
    E (additando i ritratti): Figaro sta per sposare Susanna, ma deve stare attento che il conte Almaviva non si apparti con lei. Anche la contessa non gradisce queste mire del marito conte, ma intanto si lascia corteggiare dal paggio Cherubino di 14 anni.
    G: Eh, 14, altri tempi? Però essendo troppo vagamente corrisposto dalla contessa, si prende alcune libertà con Fantina, cugina di Susanna. "Fantina è una fanciulla di dodici anni, molto ingenua." Così nelle note di regia.
    E: Questa è Marcellina, una donna matura, che vorrebbe sposare Figaro, e cerca di impedirne il matrimonio, ma, potreste mai immaginarlo? Nel 3° atto che cosa si scopre? Che Marcellina è la (...)
    G: Ssst, l'epifania la riveliamo dopo.
    E: Che c'entra l'Epifania? Non è poi così befana la Ma..arcellina.
    G: Epifania, epi-fanos: discoprimento, manifestazione visibile di ... di qualcosa che non si sapeva, ...
    E: Se lui non dice le sue parolette dotte e strambe ...!
    G: Ritorniamo alla Folle Giornata.
    E: Nel 1° atto vengono in scena tutti i personaggi, ma Cherubino, il paggio, è quello che ne movimenta la seconda parte; e direi anche il 2° atto. Nella commedia egli è l'unico ad agire impulsivamente, benché impacciato dalla sua giovinezza, seguendo gli "impeti della pubertà".
    G: "Io non so che cosa mi sta succedendo; ma da qualche tempo mi sento il petto agitato; ho le pulsazioni soltanto a vedere una donna; le parole amore e voluttà mi fanno trasalire, mi turbano." [A I, 7]
    E: "Insomma il bisognodi dire a qualcuno vi amo è diventato così urgente per me che lo dico da solo, correndo nelparco, lo dico alla contessa, a te, agli alberi, alle nuvole, al vento che se le porta via insieme alle mie inutili parole."[id]
    G: "Ieri, per esempio, ho incontrato Marcellina ..." [id]
      E: "(ridendo) Ah! ah! ah! ah!"[id]
    G: "Perché no? è donna, è ragazza! Una ragazza! una donna! Oh, come sono dolci queste parole! come sono allettanti!" [id]
    E: Ecco un libertino in boccio! "fra tre  quattro anni sarà il più gran discolo del mondo".
    G: Ed entra il conte; il paggio si nasconde dietro a poltrona, e poi sulla poltrona , nascosto da un telo, e poi viene scoperto e quindi definitavente mandato a comandare, sic!, una compagnia di soldati lontano da lì.
    E: Uscito il conte, però, Figaro si intromette e fa restare il paggio per aiutarlo a beffeggiare il conte. Così nel 2° atto lo troviamo, scena quarta, in camera della contessa, questa volta, con la complicità di Figaro e Susanna che vogliono travestirlo da donna per prendere in trappola il conte.
    G: Convien qui evidenziare che l'autore, il Beaumarchais, nella nota "caratteri e costumi della commedia", scrive: "Cherubino: questa parte non può che esser recitata da una donna giovane e graziosa, ... Nei nostri teatri non esistono uomini molto giovani e insieme abbastanza formati perché possano cogliere tutte le finezze."
    E: Nelle Nozze, Mozart scrive la partitura per soprano.
    G: Così si ha una donna che si veste da donna interpretando un ruolo maschile: questo è il teatro, signori!
    E: E vola giù dalla finestra.
    G: Chi? Ah, il Cherubino amoroso. Sì, perché anche in camera della contessa entra il conte e l'unica via di scampo è fuggire dalla finestra, del 1° piano.
    E: Niente di rotto: cade sulle aiuole della poponaia. Però è visto da Antonio, il giardiniere, zio di Susanna, che è in stato di semi-ubriachezza perenne, così da essere poco attendibile come testimone.
    G: "Eh, se non bevessi, diventerei idrofobo." [A II, 21]
    E: "Ma bere così, senza bisogno ..." [id]
    G: "Bere senza sete, e fare all'amore in ogni tempo, signora: solo questo ci distingue dalle altre bestie." [id] Ed ecco che Figaro dice di esser stato lui a saltare dalla finestra, racconta un altro bel po' di frottole inventate al momento per barcamenarsi, "mentendo anche di fronte all'evidenza".
    E: Atto 3°, la scena rappresenta una sala del castello adibita a sala d'udienza. Il conte ha anche la carica di corregidor o primo giudice della provincia.
    G: God-ham!
    E: "Non capisco." [A III, 5]
    G: God-ham, è inglese, la base della lingua inglese ...
    E: E Figaro lo sa!?
    G: Solo questo, ma gli è sufficiente e più; o più? e o o?
Congiunzione copulativa "e", congiunzione alternativa "o".
    E: Il fatto è che Figaro aveva firmato un domcumento un cui si impegava a restituire a Marcellina Gambalesta la somma di duemila piastre dure cordonate e e di sposerla per riconoscenza. Chiarito che la "e" è una "o", rimane sempre il fatto che Figaro non ha i soldi da restituire, e quindi dove sposare l'attempata governante Marcellena.
    G: Colpo di scena, colpo di scena! Epifanía!
    E: Figaro, per riscattarsi dall'accusa di essere un trovatello, bensµi n bambino perduto o rapito, denuda il braccio per mostrare un geroglifico sul braccio ...
    G: "Dio! è lui! Emanuele."[A III, 16]
    E: Così si svela, agnizione, che Marcellina è la madre di Figaro e il dottor Bartolo (il vecchio innamorato di Rosina, l'attuale contessa, gabbato da Figaro) ne è il padre.
    G: Nello scompiglio che ne deriva, entra Susanna con i soldi per pagare il debito proprio nel momento in cui madre e figlio si abbracciano, e Figaro si prende un sonoro schiaffo.
    E: Anche perché alla fidanzata ignara, allegramente dice: "L'accarezzo, ma no la sposo.", frase quantomai libertina.
    G: Ma poi tutto si chiarisce e si sistema.
    E: Atto quarto.
    G: E atto quinto, "Cantateci, sposina, i meriti e la gloria / d'un padrone che abdica ai diritti su di voi: /..." [A IV, 9]
    E: Atto quarto: Susanna e Figaro sono uniti in matrimonio, ma ... e la gelosia della contessa? e il conte che non desiste? e il paggio che non desidera partire?
    G: E sì, perché la giornata, la Folle Journée, è lunga. Ora è la contessa che vuol beffarsi del marito e farlo tornare a sé, ed anche non far allontare il paggio.
    E: In questi ultimi due atti, quarto e quinto, lo stesso Figaro è un po' sminuito perché da un lato è coinvolto negli intrighi della moglie e della contessa dei quali non è a conoscenza, dall'altro patisce le pene della gelosia.
    G: Ed è nel quinto atto il celeberrimo monologo di Figaro, serio e filosofico, dove, a detta di re Luigi XVI - quello che perderà la testa sotto la ghigliotina - "si prende gioco di tutto quel che bisogna rispettare in un governo." "Perché siete un gran signore, vi credeteun gran genio! ... Nobità, ricchezza, gradi, cariche: fa diventare così superbi, tutto questo! Ma voi che avete fatto per meritare tanta fortna? Vi siete data la pene da nascere, e basta." [A V, 3]
    E: "O donna! donna! donna! creatura debole e menzognera ... nessun animale" ... Non dimentichiamoci che dice anche questo, anzi è proprio l'inizio del monologo.
    G: Sì, vabbe', perché è "troppo disilluso ... Disilluso! ... Disilluso! ... Ah, Susanna, Susanna , Susanna! quanti tormenti mi dài!" [ ib.]
    E: Che cosa era successo? Che, ehm, dunque, bene attenti: Cherubino, il paggio, è travestito da donna per poter rivedere Fantina, ma Antonio, lo zio ubriacone di Susanna e padre di Fantina, lo riconosce.
    G: Ma dall'ira del conte lo salva la fanciulletta Fantina che "sventatamente" apostrofa così il conte: "Tutte le volte che venite a baciarmi, mi dite sempre: <> Invece di punire Cherubino, datemelo per marito, e io vi amerò alla follia." [A IV, 5]
    E: Siamo alla fine del '700, ora queste cose non (...)
    G: "In fe-ede mia, i-io, per me, non so che dire: ecco qua il mio modo di pensare." E se lo dice il presidente del tribunale del conte ...
    E: Ma è una delle ultime battute della commedia! Vogliamo far capire che cosa succede?
    G: Che Cherubino, questa volta vestito da uomo, in divisa da ufficiale, arriva cantando: "La, la, la Avevo una madrina / Mi fece innamorar."
    E: Arriva, dove?
    G: Ah, sì, ecco: "la scena dell'atto quinto rappresenta uno spiazzo in un parco con due padiglioni, o chioschi, o tempietti da giardino, uno a destra e uno a sinistra."
    E: "Il palco è al buio. La contessa con i vestiti di Susanna; Susanna con quelli della contessa."
    G: Il paggio, vedendo la contessa, crede che sia Susanna; Figaro, vedendo Susanna, crede che sia la contessa. Il conte non ci capisce più nulla, e chi si prende un bel ceffone è Figaro benché lo schiaffo sia indirizzato al paggio Cherubino che tentando di baciare la contessa che credeva Susanna, dà un bacio al conte che, nel buio, s'era interposto fra i due.
    E: Figaro era lì a guardare allibito, credendo che la donna fosse Susanna. Counque c'è un fuggi fuggi generale, ovvero: nel padiglione di sinistra si sono nascosti Fantina, Cherubino, Marcellina e Susanna; in quello di destra si rifugia la contessa.     
    G: Il conte è su tutte le furie: "O rabbia!"
    E: Entra nel padiglione di sinistra ed esce trascinando fuori ...
    G: Cherubino, il paggio.
    E: "Furioso", manda il giardiniere, Antonio, a prendere ...
    G: Questa volta è Fantina che viene tirata fuori.
    E: Poi esce Marcellina, accompagnata da un confuso Bartolo (il padre di Figaro, che ha appena sposato). Ed infine, a un conte irritatissimo, appare sulla porta del padiglione Susanna che nascondendo il viso con il ventaglio, lascia ancora credere di essere la contessa.
    G: "Susanna si mette in ginocchio, col capo abbassato. Figaro si mette in ginocchio, dall'altra parte. Tutti si mettono in ginocchio. No, no. No, no.", grida il conte sempre più forte.
    E: Ed ecco la contessa appare, uscendo dall'altro padiglione; anche lei "cade in ginocchio: 'Almeno farò numero.'" (E s'inginocchia)
    G: "Oh! Che vedo! Come! Eravate voi, contessa? Solo un perdono generoso ..."
    E (alzandosi): "Ve lo accordo senza condizioni."
    G: "Non c'è virtù senza sacrificio." [prefazio]
    E: " ... non so che-chee dire ... Se quest'opera giocosa / Racchiudesse una lezione, / Nella sua trama scherzosa / Fate posto alla ragione."
    G: "La co-ommedia, mie signore, / Che stasera ave-ete udita, / Ci di-ipinge, salvo errore, / Del buon popolo la vita. / Se l'opprimi, va in furore, / Gri-ida, pesta e fa il leone; / Ma poi tu-utto va in canzone ... (Bis)"   ("Balletto generale", inchino)

                                                                                             Clugia minor, 3 novembre 2016.